Sabino Cucciniello torna ad evidenziare le criticità presenti nel tratto urbano del Sabato: «Il corso d’acqua raccoglie sia scarichi industriali che fognari, ma a nessuno importa nulla»
A distanza di giusto un anno mi ritrovo a evidenziare in quali condizioni versa il fiume che attraversa la nostra cittadina.
Da circa tre mesi pratico delle “camminate veloci” lungo il percorso della “pista ciclabile” Via Caracciolo – Via Tiratore, per circa un’ora, dalle sei e un quarto alle sette e mezza.
Essendo un orario mattutino incontro solo persone che, come me, praticano quest’attività “sportiva”, oppure che portano i loro amici fedeli a “passeggiare”.
Quasi ogni mattina, però, faccio un incontro particolare e, precisamente, mi fermo per ammirare l’eleganza del volo di due stupendi esemplari di airone cenerino, che, provenendo da una zona a monte delle case popolari di Via Tiratore, si mettono in attesa o si riposano, preferibilmente, uno sulla punta di qualche abete della sede ex-ASL, e l’altro sulla ringhiera del ponte della ferrovia di Via Tiratore.
La presenza di tutti questi uccelli, unitamente ad altri animali, cinghiali, anatre, ecc., presume una ricchezza di cibo, ma io temo che fra poco il nostro amato fiume diventerà una discarica e, quindi, questa bellissima favola finirà.
Dato che la pista ciclabile costeggia il fiume, il mio sguardo cade quasi sempre sulla portata, sulla vegetazione, sulle anse, sulle pietre, sulle alghe, insomma su tutto ciò che lo caratterizza.
Da circa un mese ho iniziato a notare delle macchiette bianche e ho sempre pensato fossero delle bolle d’aria formatesi per qualche piccola cascatella, ma visto che negli ultimi giorni queste macchiette si aggregavano formando delle chiazze di schiuma bianco-giallastra, mi sono fermato ad osservare bene ed ho capito che sono scarichi industriali dello stesso colore della precedente segnalazione.
Io posso solo fare un’ennesima segnalazione e sperare che questa volta le autorità competenti, Polizia Locale, Carabinieri, Arpac, l’Asl, Ufficio Tecnico Comunale e, soprattutto, la massima autorità sanitaria del nostro Comune (il Sindaco, ndr.), facciano il loro dovere per fermare questo scempio.
Dal ponte di Via Gramsci in poi, il nostro corso di acqua cessa di essere fiume e diventa cloaca. Infatti, iniziando dall’ex-torrente che alimentava la ruota del mulino Capaldo, ormai ridotto a canale esclusivamente fognario, come numerosissime volte evidenziato, documentato e filmato, il Sabato è ormai una fogna a cielo aperto; su Via Fiume esistono almeno altri due scarichi che trasudano dal muro che li ha occlusi, ma sono facilmente visionabili e “annusabili” anche a causa della spontanea vegetazione che li identifica.
Arrivati poi su Via Santi Sabino e Romolo, si notano altri due enormi scarichi fognari. Uno proveniente dal quartiere prospiciente e l’altro proveniente dal collettore di raccolta delle acque di tutte le abitazioni confinanti con Via Roma e Piazza Umberto I°. Esistono, inoltre, altri scarichi chiusi da opere murarie, ma anch’essi trasudanti liquidi che oramai sono terreno per la rigogliosa vegetazione.
Vorrei davvero sbagliarmi, credetemi, ma gli occhi e il naso mi danno ragione.
La cosa più strana però è che nessuno degli organi preposti e prima citati vede questo scempio e né ha mai mosso un dito per evitarlo. Gli organi di vigilanza ci passano ogni giorno, qualcuno addirittura lo costeggia ogni giorno per prendere servizio, e , comunque, tutti, nessuno escluso, ogni giorno passano su almeno un ponte e quindi attraversano il fiume. Possibile che nessuno noti mai nulla?
A questo punto l’unica spiegazione è quella che i lavori attualmente in corso siano per la costruzione del nuovo condotto fognario con la regimentazione di tutti gli scarichi, civili ed industriali. Spero solo che le spallette in costruzione siano di appoggio alla copertura definitiva come si conviene ad ogni condotta fognaria per evitare il diffondersi dei miasmi maleodoranti. Così almeno si evita che il Comune (quindi tutti noi residenti) sia nuovamente e fortemente sanzionato per questi scarichi illegali.
Sabino Cucciniello