
Italia pareggia contro la Germania dopo una rimonta spettacolare, ma un rigore non assegnato fa discutere - Ilsabato.com
La recente sfida tra Italia e Germania ha tenuto incollati gli spettatori fino all’ultimo minuto, culminando in un pareggio tumultuoso per 3-3. La partita, disputata a Dortmund, è stata caratterizzata da momenti di intensità e polemiche, in particolare a seguito di un rigore non concesso all’Italia dall’arbitro Marciniak dopo un consulto al Var. Questo articolo analizza i principali eventi della partita e i dettagli controversi che potrebbero avere ripercussioni sul morale della nazionale azzurra.
La premessa della sfida: un primo tempo da dimenticare
Il primo tempo della partita ha visto l’Italia affrontare una serie di difficoltà, chiudendo i primi 45’ minuti sotto di tre reti. La Germania ha preso il comando delle operazioni al 30’, quando Kimmich ha realizzato un rigore, assegnato per un fallo di Buongiorno su Kleindienst. Questo errore iniziale ha messo a repentaglio la mente dei giocatori azzurri, che hanno faticato a ritrovare la concentrazione.
Il 2-0 è arrivato al 37’, in un’azione confusa in area di rigore: dopo una parata prodigiosa di Donnarumma su un colpo di testa di Kleindienst, la difesa italiana si è distratta. Musiala, completamente solo, ha approfittato della disattenzione per siglare il 2-0. Prima della fine del primo tempo, la Germania ha aggiunto un terzo gol, grazie a un colpo di testa di Kleindienst che ha relegato l’Italia in una situazione disperata, con il punteggio fissato sul 3-0.
La reazione della panchina con Spalletti, che ha dovuto affrontare le critiche per l’approccio difensivo della squadra, è stata immediata e necessaria. Gli azzurri sono tornati in campo determinati e con nuovi innesti, cercando di rimediare a un avvio disastroso.
La rimonta mozzafiato: cuore e determinazione
Il secondo tempo ha visto un’Italia completamente differente. Con l’ingresso di Frattesi e Politano, il gioco azzurro è diventato più fluido e incisivo. La prima vera opportunità è arrivata al 49′ con il gol di Moise Kean, che ha approfittato di un errore in fase di rilancio della Germania, ritrovandosi a calciare dal limite dell’area e piazzando il pallone nell’angolino basso. Con questo 3-1, l’ottimismo è tornato a far visita ai tifosi italiani, che hanno ritrovato coraggio e spirito combattivo.
La Germania, visibilmente colpita dalla reazione degli azzurri, ha abbassato il ritmo di gioco, permettendo all’Italia di guadagnare terreno. Al 69′, Kean ha firmato il suo secondo gol della serata, accorciando le distanze grazie a un intelligente movimento in area che ha sorpreso la retroguardia tedesca. La rete ha riacceso le speranze della squadra.
La tensione ha continuato a crescere quando, al 74′, è arrivata una chiamata al Var che ha fatto discutere. Un fallo di Schlotterbeck su Di Lorenzo è stato oggetto di revisione, ma l’arbitro non ha assegnato il rigore. Questo episodio ha infervorato i giocatori italiani, già motivati nell’assalto finale verso il pareggio.
La lotta fino all’ultimo e il rigore finale
Giocare con il cuore ha portato risultati tangibili, culminando nell’assegnazione di un rigore a favore dell’Italia al 95’. Dopo una revisione attenta, è stato deciso che il tocco di mano di Mittelstadt in area fosse motivo sufficiente per concedere il penalty. Raspadori, con grande freddezza, ha trasformato il rigore, portando il punteggio sul 3-3 e bloccando i sogni di gloria della Germania.
Gli ultimi minuti della partita sono stati caratterizzati da un assalto azzurro, in cerca di un gol che potesse costringere la Germania ai supplementari. Nonostante un’ultima chance sfiorata da Bastoni, il punteggio è rimasto invariato, portando a un verdetto finale che ha lasciato l’amaro in bocca agli italiani, a causa del rigore non assegnato e di un’incredibile rimonta.
Questa partita ha dimostrato la resilienza dell’Italia, ma anche i rischi e le sfide nel panorama del calcio internazionale, in attesa di una presa di coscienza da parte della Federazione riguardo le decisioni arbitrali che possono influenzare il morale e il futuro della squadra.