La discussione in Consiglio comunale sul Rendiconto 2020 chiuso con un saldo attivo di un milione di euro ha prodotto le prime scintille elettorali. Quattro ore di botta e risposta innescate dalla relazione trionfalistica del primo cittadino, contestata dalla minoranza
Quattro ore di confronto, a tratti acceso, per discutere di un solo punto: il Rendiconto 2020. La seduta di Consiglio comunale di mercoledì scorso ha inaugurato, di fatto, la prossima campagna elettorale. Gli ingredienti c’erano tutti: toni, argomenti e protagonisti. Non mancava nulla. Da una parte Giuseppe Spagnuolo e la sua squadra ad esibire ciò che appare un po’ come il fiore all’occhiello dell’attività amministrativa: il risanamento del bilancio comunale. Dall’altra parte Paolo Spagnuolo ed il suo gruppo che, naturalmente, non ci stanno a riconoscere come tale l’obiettivo raggiunto dal sindaco ed i suoi compagni, ma, anzi, provano a smontarlo, a sminuirlo, quasi a ridicolizzarlo.
Ed invece per Giuseppe Spagnuolo quella di mercoledì sera aveva tutta l’aria di essere una serata importante, attesa quattro lunghi anni, a volte sembrata anche irraggiungibile per come si erano messe le cose, ed invece addirittura migliore di quanto immaginato, perché il bilancio comunale non solo è stato risanato, ma addirittura presenta un avanzo di amministrazione di un milione di euro, metà destinata ad investimenti e metà a spese correnti. Ed, infatti, il sindaco, pur non entrando nei dettagli, impiega praticamente un’ora di tempo a sintetizzare i risultati raggiunti, invitando tutti a leggere con attenzione la relazione allegata al Rendiconto 2020 per farsi un’idea ancor più precisa su quanto realizzato: «E’ il quinto rendiconto che approviamo (dal 2016 al 2020) e, se le scadenze lo imporranno, forse ne approveremo anche un altro prima della fine del nostro mandato: sei rendiconti a fronte di cinque anni di attività amministrativa, a testimonianza di una grande attività che ci ha consentito di risanare le casse comunali, un risultato economico-finanziario estremamente importante per la città, ancor più positivo di quanto sperato, soprattutto se pensiamo a ciò che abbiamo trovato quando ci siamo insediati quattro anni fa, non arrivato per caso, ma frutto di un lavoro quotidiano, che ha visto impegnata, giorno e anche notte se era necessario, tutta la squadra di governo, ognuno per la sua parte, contro qualche scetticismo, ma insieme ai dipendenti che, seppure in numero sempre più ridotto, hanno raccolto una sfida non facile, nonostante aleggiasse nell’aria la parola “predissesto”. Nei prossimi mesi probabilmente percepiremo ancora meglio gli effetti positivi del risanamento ottenuto e chi sta provando a sminuire questo risultato dovrà ricredersi. Ho letto sulla stampa alcune considerazioni, legittime, ma non condivisibili: ho sempre avuto fiducia in chi mi è stato vicino, difendo tutte le scelte fatte, ho fatto bene a fidarmi di chi governa insieme a me perché non mi ha mai creato alcun problema, anche se i primi tre anni sono stati particolarmente difficili perché c’erano grandi difficoltà economiche e poi è arrivata la pandemia a condizionare le attività di tutti, anche se l’attività amministrativa non si è mai fermata, neanche per un giorno, pur stando vicini alla popolazione in un periodo difficile e complicato per tutti. La giunta è sempre stata all’altezza del compito, anche quando è stato necessario sostituire defezioni importanti e la squadra nel suo complesso è sempre stata compatta, evidenziando una solidità mai vista negli ultimi vent’anni. Abbiamo offerto energie e competenze, arrivando a raggiungere risultati importanti, e altri ne raggiungeremo perché ne abbiamo di altri altrettanto ambiziosi. Certo, siamo stati carenti in alcune cose, ma proveremo a recuperare con una maggiore comunicazione e con più richiesta di partecipazione. Non è una giustificazione, ma il Covid ci ha impedito quel cambio di passo che avevamo in mente dopo i primi anni. D’ora in avanti proveremo a spiegare meglio il risultato delle nostre scelte, un’ottima base di partenza per il futuro, e siamo convinti che chi è senza condizionamenti non potrà che apprezzare i nostri sforzi. La critica che sento rivolgerci con più insistenza è che il sindaco e l’amministrazione sono stati poco presenti: in città forse è vero, ma in Comune mai. E l’approvazione di questo rendiconto ne è la conferma. Il risanamento non è merito della bacchetta magica di mago Merlino o di Harry Potter, ma dell’impegno, della dedizione e della compostezza messi in campo da tutti noi». Il sindaco poi è passato a dare alcune cifre. «Siamo partiti da meno 2,7 milioni di euro e senza ricorso ad anticipazioni di tesoreria oggi abbiamo un ente in buona salute, dotato di un discreto fondo cautelativo contro eventuali sorprese future, con 5 milioni di euro in cassa, senza 2,3 milioni di euro di debiti fuori bilancio causati dalle precedenti gestioni, senza più avvocati e creditori che bussano alla porta, senza 3,8 milioni di euro di rate di mutui, senza 1,7 milioni di euro di debiti con Irpiniambiente, senza aumento di tasse e tariffe per i servizi a domanda individuale, con più ordine nelle entrate e pochi contenziosi, alienando finalmente il Centro servizi e con entrate importanti da sanzioni per violazioni al Codice della strada che non sono piovute dal cielo, ma sono il frutto della corretta installazione dell’autovelox sulla Variante che, invece, quando siamo arrivati abbiamo trovato abbandonato in un deposito, con il divieto scritto della Prefettura ad utilizzarlo e con le rate del leasing da pagare: abbiamo svoltato ed i cittadini presto se ne accorgeranno. Appena possibile entreremo più nel dettaglio, ma oggi abbiamo un piano più intenso di manutenzione del verde in generale e dei platani in particolare, stiamo intervenendo su parco san Gregorio, abbiamo ubicato il Centro vaccinale nel centro città che non abbiamo avuto necessità di spostare altrove come altri comuni e costantemente presidiato dai volontari. L’emporio solidale che rappresenta una modalità di assistenza all’avanguardia è nato grazie al contributo delle associazioni coinvolte e della Fondazione “Volto Santo”, su impulso dell’Amministrazione comunale ed in particolare dell’assessore Palladino: questa non è ordinaria amministrazione, ma risultati innovativi raggiunti dopo anni di lavoro. Anche la biblioteca, finita spesso al centro di polemiche stucchevoli, oggi soddisfa tutti, così come il canile comunale che oggi non solo è adeguato alle norme ma può vantare anche un ambulatorio comunale. E poi le telecamere, le scuole e tanto altro ancora di cui parleremo meglio appena possibile. Abbiamo piena consapevolezza dei risultati raggiunti e tanti programmi per i prossimi anni».
Dopo l’introduzione del sindaco si è aperto un dibattito che ha visto consiglieri di maggioranza e minoranza polemizzare e fronteggiarsi, con toni a tratti anche alti. «Sono felice per voi – ha esordito provocatoriamente il consigliere Franco Mazzariello -. Le critiche partono sempre da un fondo di verità e sia la stampa, che la minoranza, che i cittadini devono poterle avanzare. Noi, però, come gruppo di minoranza siamo rimasti sempre inascoltati. La maggioranza è compatta? E perché non dovrebbe esserlo? Il Centro servizi? Lo abbiamo svenduto, non venduto! Il resto è ordinaria amministrazione. Ma una cosa vorrei capirla meglio per poterla spiegare a chi ne chiede la ragione a me: perché bisogna spendere un milione di euro per i parchimetri? Magari ci convincerete che è un’ottima operazione e potremo condividerla con voi. Quattro anni fa abbiamo perso le elezioni per poco, perciò rappresentiamo una grande fetta di questa comunità. Riconosco al sindaco una sola cosa: una intelligenza sopraffina. Riesce a cadere sempre con i piedi per terra. E comunque mi dispiace per contrada Alvanite, e vorrei sapere perché il superbonus non parte. E poi possiamo discutere di come avviene lo spazzamento ad Atripalda? Infine, il sindaco si dice fiero dei risultati raggiunti, ma vorrei tanto sapere da lui almeno una cosa, una sola cosa, che ha fatto per lo sviluppo di questa città». E Giuseppe Spagnuolo è reintervenuto a stretto giro di posta: «Per lo sviluppo di Atripalda abbiamo messo in condizione gli imprenditori di investire nella nostra città, suggerendo loro come calibrare meglio gli investimenti, associandoli ad interventi di qualità».
E quindi è intervenuto il consigliere Domenico Landi: «Quello della presunta preparazione del sindaco è un falso mito: i politici svolgono un ruolo, i funzionari ne svolgono un altro. Non è la politica che deve sapere come funziona un autovelox, ma i funzionari. Ed i funzionari che lo hanno messo in condizione di funzionare sono gli stessi che c’erano prima. Evidentemente, dopo le prime difficoltà, hanno capito come superarle. Così come sempre i funzionari hanno corretto i verbali delle contravvenzioni che stavano generando un discreto contenzioso. Quella del sindaco è una relazione ridicola, lunga e poco coerente, non condivisibile. Noi non siamo chiamati a fare i ragionieri, per quel compito ci sono i dipendenti, noi politici siamo chiamati a fare scelte. Viviamo una città abbandonata, senza un livello accettabile di vivibilità, con il proprio patrimonio più grosso, cioè gli edifici residenziali pubblici, nel degrado più totale. Il sindaco ammette di aver comunicato poco: ma cosa c’era da comunicare? Dice che il gruppo di maggioranza è compatto, ma perché ci tiene così tanto a dirlo? Io penso, invece, che sono stati solo bravi a mettere la polvere sotto il tappeto perché le cose poi si vengono a sapere. Ed era così necessario vendere il Centro servizi? Se i numeri che ha dato il sindaco sono corretti significa che per risanare il bilancio non era necessario vendere il Centro servizi. E forse sarebbe stato meglio avere un bilancio senza avanzo, ma semplicemente in pareggio, ed avere una città più vivibile». «La tua è una concezione biblica – replica il sindaco – dove c’è qualcuno che vede e qualcun altro che provvede. Stai dicendo che se anche noi abbiamo una qualche competenza da mettere in campo non dovremmo farlo perché non ci è richiesto? E, invece, noi abbiamo lavorato ogni giorno, gomito a gomito, con i funzionari comunali per raggiungere i risultati prefissati». E poi Mirko Musto ha aggiunto: «Se oggi abbiamo un autovelox che funziona è stato grazie all’impegno nostro e dei dirigenti che voi avevate messo da parte. Riusciremo a realizzare ad Atripalda ciò che altri non riescono a realizzare altrove. Per esempio ad Avellino (il riferimento non tanto velato è allo stallo dei parchimetri che si registra da qualche mese ad Avellino dove Paolo Spagnuolo svolge il ruolo di presidente dell’Acs, la società partecipata del Comune che gestisce la sosta, ndr). Nonostante il Covid non ci siamo mai fermati. Abbiamo riqualificato il mercato, oggi più organizzato di quello di Avellino. Non è facile riportarlo in Piazza, ci proveremo, intanto dov’è ora sta più che bene. E neanche sul commercio possiamo lamentarci perché se la grande distribuzione ed i più grandi gruppi campani decidono di aprire ad Atripalda e non altrove significa che la nostra città offre le condizioni migliori. Ed è al commercio che si deve la riqualificazione di via Pianodardine. Vedremo l’anno prossimo con chi stanno gli atripaldesi». «Quando ci siamo insediati – gli ha fatto eco il capogruppo di (mezza) maggioranza, Massimiliano Del Mauro – si parlava solo di dissesto. E non perché lo dicevo io, ma mi venne riferito dalla ex segretaria comunale Clara Curto, alla quale l’ex revisore dei conti disse che a suo avviso eravamo spacciati. Se oggi ne siamo fuori lo dobbiamo a Giuseppe Spagnuolo. E a nessuno possono bastare cinque anni per risolvere tutti i problemi. Il sindaco è stato sempre presente per lasciare a chi verrà dopo tante cose: scuole, Valleverde, campetto Ischia, secondo lotto fiume Sabato, ampliamento liceo scientifico. Quando siamo arrivati noi non abbiamo trovato nulla. Abbiamo fatto dieci cose su cento? Almeno le abbiamo fatte!».
Atteso l’intervento di Paolo Spagnuolo, lo sfidante: «Il sindaco ha fatto un comizio di fine mandato, certamente il preludio ad una ripresentazione di tutto il gruppo alle prossime elezioni. Fumo negli occhi e nulla più. Ci confronteremo con la città e vedremo chi verrà premiato. Anche noi siamo stati accusati di aver svolto una opposizione morbida, ma la vostra inerzia non ci ha consentito di fare molto: siamo stati silenti perché non sapevamo cosa contrastare. Ci veniva addirittura riferito che per parlare col sindaco bisognava andare a Manocalzati (dove lavora, ndr.). Ci sono due modi per valutare il Rendiconto che il sindaco ci ha illustrato: uno politico e uno numerico. A nostro parere il trionfalismo con cui è stato presentato non trova giustificazione. Va bene se serve a far sciogliere al sindaco la riserva rispetto alla ricandidatura, ma nella sostanza il bilancio è stato salvato dall’autovelox. E la riduzione delle spese si è realizzata perché il personale è diminuito ed i servizi sono insufficienti. Ciò che il sindaco descrive come virtuosismi di questa amministrazione in realtà sono patologie. Anche noi, come il revisore dei conti, abbiamo tante perplessità sui numeri. Per esempio non capiamo perché se abbiamo tutti questi soldi impieghiamo 137 giorni, anziché 30 come impone la legge, per pagare i fornitori. E perché la riscossione dei canoni di fitto è così lenta? E con quali criteri sono stati cancellati alcuni residui? E dove sono i bilanci delle società partecipate? Senza di quelli non potremo mai conoscere il vero stato di salute delle casse comunali. Prendiamo l’Alto Calore: se davvero fallirà, anche noi ci rimetteremo oltre 2 milioni di euro. E poi il personale, con la pessima scelta di affidarci al concorsone regionale, che ci vede ancora dopo quattro anni senza aver fatto alcuna assunzione. E, intanto, probabilmente ne arriveranno 7 anziché 9. Nessun Vigile urbano ha scelto Atripalda e nessun tirocinante ha scelto di restare ad Atripalda: mesi di formazione buttati dalla finestra. Tre procedure di mobilità ferme da più di un anno (assistente sociale, ragioniere e vigilessa, ndr.). Sul rinnovo del Nucleo di valutazione, poi, avete fatto un vero e proprio pasticcio. Quindici giorni per avere un appuntamento per il rinnovo della carta di identità ed il sistema di prenotazioni che sforna giorni e orari sballati senza che nessuno se ne accorga. La vostra calma è l’antitesi della buona amministrazione. L’avanzo di amministrazione che registrate è addirittura poco rispetto a ciò che non avete fatto».
A Paolo Spagnuolo replica per prima l’assessore Nancy Palladino: «Ci hai inchiodati mezzora ad ascoltarti per non dire nulla. Hai doti oratorie non comuni, d’altronde fai questo per mestiere. Invece, se vogliamo bene a questa città dobbiamo essere sinceri. Volevi davvero convincerci che il risanamento che oggi portiamo in Consiglio non è un fatto positivo? Sei bravo a rivoltare la frittata, ma i risultati di questa amministrazione sono sotto gli occhi di tutti. Nel mio settore, per esempio, quando sono arrivata non ho trovato nulla, i servizi sociali non esistevano più. La politica deve fare le scelte e quanto alle scelte, noi abbiamo adottato un’altra linea rispetto alla vostra. Chi non ricorda la telenovela della Xenus per l’alienazione del Centro servizi? E il protocollo d’intesa con l’Asl per l’utilizzo della struttura con ricadute senz’altro positive sulla città sottoscritto da Laurenzano che fine fece? Ci imputate di non aver vigilato su Alvanite e voi cosa avete fatto per non far perdere i posti accreditati alla “Casa di Adele”? E sul Centro “Aprea” dormivate? Ci tengo tantissimo ad Alvanite e credevamo tutti che quel progetto fosse quantomeno un buon re-inizio, speriamo di recuperarlo anche se la partita sembra chiusa. Insomma, che siamo in campagna elettorale è evidente, stiamo scaldando i motori. Anche nel 2017 si registrava lo stesso umore nella città. Forse è vero che non tutti siamo particolarmente empatici, ma viviamo la città, la conosciamo a fondo e ciò che vediamo è il frutto del lavoro di tutte le amministrazioni che si sono succedute. Va bene tutto, ma cerchiamo per il bene della città di tenere i toni bassi perché in giro c’è troppo astio. Non è con l’infamia o il pregiudizio che si conquista il cuore dei cittadini. Oggi magari e la prendono con noi, domani potrebbe toccare a voi. I prossimi saranno anni di prosperità per chiunque verrà chiamato a governare». Infine l’assessore Stefania Urciuoli: «L’opposizione è distruttiva. L’empasse sulle assunzioni non dipende da noi e non sarebbe cambiato nulla se le avessimo gestite in proprio, avremmo solo speso molti più soldi, che non avevamo. Abbiamo già trasmesso la richiesta alla Commissione ministeriale e speriamo di avere quanto prima il via libera. I tirocinanti si sono trovati benissimo ad Atripalda, hanno scelto altre sedi solo per le incertezze legate alla nostra condizione di ente strutturalmente deficitario. Chi verrà dopo di noi troverà una buona programmazione in tutte le deleghe ed in particolare nella mia. Lo sviluppo di una città si vede, comunque, da tante cose. La cultura, per esempio, ha fatto da volano a tante attività e di grande spessore, per il secondo anno organizzate ad Abellinum, riscuotendo grandi apprezzamenti e con effetti positivi sia per la promozione del territorio, sia per l’economia cittadina». L’ultimo a prendere la parola è stato ancora Paolo Spagnuolo: «Sembra ora che la colpa dei problemi di Atripalda sia del podestà Angiolo Romano. E non ho capito se l’opposizione sia inerte o distruttiva. Ma allora, se voi dite che le cose vanno bene, i cittadini perché sono così esasperati?»
Quattro ore di confronto che hanno rappresentato più di un assaggio di ciò che nei prossimi mesi verrà riproposto agli elettori atripaldesi in tutte le salse fino alle prossime elezioni comunali, dai futuri candidati che, chi più, chi meno, stanno venendo fuori.