Salta il Consiglio comunale, dura nota dell’Udc
«Paolo Spagnuolo e la sua maggioranza sono un pericolo per la democrazia di questo comune». Lo sostiene in una nota l’Udc di Atripalda, dopo aver registrato l’assenza in massa dei componenti della maggioranza che ha fatto saltare il consiglio comunale dell’altro giorno. «Un sindaco che non riconosce nemmeno la più alta forma di democrazia non è degno di indossare la fascia tricolore – affermano i dirigenti dello scudocrociato – questa è davvero una circostanza paradossale. E’ una mancanza di rispetto non solo nei confronti del consiglio comunale, ma di tutti quei cittadini che attendono delle risposte. Le amministrazioni che si sono avvicendate in questi anni, seppur con diatribe e discussioni infuocate, hanno sempre salvaguardato la sacralità delle Istituzioni. Il consiglio comunale è una delle più elementari regole democratiche nell’esercizio dell’azione amministrativa, ma è fondamentale per avviare un confronto politico sui temi che interessano la nostra comunità». Il consiglio comunale richiesto il 26 febbraio scorso, da 8 consiglieri della minoranza, rinviato per espressa richiesta della maggioranza, doveva discutere di tre argomenti importanti: l’adozione del regolamento comunale di polizia mortuaria, la presa d’atto dell’illegittimità della nomina del nuovo comandante dei vigili urbani Vincenzo Salsano e dare il pieno sostegno di tutti i consiglieri all’azione incisiva della locale stazione dei Carabinieri. «Tutto ciò non è avvenuto – dichiara il consigliere Geppino Spagnuolo, a nome di tutto il gruppo consiliare dell’Udc – il sindaco ha pensato bene di convocare il consiglio comunale, e improvvisamente, il giorno della seduta, si è ricordato che era “inutile” discutere delle questioni atripaldesi. Alle sue dichiarazioni sulla stampa, già confuse, si sono susseguite quelle dei due capigruppo Parziale e Pascarosa: sono riusciti a dire tutto e il contrario di tutto, sarebbe anche interessante sapere dagli altri consiglieri di maggioranza se si sentono pienamente rappresentati dalle dichiarazioni dei loro capigruppo. Un’accozzaglia di affermazioni false: come minoranza avevamo prodotto gli atti del consiglio 24 ore prima, come da regolamento. In realtà, il vero problema è che non c’era nessuna intenzione da parte della maggioranza di confrontarsi in consiglio comunale e l’intento era di mescolare le carte, per non far comprendere ciò che sta accadendo alla cittadinanza. E’ un episodio gravissimo: non è mai accaduto che un sindaco, che è anche presidente dell’assise, convoca il consiglio comunale e poi decide insieme alla sua maggioranza che è uno spreco di fiato parlare dei problemi della città il giovedì santo (giorno che lui stesso aveva proposto). Tutto si poteva fare ma non fuggire in questo modo, è davvero avvilente».