Segnaliamo, con una certa preoccupazione, che i toni si stanno nuovamente e inutilmente alzando. E stavolta nulla centra o centrerebbe la cosiddetta lotta politica. Chi bazzica sui social network, diventati – anche se speriamo di no – lo specchio in cui si riflette la società contemporanea, avrà certamente notato che da un po’ di tempo a questa parte, qualunque sia l’argomento, i commenti si fanno subito violenti, polemici, urticanti. Onestamente non abbiamo una spiegazione in tasca, ma una ragione senz’altro ci sarà.
C’è chi pensa che la gente rifletta nei social le proprie insoddisfazioni, chi ritiene che il dibattito politico nazionale particolarmente divisivo generi uno sciocco proselitismo, chi, ancora, che l’utilizzo ormai massivo e sempre più disinibito dei social network sveli la vera natura umana. Chissà. Fatto sta che da un po’ di tempo a questa parte non c’è argomento, anche apparentemente “innocuo”, che non finisca per scatenare una discussione dai toni accesi, spesso al limite della diffamazione. E stavolta la politica non c’entra. Se fino ad un paio d’anni fa non era difficile individuare una matrice “politica” nelle posizioni e nelle provocazioni che affollavano, in particolare, i gruppi facebook cittadini, oggi non è più così. Le fazioni che hanno segnato, in particolare, le ultime elezioni oggi sono più sfumate e meno “avvelenate”. Anche grazie ad un profilo decisamente più basso che un po’ tutti i protagonisti della vita politica cittadina hanno deciso di assumere, spinti spesso anche dall’atteggiamento particolarmente mite del sindaco Giuseppe Spagnuolo, il quale – tranne rari casi – ha sempre preferito dribblare le provocazioni, anche quelle più forti, a beneficio della pace sociale. E non è sempre così facile. Anzi. Spesso ci vuole più coraggio a fare finta di nulla che a reagire alle provocazioni, soprattutto a quelle più scomposte. Diciamola tutta: fino a qualche mesi fa era un continuo tiro al piccione. Fortunatamente quella stagione è finita. Resterebbe da recuperare un minimo di sano dibattito politico, generato dal pensiero e non dalle convenienze. Per quanto ci sarà possibile proveremo ad alimentarlo con alcune interviste, cercando di far venir fuori, se c’è ancora, qualche buona idea per questa città ormai piegata su se stessa, nella speranza che non tutto sia così perduto come sembra.
Per il resto abbiamo vissuto una settimana segnata da due episodi a dir poco inquietanti come il tentativo di occupazione abusiva di un alloggio popolare a via Salvi (ex contrada Santissimo) e il colpo di arma da fuoco esploso contro un’attività di via Manfredi. Due episodi, fra i tanti, che non fanno dormire sonni tranquilli. L’emergenza abitativa resta un problema irrisolto, ad Atripalda come altrove. L’Amministrazione ha avviato la procedura per l’assegnazione di una decina di appartamenti liberi in varie zone della città, sempre meglio di niente. Quel proiettile che ha oltrepassato la vetrina di una agenzia immobiliare, invece, fa pensare ad una intimidazione, ad un avvertimento, ad una ritorsione, trascinandoci in una dimensione che non ci appartiene.