La felicità: un’attitudine da coltivare per un’ottimale longevità - Ilsabato.com
La ricerca della felicità rappresenta un obiettivo comune per molti, una condizione spesso percepita come frutto del caso o della fortuna. Tuttavia, esperti nel campo della psichiatria e della neuropsicofarmacologia, come il dott. Claudio Mencacci, invitano a considerare la felicità come un’attitudine che si può sviluppare attraverso l’educazione e l’esercizio. Questa idea è supportata da studi scientifici che rivelano il legame tra felicità, longevità e benessere psicofisico.
Il dott. Claudio Mencacci, ex presidente della Società Italiana di Psichiatria e co-presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, sottolinea l’importanza di insegnare ai bambini ad affrontare la vita con un atteggiamento positivo. L’intelligenza emotiva gioca un ruolo cruciale in quest’ambito. Insegnando i bambini ad essere ottimisti, si gettano le basi per una vita più soddisfacente e serena.
Secondo Mencacci, la felicità è influenzata dalla neurochimica del nostro corpo, che implica l’interazione di vari neurotrasmettitori. Ad esempio, sostanze come l’ossitocina e la dopamina non solo migliorano il nostro umore, ma hanno effetti positivi sulle difese immunitarie e riducono l’infiammazione. Ricerche dimostrano che la felicità non è solo una condizione transitoria, ma ha ripercussioni significative sulla qualità della vita e sulla longevità stessa.
Per questo, sviluppare e praticare una mentalità positiva risulta fondamentale non soltanto per godere di momenti di gioia, ma anche per affrontare le sfide quotidiane con maggiore resilienza. Una mente felice può aumentare la soglia del dolore e proteggere il sistema nervoso, favorendo un benessere globale. La felicità, dunque, si configura non come un di più, ma come un elemento essenziale per una vita piena e sana.
Un altro aspetto significativo del concetto di felicità è legato alla capacità di provare gratitudine. Mencacci evidenzia che le persone che praticano la gratitudine tendono ad essere più felici e a sperimentare meno stress. Questo sentimento crea una connessione profonda con gli altri e alimenta relazioni positive, ampliando il nostro benessere emotivo. La gratitudine non è solo un gesto di cortesia; è un modo di vivere che alimenta il nostro senso di connessione con il mondo e migliora la nostra salute mentale.
La gentilezza, sia verso se stessi che verso gli altri, rappresenta un altro fattore cruciale che favorisce la felicità. Essere gentili con se stessi, specialmente nei momenti di difficoltà, permette di affrontare l’ansia e la depressione in modo più efficace. È essenziale imparare a riconoscere i propri sentimenti e ad affrontarli con empatia. Questa attitudine non solo promuove un ambiente interno sano, ma incoraggia anche una comunità più gentile e solidale, contribuendo all’emergere di relazioni significative.
Dunque, la felicità non è soltanto una questione personale, ma anche sociale. Le nostre interazioni e le relazioni che coltiviamo giocano un ruolo chiave nel determinare il nostro stato emotivo e la qualità della nostra vita. La ricerca dimostra che la qualità dei legami affettivi è fondamentale per raggiungere un benessere duraturo.
Mencacci evidenzia che chi ha l’abilità di amare e di creare relazioni positive ha una maggiore probabilità di essere felice. Questo implica che la felicità può essere insegnata. I genitori, secondo il dottore, hanno un ruolo centrale nel trasmettere valori ed emozioni ai propri figli. È fondamentale che abbiano l’obiettivo di promuovere l’ottimismo e la consapevolezza emotiva nei giovani, incoraggiandoli ad esprimere apertamente i propri sentimenti, sia quelli positivi che quelli negativi.
Educare i bambini all’emotività implica anche favorire la loro autonomia e offrirgli modelli di comportamento positivi. Questo non solo aiuterà a formare adulti soddisfatti e capaci di instaurare relazioni sane, ma potrebbe anche migliorare la qualità e la durata della loro vita. La felicità si configura così come un obiettivo educativo, coltivando una generazione futura più consapevole e resiliente.
Le parole di Mencacci, supportate da anni di ricerca sull’argomento, segnano un’importante riflessione su come affrontiamo il concetto di felicità. In un mondo complesso e spesso frenetico, imparare a vivere in modo consapevole e con gratitudine non è solamente auspicabile, ma diventa essenziale per il nostro benessere personale e sociale.