Il venerdì nero del Comprensivo: genitori allontanati dalla scuola e nomine rovesciate


Prima seduta del Consiglio segnata da due episodi che hanno compromesso l’inizio di un nuovo corso dopo la frattura culminata nelle dimissioni della componente genitoriale

Alla “De Amicis” sono intervenuti i Vigili urbani (foto di Antonio Cucciniello)

La scuola di Atripalda sembra improvvisamente ripiombata nel clima teso e avvelenato che all’inizio dello scorso mese aveva portato alle dimissioni in blocco della componente genitori del Consiglio d’Istituto. Un episodio che seguiva solo di pochi giorni quello relativo allo sconcertante discorso in chiesa della dirigente e la “resa dei conti” al Comune. Dopo una tregua di un mese e mezzo circa, favorita dal vuoto in seno al Consiglio, venerdì scorso si sono registrati altri due episodi, quasi simultaneamente, che rischiano di compromettere sforzi ed obiettivi: il divieto opposto a due genitori (fra i quali chi scrive) di poter assistere alla seduta di insediamento della nuova componente genitori del Consiglio d’Istituto eletta lo scorso 26 gennaio e la nomina del nuovo presidente “imposta” da un gruppo di docenti.

I FATTI – Venerdì scorso, 14 febbraio, alle ore 16:30, era in programma una seduta del Consiglio d’Istituto, la prima del “nuovo corso”. La dirigente, appena completato l’appello dei membri del Consiglio, notando la presenza nell’aula di una persona (il sottoscritto) non facente parte del Consiglio, le ha chiesto di uscire perché, a suo dire, la seduta non era aperta al pubblico. A quel punto chi scrive ha motivato la propria presenza in qualità di genitore, ai quali la Legge consente di assistere alle sedute del Consiglio d’Istituto. La dirigente ha obiettato che il Regolamento dell’istituto comprensivo non disciplinava la presenza di genitori e che fino a quando non verrà aggiornato non sarà possibile assistere. Chi scrive, al quale si è aggiunto poco dopo un altro genitore, mostrando anche un parere scritto fornito meno di due anni fa dalla precedente dirigente, che confermava il diritto dei genitori di assistere alle sedute del Consiglio, non ha lasciato l’aula, invitando la dirigente a chiamare i Carabinieri se davvero riteneva che si stesse consumando una violazione del Regolamento d’Istituto. A quel punto, la dirigente ha sospeso la seduta ed ha telefonato al 112 chiedendo l’intervento di una pattuglia.

LA “LEGGE”L’art. 3 del Regolamento dell’Istituto comprensivo “De Amicis-Masi” attualmente in vigore, approvato meno di due anni fa ed elaborato conformemente alle fonti normative, in particolare il D.L.vo 297/94, prevede (al comma C) che “alle sedute del Consiglio di Istituto possono assistere, in qualità di uditori, insegnanti, personale non docente, genitori dell’IC ed altri interessati”. E ciò consente di affermare, senza alcuna possibilità di smentita, che le sedute del Consiglio d’Istituto non sono a porte chiuse (se non nei casi in cui si discutono questioni personali), che i membri delle categorie sopradescritte (genitori, docenti e personale non docente) non hanno bisogno di essere invitati o autorizzati per potervi assistere e che nessuno può impedirlo senza commettere un illecito.

L’ATTESA – La dirigente si è ritirata nel proprio ufficio attendendo l’arrivo dei Carabinieri mentre nell’aula del Consiglio regnava disorientamento e stupore, ma anche perplessità ed imbarazzo. Attraverso i cellulari era un continuo scambio di leggi, regolamenti, linee guida e interpretazioni, ma nulla che confermasse neanche lontanamente la teoria della dirigente.

L’ARRIVO DEI VIGILI URBANI – Dieci minuti dopo la chiamata al 112 si sono presentati a scuola due agenti di Polizia municipale, Sabino Picone e Carmine D’Agostino, avvertiti dai Carabinieri che, in quel momento, non avevano una pattuglia in zona, ai quali la dirigente ha sintetizzato i fatti e ribadito la richiesta di allontanamento dei due genitori. Gli agenti, registrando il volere della dirigente nella sua qualità di responsabile del plesso scolastico e pur evidenziandole che a loro parere i genitori potevano restare, hanno chiesto ai due genitori di uscire dall’aula e di adottare gli opportuni provvedimenti legali. E solo a quel punti i due genitori sono usciti non avendo, evidentemente, altra scelta. Nel frattempo si affacciavano nel corridoio anche due Carabinieri della locale stazione, entrati in servizio alcuni minuti prima, i quali constatando la presenza dei Vigili urbani e della non necessità della loro presenza, si sono allontanati dalla scuola insieme ai Vigili ed ai due genitori.

SEDUTA A PORTE CHIUSE – La seduta del Consiglio d’Istituto è continuata a porte chiuse. Da questo momento in poi ciò che è accaduto sarà possibile conoscerlo ufficialmente solo leggendo il verbale che, da lunedì scorso, avrebbe già dovuto essere pubblicato sul sito della scuola dove, invece, a distanza di due anni dall’ultima volta, nel frattempo è apparso il verbale della seduta del 7 gennaio scorso, l’ultima prima delle dimissioni della componente genitoriale. Dalle testimonianze raccolte nei giorni successivi sembra che la seduta sia continuata senza che nessuno dei presenti abbia commentato l’accaduto, né chiesto di inserire a verbale una dichiarazione. E la seduta è proseguita con una inversione dell’ordine del giorno per consentire l’immediato insediamento della componente genitori prima della lettura del verbale della precedente seduta.

LA VOTAZIONE – La nomina del presidente è avvenuta, come di norma, con una votazione a scrutinio segreto, che ha consegnato la presidenza a Roberto Savarese con dieci preferenze rispetto alle otto raccolte da Lia Gialanella, “capovolgendo” così il risultato elettorale del 26 gennaio scorso che invece aveva visto premiata la lista guidata da Lia Gialanella con il doppio dei voti attribuiti alla lista di cui faceva parte Savarese. Insomma, se consideriamo che una parte della componente genitori ha puntato su Gialanella ed un’altra su Savarese, è di tutta evidenza che sia stata gran parte della componente docenti a sovvertire il pronostico non ritenendo evidentemente Gialanella (che di professione è una docente e che ha insegnato lo scorso anno anche alla “De Amicis”) all’altezza del ruolo di presidente del Consiglio d’Istituto, facendo ripiombare improvvisamente la scuola nel clima torbido e aspro che aveva fatto… saltare il banco.

LA MEDIAZIONE – Lia Gialanella, in realtà, si era “guadagnata” la poltrona di presidente del Consiglio d’Istituto non solo con il 219 voti ottenuti alle elezioni suppletive, ma con le straordinarie capacità di mediazione dimostrate nel favorire il dialogo con la dirigente sul contestato orario del corso musicale, oggi tornato “regolare”. Ed, invece, c’è stato chi ha preferito mostrare i muscoli.

LO STRAPPO – Le votazioni successive hanno confermato lo strappo: i genitori consiglieri della lista di Gialanella hanno favorito la nomina di un altro genitore dell’altra lista anche alla carica di vicepresidente (Margherita Sarno) e nella giunta esecutiva (Saverio Battipaglia e Roberto Savarese), rinunciando così ad ogni ruolo. Una seduta che doveva rappresentare l’inizio di un nuovo corso, possibilmente più sereno del precedente, ha fotografato impietosamente la crisi della scuola di Atripalda.



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