Celebrazioni del 4 novembre: uno sguardo ai caduti del passato per insegnare ai posteri
La celebrazione di ieri del 4 novembre è partita dalla sede dell’Associazione Nazionale Combattenti, Reduci e Simpatizzanti, sezione “A. Lombardi”e si è conclusa in piazza Umberto I. Ad essere presenti tutti i maggiori esponenti della cittadina: le Forze Armate, il sindaco Paolo Spagnuolo, il presidente della sezione atripaldesi Combattenti Gerardo Moschella e i parroci Don Fabio Mauriello e Don Ranieri Picone e gli alunni e insegnanti dell’Istituto Comprensivo “De Amicis–Masi” e quelli del liceo scientifico “V.De Caprariis.
C’è stata la deposizione di una corona d’alloro con l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti che è stata benedetta da don Ranieri e don Fabio. Come sottofondo l’Inno di Mameli intonato dagli alunni della scuola media “R. Masi” coordinati dal maestro Valentino Di Pietro. Emozionanti la preghiera ai Caduti e i discorsi da parte dei ragazzi delle scuole dei quali, non c’è rimasta solo impressa la pertinente recitazione della canzone di Enrico Ruggeri “Lettera dal fronte”, ma soprattutto una frase di una bambina: «Non si tratta di un momento atto alla mera commemorazione del passato, ma di un progetto che volge lo sguardo al futuro affinché la guerra, frutto della follia degli uomini, possa non ritornare più”.
A seguire la lettura del messaggio della Confederazione Associazione combattenti e partigiani da parte del presidente Gerardo Moschella: «I combattenti, i congiunti dei caduti, i mutilati e gli invalidi di guerra, i protagonisti della Guerra di Liberazione della Resistenza reduci della deportazione, dell’ internamento e della prigionia in memoria della Grande Guerra ricordano quanti, con fedeltà, sacrificarono la loro esistenza provando immani sofferenze per un’ Italia libera, democratica, pacifica e indipendente, protagonista rispettato nella comunità internazionale. Rivivono, nel triennio in cui si celebra il settantesimo anniversario della Repubblica dell’Assemblea Costituente, delle elezioni libere con il voto delle donne, del trattato di pace, l’orgoglio del popolo italiano che ha portato la lotta nazi-fascista alla riconquista dell’Indipendenza nazionale, libertà e democrazia. Manifestano riconoscenza alle Forze Armate presidio delle istituzioni repubblicane e ai Militari che rischiano la vita per la pace e convivenza dei popoli, a tutti i Combattenti per la libertà che perseverano nell’ azione rivolta a trasmettere alle nuove generazioni ideali e limpidi valori insiti nella memoria. Grazie, Italia».
La parola è passata al primo cittadino Paolo Spagnuolo: «Grazie a tutti coloro che hanno collaborato come la professoressa e dirigente Rita Melchiorre, i professori Lucia Trocciola, Capone Fiorella, Di Paola Carmela, Di Pietro Valentino, Maffeo Giovanni e Parziale Antonietta. Un grazie a voi ragazzi che siete la nuova generazione che ha dimostrato di credere nelle ricorrenze. Saluto don Ranieri e il nuovo parroco nella sua prima uscita ufficiale don Fabio. Un Grazie alle persone che hanno sacrificato la vita per i bene comune. Che cosa resta di questi valori? Tanti sono stati trasfusi nella Carta Costituzionale e in missioni di pace. La nostra Costituzione ripudia la guerra. Ma al di fuori è rimasto ben poco, bambini, ma voi potete dare una svolta e iniziare un nuovo percorso. Siamo diventati un Paese abituato alle scorciatoie, un popolo che preferisce gonfiare uno stipendio e che prima di un concorso non studia, ma cerca i nominativi per una raccomandazione. Noi avevamo paura della Secessione, tanto minacciata dalla Lega Nord ora nemmeno quello perché l’Italia è diventata “unita” anzi “unica” sotto l’aspetto della corruzione. Ciò è grave, ma potete migliorare la situazione attraverso la cultura. Lo studio è la vera arma per l’indipendenza contro la massificazione. Vivete attraverso i racconti dei vostri nonni».
Un momento di preghiera, favorito dall’intervento dei due giovani parroci compaesani don Fabio e don Ranieri, ha concluso, in maniera spirituale, la giornata tutta atripaldese dedicata ai Caduti e alle Forze Armate del 4 novembre.