Attualità

Le lotte quotidiane del canile comunale

I responsabili della struttura lamentano l’assenza di cibo e manutenzione. Angela Luongo: «Difficile andare avanti così, Comune e Asl sono latitanti»

Il canile dall’alto (foto di Antonio Cucciniello)

Lontano dagli occhi, ma non dal cuore. Potremmo sintetizzarla così la storia degli amici a quattro zampe accuditi dal canile comunale di c.da Valleverde, a ridosso del campo sportivo “G. Aquino”. A due passi dal centro, ma anni luce dalle istituzioni, sorte in parte condivisa dalla struttura sportiva e dal circondario, vittima spesso di sversamenti abusivi di rifiuti, di degrado e di assenza di manutenzione. Una storia trentennale, la cui genesi risale all’89 e formalizzata con la nascita dell’associazione Aipa (Associazione italiana protezione animali) nel novembre del ’90. Pochi operatori ma tenaci, responsabile la vigilessa Angela Luongo, con il marito Michelangelo Cirino, Tina Lombardi e Chiara De Marco, oltre una quindicina di amici e volontari. Un lavoro faticoso e quotidiano, per dare sollievo, ristoro e assistenza attualmente a circa 125 cani, sotto la direzione legale del Servizio Veterinario del’ASL di Atripalda. In passato ce ne sono stati anche oltre 250. Il 70-80% sono animali anziani, c’è chi vive nell’oasi da oltre dieci anni. Tra acciacchi e patologie gravi, specie tumori, in alcuni casi può occorrere anche la soppressione.

Numeri importanti per quello che è ad oggi l’unico canile comunale della provincia di Avellino, nonostante la legge prescriva che i sindaci (a cui vengono formalmente intestati gli animali vaccinati e muniti di chip presenti sul territorio comunale) debbano sottoscrivere delle convenzioni con strutture di affidamento in mancanza di un canile, ma le soluzioni sono pochissime, praticamente inesistenti, “dei veri e propri lager ben pagati”, racconta il sig. Cirino. Le altre realtà private monetizzano anche 3€ al giorno ad animale, ad Atripalda siamo a meno di 50 centesimi. Un disagio diffuso che la struttura del Sabato assume su di sé, senza poter beneficiare di aiuti erogati dalla sanità regionale.

Lotta al randagismo: Tra le ultime segnalazioni ricevute, l’8 gennaio scorso, quella dell’abbandono di due piccoli cani durante le ore del mercato settimanale del giovedì a c.da S. Lorenzo, una triste e antica “consuetudine”, come ci riferisce la Luongo. Affette da rogna, segnalate ai vigili e subito recuperate e ricoverate in canile. Anche in questo caso, i gestori lamentano la mancanza della video-sorveglianza sul territorio, utile ad individuare chi abbandona i cuccioli, provenienti anche da diversi comuni limitrofi.

Un rettangolo di gabbie realizzate tra due ali di vecchi container del terremoto, segnati dal tempo e dall’umidità. Servono cibo, coperte, manutenzione. Tra i disagi maggiori, di sicuro il pericolo allagamenti, l’ultimo episodio lo scorso novembre. L’area, che si estende per circa 100 metri di lunghezza, arriva a ridosso delle sponde del fiume Sabato. Negli anni scorsi, l’esondazione più ingente causò la morte di circa 30 animali.

Sorto nell’area del vecchio foro boario, affianco al vecchio macello (ora sede di una ditta di calcestruzzi), l’associazione negli anni si è impegnata a trovare un luogo alternativo. Con la precedente amministrazione Spagnuolo si era individuata un’area ottimale di circa un ettaro nei pressi delle Cave Bruschi, in via Palmoleta. Erano stati trovati 125mila € anche grazie all’interessamento del calciatore nazionale tedesco M. Schmelzer del Borussia Dortmund – venuto in visita in Irpinia diverse volte -, ma a causa di una mancata variazione del Puc non se ne fece più nulla. Un sogno svanito su cui erano riposti diversi nuovi progetti di inclusione sociale. Rimane tanta passione, ma con i segni quotidiani di un’enorme fatica.

Il degrado nei pressi del canile municipale

Angela Luongo ha provato a sintetizzarci la situazione di questi anni: “Gli ultimi finanziamenti ricevuti risalgono al 2019 (24.000€), stessa cifra ricevuta nel 2018. Sono scoperti invece 2016, 2017 e 2020. Siamo ai minimi storici, siamo passati da 3750 a 2000 € al mese, che vengono erogati sempre con estremo ritardo, cosa che ci crea moltissime difficoltà con i fornitori, per le operazioni, le vaccinazioni ecc. Manca prima di tutto una nuova convenzione, continuiamo ad operare per consuetudine e passione”. Un vuoto normativo che l’ente ha messo nero su bianco con tre determine del Settore ambiente (IV), che individuano un massimo di 35mila € annuali a rimborso delle spese sostenute per gli anni dal 2018 al 2020, spese “di gran lunga inferiori all’importo di mercato che deriverebbe dal ricovero dei cani presso strutture terze”, si legge nei documenti. “L’Asl e il comune sono parimenti assenti – rincara la Luongo – l’ufficio veterinario manca ancora di un responsabile dopo le dimissioni del dott. Rinaldo. Un rapporto che non è mai stato indirizzato nel modo giusto. Siamo costretti a portare i cani presso diverse strutture private per tutte le cure di cui necessitano, radiografie, ecografie, interventi ecc. o presso l’ambulatorio pubblico di Monteforte. Siamo vivi grazie a quelle poche elargizioni di privati e al grande sostegno dell’associazione italo-tedesca “Tierschutzprojekt Italien”, a cui inviamo diversi cani in affidamento”.

Il canile è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 11.30 alle 13. Per info e affidamenti è possibile telefonare al 347 7227971, consultare il sito www.aipa-av.net o la pagina facebook “Aipa Canile Atripalda”.

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