L’esortazione di don Ranieri Picone: «Coraggio, se uniremo le forze ne usciremo vittoriosi»


Messaggio alla comunità del parroco della chiesa di Maria SS. del Carmelo: «Ripartiremo… di nuovo… tutti insieme!»

Nei giorni scorsi, mentre ci apprestavamo ad andare a letto con il cuore forse più fiducioso che le cose potessero cambiare, siamo di nuovo ricaduti nella paura e nella seria preoccupazione che la strada per uscire da questo terribile momento che viviamo fosse ancora più lontana di quello che pensavamo.

L’appello “Restate a casa” risuona alle nostre orecchie come un serio appello, forse l’ennesimo, che ci fa comprendere la delicata e complessa fase che il nostro paese sta attraversando, e che l’emergenza COVID 19 non è affatto da sottovalutare.

Il “mostriciattolo”, così come lo hanno imparato a chiamare i nostri bambini, miete vittime, forse più di quelle che si pensava, contagia persone, ha costretto tanti alle cure ospedaliere, assistiti da medici e personale sanitario a cui va la nostra gratitudine, altri sono in quarantena, in autoisolamento domiciliare, altri sono tornati sani alle loro case e alle loro attività.

Al mattino il risveglio non è facile… abbiamo ormai imparato a cambiare le nostre abitudini… io stesso ho dovuto rimodulare i ritmi della mia giornata.

Quelli della mia generazione vivono, per la prima volta, uno dei momenti più difficili e più fragili della vita e per me, sacerdote, lo è ancora di più, trovandomi a celebrare in privato la Santa Messa e portando sull’altare le preghiere di tutti e il silenzio delle nostre vite e delle nostre strade, le nostre paure e attese.

Sembra di essere stati catapultati in un film dove le scene scorrono lentamente e sembra non afferrare appieno il senso delle cose, siamo frastornati e confusi. Noi giovani, impauriti e smarriti, non vogliamo perdere il sorriso dalle labbra, noi vogliamo continuare a sognare con voi e ad intravedere oltre le nuvole i giorni belli e sereni della vita, i momenti allegri e spensierati… tornerà il sereno, ne usciremo vittoriosi se l’arma sarà quella della prudenza e del rispetto delle regole, della comprensione e della pazienza… usciremo più forti di prima, impareremo ad essere più solidali e più uniti, a scoprire cosa significhino veramente gli affetti, le amicizie, i colleghi di lavoro, i dipendenti… imparerò a capire di più l’importanza di una comunità che mi è affidata.

Oggi soffriamo per non poter condividere insieme l’Eucarestia, ma ben venga questo, nonostante ci costi, se serva a far sì che la nostra vita diventi ora essa stessa Eucarestia, cioè un atto di offerta, di rinunce, di attenzione agli altri, di donazione, di comprensione reciproca.

Molti hanno abbassato le saracinesche dei loro negozi e attività commerciali, altri si attengono alle disposizioni previste dal governo… non è un segno di resa, né di sconfitta… è un segno di grande responsabilità e rispetto per sé e per gli altri. Non è il tempo per dividersi o per fare a gare a chi è più bravo, siamo accomunati dalla stessa attenzione, la cui radice è la passione per quello che si fa, nell’ambiente religioso così come in quello civile e sociale… penso al sacrificio che tanti commercianti atripaldesi e non solo stanno facendo in questi giorni… la passione si unisce al sacrificio degli anni, di ciò che si costruisce ogni giorno con sudore e affanno… da questo tempo di difficoltà economica essi, sono certo, proveranno a rialzarsi, e, ci auguriamo fortemente, che alle porte della Pasqua si riaprano i portoni delle nostre Chiese, le campane suonino festose, i negozi riaprano i battenti, si spalanchino le porte e allora grideremo insieme: “ce l’abbiamo fatta!”

Coraggio Atripalda, se uniremo le forze e non ci lasceremo rubare la speranza, ne usciremo vittoriosi.

A te, uomo dalla fede, debole e vacillante, è affidato ora questo mistero di sofferenza, di prova e di morte, perché tu possa attraversarlo con la luce di Cristo, speranza delle genti.

A te, uomo sicuro e perfetto, è affidato questo tempo perché tu possa considerare che le nostre sole forze e le nostre sicurezze svaniscono dinanzi alle malattie, alle epidemie, e ci fanno scoprire quanto siamo fragili e impotenti. 

A te, uomo dubbioso e incerto, è affidato questo arduo combattimento interiore, perché tu possa attendere pazientemente la scia della luce che traccia il cielo stellato del tuo universo.

A te, o Maria, Madre e Regina del Carmelo, Patrona della nostra città di Atripalda, affidiamo le nostre comunità, le nostre famiglie, la nostra patria e il mondo intero, perché tu ci ottenga dal tuo Divin Figlio, salute, serenità e conforto in questo triste momento del cammino terreno.

A te o Vescovo Sabino e a te Romolo, suo fedele Diacono, nostri amati patroni, supplichevoli rivolgiamo la nostra preghiera di intercessione  per quanti sono nella prova a causa di questo virus, sottoposti alle miserie, ai dolori e alle paure che esso provoca.

A tutti voi, Santi e Sante del cielo, venerati e invocati nella nostra città di Atripalda, eleviamo il nostro grido e la nostra voce chiedendovi di liberarci da questo e da ogni altro male.

Amen.

Sac. Ranieri Picone



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