
La lipoproteina (a): un fattore di rischio silenzioso per le malattie cardiovascolari - Ilsabato.com
La lipoproteina , o Lp, è diventata un argomento di crescente interesse nell’ambito della salute cardiovascolare. Considerata una delle principali cause di malattie cardiache, è una condizione ereditaria che colpisce circa una persona su cinque. La sua scoperta risale al 1963 grazie al ricercatore Kåre Berg, e il suo legame con la malattia coronarica e infarti è stato evidenziato da studi genetici condotti nel 2009 dal consorzio Procardis. Con la crescente awareness sulla salute cardiaca, è fondamentale approfondire l’importanza di monitorare i livelli di Lp e la sua relazione con altre patologie.
Cos’è la lipoproteina e come viene formata
La lipoproteina è una particella che viene prodotta nel fegato. Essa è composta da una lipoproteina LDL a cui si aggiunge una apolipoproteina chiamata Apo. La formazione di Lp avviene tramite la creazione di un ponte disolfuro tra l’apolipoproteina B100 e Apo. Questa particella, il cui livello è geneticamente determinato, è codificata dal gene LPA localizzato sul cromosoma 6q26-27. Una delle peculiarità di Lp è la sua stabilità nel corso della vita; i livelli rimangono pressoché invariati e non sono influenzabili da modifiche dello stile di vita, come sport o dieta.
Dal punto di vista epidemiologico, le donne oltre i 50 anni tendono ad avere concentrazioni di Lp più elevate di circa il 17% rispetto agli uomini. Questo aumento è spesso correlato all’arrivo della menopausa. Pertanto, è consigliato che le donne che hanno effettuato il test per la Lp prima della menopausa tornino a misurare i livelli dopo aver superato questa fase della vita, o comunque non oltre cinque anni dal compimento dei 50 anni.
Rischi associati a livelli elevati di lipoproteina
Recenti ricerche hanno messo in luce come i livelli elevati di Lp possano contribuire allo sviluppo di condizioni gravi come l’aterosclerosi e la stenosi aortica, entrambe riconosciute come cause di infarto cardiaco e ictus. Uno studio prospettico del 2022 ha rivelato che le persone geneticamente predisposte presentano sin dalla nascita alti livelli di Lp. Anche se nei primi anni di vita i livelli sono generalmente bassi, è possibile utilizzare il sangue del cordone ombelicale per valutare i livelli futuri di Lp nei neonati. Livelli superiori al 90° percentile nel sangue ombelicale possono predire un aumento del rischio in età successiva. Inoltre, valori superiori a 30 mg/dL sono associati a un rischio maggiorato di ictus ischemico nei bambini e adolescenti.
Claudio Bilato, direttore della cardiologia degli Ospedali dell’Ovest Vicentino, sottolinea l’importanza della Lp nel calcolo del rischio cardiovascolare. Studi recenti hanno dimostrato che incorre un aumento del 20% di infarti o ictus per chi presenta livelli elevati di Lp, indipendentemente da altri fattori di rischio. Il monitoraggio di queste informazioni è cruciale per ridefinire il profilo di rischio dei pazienti.
Importanza del monitoraggio della lipoproteina
La Lp si distingue come un fattore di rischio autonomo, non legato ad altri noti fattori come il colesterolo alto, l’obesità o il fumo. Questa caratteristica la rende un indicatore importante nella valutazione del rischio cardiovascolare totale di una persona. Le persone con ipercolesterolemia, per esempio, potrebbero avere un rischio maggiore se presentano anche alti livelli di Lp, nonostante un controllo ottimale del colesterolo LDL.
Il dosaggio di Lp dovrebbe essere raccomandato per i pazienti considerati a medio-alto rischio cardiovascolare, specialmente per chi ha avuto eventi acuti recenti o presenta una storia familiare di malattie cardiovascolari. È consigliabile misurare i livelli di Lp durante il ricovero per eventi critici: questa valutazione permette una rilettura più accurata del rischio, soprattutto nei giorni immediatamente seguenti l’evento.
Sfide nel trattamento e nuove prospettive terapeutiche
Attualmente, non esistono farmaci approvati per il trattamento diretto dei livelli elevati di Lp. Pertanto, gran parte della gestione per ridurre il rischio cardiovascolare si basa su strategie indirette, come il controllo di altri fattori di rischio come il diabete o l’ipertensione. Nei casi più gravi, viene utilizzata l’afere si delle lipoproteine, un intervento invasivo simile alla dialisi.
Tuttavia, le speranze si rivolgono verso nuove terapie in fase di sperimentazione clinica. Tra queste, il pelacarsen, un oligonucleotide antisenso, ha mostrato risultati promettenti e potrebbe rivestire un ruolo cruciale nella futura gestione dei livelli di Lp.
La crescente attenzione verso il tema delle malattie cardiovascolari, come affermato da Paola Coco, capo della Sezione Scientifica e Cui di Novartis, ha portato alla necessità di sviluppare soluzioni terapeutiche per affrontare questo problema. L’obiettivo è garantire una qualità di vita migliore e prevenire eventi cardiaci fatali, proteggendo i cuori delle persone e riducendo il carico delle malattie cardiovascolari sulla società.