Dopo un anno di “prova” le sorelle di colore sono tornate a Roma e il convento sta per essere affidato alla Misericordia
Le suore nigeriane che avevano fatto sperare in una rifiorita dello storico Convento “Santa Maria della Purità” se ne sono andate.
Ecco l’epilogo: «Richiamata alla casa madre di Roma la badessa – come ci ha specificato don Fabio Mauriello, il presidente dell’Amministrazione, la “Fondazione volto santo” – è sfumata la funzione delle altre due sorelle, che hanno raggiunto la superiora, già tornata nella Capitale».
Ripercorriamo in breve la storia… Nel monastero era rimasta solo suor Maria Letizia Roselli, dopo la sua morte, avvenuta il 10 aprile 2015, l’ex conservatorio era stato chiuso. Ma ecco una folata di speranza tra settembre e ottobre con il sopraggiungere di tre sorelle nigeriane: suor Lena, la superiora, suor Costanza e suor Annamaria.
Direttamente dalla congregazione delle “Figlie del Divino Amore” (dedita all’istruzione, catechismo e a tantissime attività caritative), erano arrivate ad Atripalda e non si escludeva l’arrivo di altre di questo ordine presente in Africa, nelle Americhe e in Europa precisamente in Germania, Regno Unito, Svizzera e Italia (pochissime, di cui, alla fine, solo tre ad Atripalda).
Ebbene, dopo i mesi di ottobre, novembre e dicembre dello scorso anno, le sorelle furono trasferite presso la casa canonica annessa al centro di comunità parrocchiale di contrada Ischia. Ciò a causa delle spese troppo elevate (più di 600 euro al mese) per il mantenimento del Convento, definito “difficile da gestire e poco curato con cellette troppo umide e servizi igienici malfunzionanti”. Non erano stati sufficienti a risolvere i problemi i circa 15mila euro spesi prima dell’arrivo delle nuove suore dall’Amministrazione di istituto.
E’ lo stesso parroco a spiegarci il prossimo passo per mantenere in vita il Monastero infatti «la Misericordia di Atripalda, con presidente Enzo Aquino, avrà in comodato d’uso il Convento per un circolo ricreativo diurno per gli anziani».
A questo punto ci si chiede quale sarà la funzione della struttura in costruzione, ma quasi completata di via Aversa, pure destinata ad un “Centro diurno polifunzionale per anziani…”.