Il prof. Angelo Maietta è stato ospite di Rai Uno per spiegare i reati che si commettono sul web


Il 47enne avvocato atripaldese, titolare dell’unica cattedra universitaria sul diritto alla multimedialità, è ritenuto uno dei massimi esperti del settore

Maietta ha ricevuto gli auguri in diretta su Rai Uno quando a dicembre è nata sua figlia Ludovica

Angelo Maietta, avvocato cassazionista e docente universitario (attualmente Professore di Diritto della Multimedialità presso l’Università degli Studi di Salerno), 47 anni, sabato scorso è stato ospite nel programma televisivoIl caffè di Rai Uno”. La puntata in questione, che ha preso spunto dalla drammatica vicenda del suicidio di Tiziana Cantone dopo la diffusione di un suo video erotico, è stata incentrata sulla “Biosfera mediatica”, ovvero la dipendenza sempre più stretta tra la nostra reputazione e quello che gli altri trovano su di noi su internet. E tra i massimi esperti in Italia a riguardo sicuramente Angelo Maietta, spesso ospite in tv e titolare dell’unica cattedra sul “Diritto della Multimedialità” (tra l’altro autore dell’omonimo testo).

L’avvocato si è espresso soprattutto sull’odioso fenomeno del “revenge porn”: “Oggi sicuramente la disciplina è codificata. Abbiamo infatti il reato del “revenge porn” così detto che dall’agosto 2019 disciplina la diffusione illecita di immagini, diciamo in qualche modo prese in qualche maniera lecita o meno, e questo è il vero punto nodale. Il punto di rottura, infatti, sta nel capire fino a quando c’è illeceità nell’acquisizione di questi video. Nel caso della Cantone il video non era stato preso illecitamente. Illecita è stata la diffusione successiva e oggi con il “revenge porn” quella roba lì avrebbe avuto un trattamento penale importante da un anno a sei anni”. Poi un passaggio sul diritto alla reputazione: “Il danno alla reputazione, o meglio il diritto alla reputazione, nasce come un diritto della persona. Devo dire però che da circa un decennio la giurisprudenza ha aperto le maglie di questa tipologia di danno, e già dal 2006 si sono affacciate le prime pronunce, poi arrivate fino alla cassazione. Ovviamente il tema è sempre lo stesso, ovvero andare a verificare l’onere della prova, cioè quando si configura il danno”.

Anche in città sono accaduti casi del genere: spesso, però, ha “vinto” l’omertà. Sarebbe auspicabile, visto che abbiamo l’onore di avere come concittadino uno dei massimi esperti a riguardo, organizzare un dibattito sul “revenge porn” ed invitare tra i relatori, ovviamente, l’avvocato, nonché docente universitario, Angelo Maietta.



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