L’esortazione di Concetta Tomasetti nel giorno del ricordo delle vittime della Shoah
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, come “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
La legge cerca di prendere in carico il ricordo tremendo di quanto è accaduto e la responsabilità preventiva di una comunità nei confronti del futuro. Lo scopo indicato dalla legge nell’articolo 2, è proprio quello di “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
Primo Levi, il grande scrittore italiano deportato e sopravvissuto al lager di Auschwitz, ha scritto che ogni qualvolta si pensa che uno straniero, o un diverso da noi, è un Nemico, si pongono le premesse di una catena il cui tragico approdo è il Lager, il campo di sterminio.
Concetta Tomasetti