Indagini sul caso Equalize: rivelazioni scottanti da un ex carabiniere - Ilsabato.com
Nell’ambito dell’inchiesta sul caso Equalize a Milano, emergono dettagli inquietanti che coinvolgono Vincenzo De Marzio, un ex carabiniere il quale ha affermato di aver collaborato con i servizi segreti italiani e di aver fornito informazioni alla CIA. Queste dichiarazioni sono state rese da Nunzio Samuele Calamucci, conosciuto come hacker e interrogato più volte dai pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro.
Calamucci, durante un interrogatorio tenutosi il 17 dicembre, ha descritto De Marzio con un presunto nome in codice, “Tela“. Secondo il suo racconto, De Marzio non solo ha lavorato con i servizi segreti, ma ha anche venduto dati riservati a enti esterni. Queste affermazioni sono ora oggetto di indagine da parte della DDA e della DNA , i quali hanno depositato documenti cruciali in attesa dell’udienza del Riesame.
Un altro punto critico emerso dall’inchiesta riguarda Enrico Pazzali, presidente autosospeso della Fondazione Fiera Milano. I PM stanno richiedendo per Pazzali gli arresti domiciliari, aggiungendo un ulteriore elemento di tensione alla già complessa vicenda.
I verbali di Calamucci rivelano un quadro ancor più inquietante riguardo a De Marzio. Secondo Carmine Gallo, scomparso recentemente, chi avrebbe subito intimidazioni confermerebbe il coinvolgimento di De Marzio nel tentativo di minacciare l’ex superpoliziotto. Le intimidazioni non si sono fermate qui; anche l’avvocata di Gallo e Calamucci, Antonella Augimeri, avrebbe ricevuto minacce da una fonte non identificata.
Gallo ha rivelato in un suo verbale che De Marzio si era espresso a proposito di Calamucci, dicendo che quest’ultimo avrebbe potuto evitare di fare determinate dichiarazioni e auspicherebbe che potesse ridimensionarle in futuro. Questo solleva interrogativi sulla pressione psicologica che potrebbe essere stata esercitata, creando un clima di paura e intimidazione attorno all’indagine.
Un elemento chiave delle dichiarazioni di Calamucci è rappresentato dall’ammissione di De Marzio di possedere un “archivio storico” di notevole entità, consistenti in circa 150.000 file. Questi documenti, definiti come il “suo archivio di vita”, includerebbero dati di rilevanza per le forze dell’ordine e materiali classificati, possibili frutto di collaborazioni passate con i servizi segreti. Calamucci ha insinuato che tali dati potessero includere informazioni sensibili, tra cui documenti dei ROS .
Di fronte a questo scenario, il pubblico ministero ha ribadito davanti al Riesame la necessità di una custodia cautelare in carcere per De Marzio, sottolineando la gravità delle informazioni rivelate e la loro potenziale incidenza sull’inchiesta in corso.
Questa evoluzione degli eventi continua a destare preoccupazione in quanto la verità su chi sia davvero Vincenzo De Marzio e il suo coinvolgimento con i servizi segreti è sotto la lente d’ingrandimento della giustizia.