Nota con cui il consigliere di minoranza sancisce le distanze dal Pd: Le persone libere da condizionamenti non sono gradite
All’indomani della campagna elettorale e del risultato politico, è doveroso per me condividere un’analisi che conferma una evidente e dolorosa frattura all’interno del circolo cittadino del Partito Democratico di Atripalda in scia alla situazione provinciale e nazionale.
Una forte divisione politica che ad Atripalda, da ultimo, ha determinato lo schieramento di iscritti appartenenti al circolo territoriale del Partito Democratico in due liste civiche che si sono contrapposte alle ultime elezioni comunali ed il cui esito ha drammaticamente determinato una situazione paradossale: iscritti al circolo cittadino schierati sia tra i banchi della opposizione che della maggioranza eletta insieme a rappresentanti di altre forze politiche.
Certamente, in molti abbiamo sperato e ci siamo adoperati affinché non si realizzasse questo disastroso epilogo che, purtroppo, ha reso visibile a tutti una espressione politica del Partito Democratico locale e provinciale incapace di condividere e realizzare degli obiettivi comuni oltre che di non deludere le speranze dei tanti cittadini atripaldesi che sono vicini al partito.
Si è resa evidente anche, e principalmente, una incapacità politica dei vertici del partito i quali non sono riusciti a scavalcare i muri costruiti all’interno della componente democratica locale ma, soprattutto, a liberare i democratici dall’odio nutrito sia nei confronti di alcuni dei propri compagni di partito che dell’ex Sindaco Paolo Spagnuolo.
Credo, fermamente, che per fare “buona politica” non occorra essere dei militanti di partito o persone appartenenti all’alta borghesia; tuttavia, ho maturato nella mia breve e vissuta esperienza politica che conta la sincerità, l’onestà e l’impegno morale delle donne e degli uomini capaci, ogni giorno, di confrontarsi senza timore del giudizio altrui ma coscienti del loro essere per bene e disponibili.
Il nostro futuro non ce lo regala nessuno. Dobbiamo pretenderlo e lottare per esso proprio attraverso la buona politica che non lascia scampo ad un sistema desueto e vecchio fondato sul privilegio, l’ingiustizia e l’interesse personale.
In occasione della campagna di tesseramento 2016 del Partito Democratico, insieme ad un gruppo di amici e simpatizzanti del PD, ho espresso la mia volontà di voler far parte del circolo cittadino, seppur in un momento sicuramente drammatico per quest’ultimo, all’unico scopo offrire il mio contributo rispetto ad una realtà locale già frammentata; tuttavia, mi ha animato il desiderio di portare la mia semplice esperienza politica per ragionare insieme a chi, come me, voleva cercare di realizzare obiettivi comuni per l’interesse della collettività tenendo forte in mente la realizzazione di una comunità più soddisfatta e che potesse rivedersi e ritrovarsi in un partito certamente promotore di ideali condivisibili.
Mi sono sbagliato! Le mie aspettative, e quelle di molti altri, sono state completamente deluse quando si è realizzato un atteggiamento di ingiustificato ostracismo nei confronti dell’allora primo cittadino Paolo Spagnuolo e di tutti coloro, me compreso, amici e simpatizzanti, che avevano creduto profondamente in un progetto di sviluppo comune per Atripalda.
Siamo stati accusati di essere spogli della militanza politica e messi letteralmente alla porta da coloro che si definiscono “i democratici” e che avevano la fondamentale responsabilità di essere la guida di Atripalda grazie al valore di un grande partito la cui espressione locale ha, però, realizzato una politica intesa solo come un ascensore capace di risollevare le proprie sorti, permettendo loro di vivere di rendita.
La mia scelta di aderire al circolo territoriale PD è stata stimolata dall’azione rivoluzionaria renziana che, al netto degli errori del passato di un PD altrettanto sofferente su scala nazionale, sta provando a realizzare il necessario rinnovamento della classe dirigente del partito che ha, invece, dimostrato di non essere capace di evitare l’impatto contro un sistema nuovo; difatti, i dirigenti locali ed i vertici provinciali proclamatisi “convintamente” renziani, per opportunità politica, hanno invece utilizzato metodi di matrice comunista ed antidemocratica sia in occasione del tesseramento che nella gestione delle vicende locali.
La dura chiusura subìta dal circolo cittadino del PD ha rappresentato la inequivocabile spiegazione di una logica dei vertici di questo partito secondo la quale non sono gradite le persone libere da condizionamenti perché rappresentano potenziali loro concorrenti all’interno di una realtà politica cittadina che ha bisogno necessariamente di un partito presente con impegno, capace di sostenere processi decisionali inclusivi anziché esclusivi.
Io, il mio impegno politico e morale lo vivo in modo completamente opposto; per me la politica deve essere un mezzo capace di realizzare la libertà dei cittadini svantaggiati e non privilegiati realizzando per loro una immaginaria casa dove tutti possono esprimere le loro idee e, soprattutto, le loro difficoltà in una realtà come quella che sta vivendo oggi la città di Atripalda.
Pur se deluso ed amareggiato, sono costretto ad accettare le distanze prese da questo partito nei miei confronti ma continuerò, insieme ai miei compagni di viaggio, ad ascoltare e farmi portavoce dei cittadini atripaldesi in seno al gruppo Noi Atripalda con la stima e l’amicizia di sempre nei confronti degli altri consiglieri con i quali daremo prova di una opposizione costruttiva nell’interesse del paese.
Non possiamo aspettare che arrivi l’ennesimo “uomo della provvidenza” a risollevarci da tutti i mali ma dobbiamo impegnarci, noi tutti insieme, ad investire con impegno politico ed onesto mirando alla rinascita di quei valori come la libertà, la centralità del cittadino e lo sviluppo del nostro territorio.
Dott. Domenico Landi
Consigliere Comunale gruppo Noi Atripalda