
Minacce e intimidazioni ai giornalisti in Italia: 516 episodi documentati nel 2024 - Ilsabato.com
Il fenomeno delle minacce e delle intimidazioni nei confronti di giornalisti, blogger e operatori dell’informazione in Italia rappresenta un problema crescente per la libertà di stampa. Un report dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione ha conteggiato nel 2024 ben 516 episodi di violenza e intimidazione, che pongono in evidenza le gravi violazioni del diritto all’informazione e al libero pensiero. Superando i 7555 casi registrati dal 2006, questi eventi allarmano non soltanto chi opera nel campo dell’informazione, ma anche l’intera società, che si vede negato il diritto a ricevere notizie accurate e tempestive.
Un contesto preoccupante
Il report evidenzia che le intimidazioni nel 2024 si sono manifestate principalmente attraverso comunicazioni di vario tipo, come insulti, scritte offensive e interazioni sui social media. Circa il 22% delle intimidazioni ha assunto la forma di querele temerarie e azioni legali pretestuose , provenienti per la metà da uomini politici e amministrazioni pubbliche. Questo fenomeno di intimidazione evidenzia quanto sia complesso e insidioso il clima che circonda l’attività di informazione nel paese.
I relatori del convegno “Giornalisti. Molte minacce, molto silenzio. Che fare?” tenutosi a Roma hanno posto l’accento sulla responsabilità che istituzioni e cittadini hanno nell’assicurare un ambiente sicuro per chi lavora nel settore. La maggiore incidenza delle minacce in Italia rispetto ad altri paesi europei pone l’accento su un problema sistemico legato alla mancanza di adeguate contromisure, rendendo necessaria una riflessione su come proteggere al meglio i professionisti dell’informazione.
L’analisi regionale delle intimidazioni
Nel 2024 le intimidazioni si sono registrate in tutte le regioni italiane, con un focus particolare su Lazio, Veneto, Sicilia e Lombardia, dove si sono contati i maggiori episodi di minacce. Le regioni di Liguria, Veneto e Umbria, invece, sono emerse come quelle con la più alta pressione intimidatoria in rapporto al numero di giornalisti attivi. Questi dati richiedono una considerazione attenta per implementare politiche di protezione efficaci e mirate.
Il monitoraggio di Ossigeno rivela come la maggior parte delle minacce provenga da soggetti pubblici e istituzionali, rappresentando il 26% del totale. Questa situazione non solo rappresenta un attacco diretto alla professione giornalistica, ma influisce anche sul diritto all’informazione della collettività, creando un clima di paura e censura. Le aggressioni più severe si sono registrate in contesti di alta conflittualità sociale, evidenziando come la libertà di espressione sia continuamente messa a rischio.
Il profilo delle vittime e le minacce di genere
Un aspetto allarmante del report è il profilo delle vittime delle intimidazioni. Nel 2024, il 26% dei giornalisti minacciati erano donne, di queste il 35% ha subito minacce di genere, tra cui insulti sessisti e aggressioni fisiche. Il dato da solo mette in luce quanto il tema della violenza contro le donne nel settore dell’informazione sia un aspetto da affrontare con urgenza e determinazione.
Tra i fatti più significativi riportati nel documento di Ossigeno, ci sono stati episodi di cronisti fermati dagli agenti di polizia mentre coprivano manifestazioni di protesta e l’uso di strumenti come trojan e perquisizioni invasive. Queste misure, sebbene mirino a garantire la sicurezza nazionale, sollevano interrogativi sulla loro legittimità e sul rispetto del diritto alla libertà di stampa.
Un fenomeno da monitorare
Il 2024 ha visto un calo delle aggressioni fisiche e dei danneggiamenti rispetto all’anno precedente; tuttavia, la situazione rimane allarmante. La scarsa presenza di contromisure adeguate e l’ignoranza delle raccomandazioni della Commissione Europea sullo stato di diritto in Italia pongono interrogativi sul futuro dell’informazione nel paese. La necessità di un monitoraggio costante è fondamentale per garantire un ambiente di lavoro più sicuro per i giornalisti e per difendere il diritto della popolazione a essere informata.
Il report dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione rappresenta, quindi, un importante strumento di denuncia e un appello all’azione collettiva per la salvaguardia della libertà di stampa e dei diritti di chi lavora nel settore dell’informazione. La situazione attuale richiede un impegno serio e risoluto per combattere la cultura delle minacce e delle intimidazioni, tutelando così la democrazia e il diritto di tutti a un’informazione libera e imparziale.