Intervista al neo segretario cittadino dell’Udc, Nino De Vinco

Il successore di Michele Mastroberardino apre agli altri partiti, con alcuni distinguo

Nino De Vinco (foto Sabino Battista)

Il ricordo del “tradimento” del Sindaco («Proprio non gli perdoniamo di essere andato via il giorno dopo la vittoria delle elezioni, pur avendo usufruito dei voti dell’Udc e con il senno di poi non l’avrei appoggiato») è ancora vivo, così come la voglia di aggregare e ricominciare, lungo la strada tracciata dal segretario uscente Michele Mastroberardino. E proprio quest’ultimo apre la nostra intervista a Nino De Vinco, nuovo segretario atripaldese dell’Udc: «Prima di cominciare, mi sembra doveroso ringraziare Michele per la vicinanza e per quello che ha fatto per noi. E’ stato eletto segretario perché, opinione condivisa da tutti, è una persona di grande carisma ed esperienza politica e il suo impegno, prima, durante e dopo la campagna elettorale è stato fondamentale. Purtroppo, come del resto ha sempre detto, i suoi innumerevoli impegni professionali non gli consentivano di dedicare il giusto tempo alla politica».
Cosa l’ha spinta ad accettare questo ruolo?
«Per il bene del mio partito e per rivitalizzare un dialogo politico che è ormai sparito in città. La situazione dell’Udc a livello nazionale è piuttosto piatta, mentre resiste a livello locale grazie anche a guide come il presidente De Mita. Ad Atripalda possiamo contare su una base solida e su una rappresentanza amministrativa di ben tre consiglieri, mentre Giuseppe De Mita rappresenta per noi una guida e un riferimento politico sicuro».
Con chi ha intenzione di riaprire il dialogo?
«Dobbiamo valutare con attenzione, al momento il nostro obiettivo principale è quello di allargare il partito: a breve organizzeremo una riunione con gli amici e simpatizzanti, perché siamo aperti al confronto con tutti. So per certo che i Democratici atripaldesi non sono tutti favorevoli e concordi rispetto alla gestione della cosa pubblica da parte di questa Amministrazione e ci saremmo aspettati un balzo in avanti, ma non capiamo proprio l’assordante silenzio rispetto a tante situazioni che hanno scosso la comunità. Eppure il Pd ha chiare responsabilità di amministrazione con i suoi assessori e consiglieri. Anche i nostri precedenti tentativi di dialogo e di confronto si sono conclusi in una bolla di sapone».
Quali sono, invece, i rapporti con Forza Italia?
«Ultimamente il dialogo è ripreso, soprattutto tra i consiglieri comunali di opposizione che hanno prodotto in accordo un manifesto. Vedremo, se sono rose fioriranno…».
Due questioni su tutte: i dipendenti comunali accusati di truffa e lo spostamento del mercato settimanale in piazza…
«Sulla vicenda dei dipendenti ci sono delle indagini in corso che devono indurci a riflettere e a pesare le parole, nonostante l’istinto giustizialista dei più. Non so se questi dipendenti siamo colpevoli, ma sicuramente so che le azioni e i provvedimenti dell’Amministrazione sono state lacunose e rischiano di esporre l’ente al rischio danno economico e risarcimento, così come il recente reintegro dei dipendenti, pare dimostrare. Sicuramente, sarebbe stato necessaria maggiore attenzione e uno studio più approfondito del contratto dei dipendenti pubblici e delle facoltà di un Sindaco, al fine di tutelare l’Ente e quindi gli atripaldesi».
E sul mercato?
«E’ uno dei primissimi argomenti che affronteremo nelle nostre riunioni: partendo dal referendum che ha espresso la volontà popolare per un ritorno nel centro, volontà fatta nostra nel programma elettorale, con una diversa riorganizzazione e con modalità di gestione moderne, studieremo il progetto per capirne le implicazioni per la viabilità e per la vita dei cittadini e dei commercianti».
Cosa proprio non la convince di questa Amministrazione e cosa, invece, le piace?
«Spesso, leggendo gli organi di stampa, vedo l’esaltazione da parte dell’Amministrazione di situazioni che dovrebbero essere ordinarie, naturali, quotidiane, come il taglio dell’erba o la sistemazione della casa dell’acqua, sulla quale stiamo preparando un attento dossier. Eppure le spacciano come eventi eccezionali: questo proprio non mi convince. Una cosa che mi piace? Al momento non mi sovviene niente, magari sarà una questione di memoria personale…».

Ciro De Pasquale

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