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L’Alto Calore è al collasso e rischia il fallimento, Atripalda chiamata a versare 400mila euro

L’azienda idrica ha bisogno di circa 25milioni di euro per salvarsi ed i soci sono invitati ad intervenire in misura proporzionale alle quote di partecipazione

Sede della società

Il consiglio comunale sarà presto chiamato a votare un eventuale aumento di capitale della società Alto Calore. E per quanto riguarda Atripalda la quota di ricapitalizzazione avrebbe un costo di circa 400mila euro. L’azienda idrica, infatti, ha bisogno di una iniezione di liquidità pari a circa 25 milioni di euro, contenuta nel piano di ristrutturazione votato lo scorso luglio, che tocca a tutti i soci in misura proporzionale alla quota di partecipazione nella società, che per Atripalda è pari all’1,57%.

La questione dovrà necessariamente esser discussa e affrontata a breve, dal momento che l’assemblea dei soci dell’Alto Calore già stata già convocata per il prossimo 20 novembre, giorno in cui l’amministratore unico Michelangelo Ciarcia illustrerà ai sindaci i due punti sui cui si basa la “salvezza” dell’Alto Calore. Oltre al già citato aumento di capitale, infatti, si discuterà di una modifica dello statuto necessaria alla cessione delle quote societarie a terzi. «Non c’è alcuna altra via: Senza l’aumento di capitale falliscono sia l’Alto Calore che e i suoi 128 comuni soci», ha tuonato Ciarcia per far comprendere a tutti la tragicità della fase in corso.

Molti comuni hanno manifestato perplessità sul piano di risanamento societario ideato da Ciarcia, sia perché non sono disposti a pagare la ricapitalizzazione, sia perché vorrebbero evitare l’ingresso in società di privati, per non togliere ai cittadini e agli enti locali il controllo sull’acqua. In questo clima di sfiducia verso la società e verso le scelte amministrative, il futuro dell’Alto Calore, che ha accumulato debiti per circa 140 milioni di euro e crediti per circa 100 milioni, resta assolutamente incerto.

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Redazione