Musto: Entro fine marzo mercato unico nel parco. E poi siamo pronti a cambiare marcia


L’assessore al commercio si sbilancia: Abbiamo idee e progetti per dare un nuovo volto alla città e migliorare la qualità di vita. Mercato in Piazza prima della fine del mandato, in arrivo nuove aree blu in via Appia, revoca del bando di assunzione dei vigilini, riordino parcheggio interno e accesso alla “De Amicis”, riattivazione videosorveglianza, ricorsi e incassi autovelox, con un milione di euro già… in cassa.

Mercato, commercio, inquinamento, parcheggi e autovelox sono alcune delle tematiche più attuali affrontate da Mirko Musto, assessore delegato al commercio e al traffico, in questa lunga intervista concessa al nostro giornale. Tematiche anche pesanti perché riguardano perlopiù la quotidianità dei cittadini incidendo notevolmente sulla qualità della vita ad Atripalda. La conversazione parte da uno degli argomenti riemerso drammaticamente negli ultimi giorni dopo aver verificato che chi dieci anni fa temeva la fine del mercato settimanale dopo la sua delocalizzazione aveva visto giusto perché le bancarelle sono sempre di meno e sempre meno frequentate.

Assessore, riusciremo a rivedere un giorno il mercato in Piazza?

Il mercato settimanale tornerà al centro della città: è un impegno che abbiamo assunto con la città in campagna elettorale e prima della scadenza del nostro mandato amministrativo lo rispetteremo. Siamo convinti di poterlo fare perché i lavori che stanno interessando il tratto urbano del fiume Sabato dovrebbero terminare nel giro di un anno, per cui si può ragionevolmente prevedere che a quel punto non dovrebbero esserci più ostacoli al trasferimento di tutte le bancarelle.

E come sarà organizzato il mercato al centro?

Le strade interessate saranno via Aversa, via Fiume, via Gramsci e quasi certamente anche l’isola pedonale di piazza Umberto I, senza impegnare la sede stradale perché non è pensabile chiudere la Piazza al traffico. Siamo fiduciosi sulla fattibilità perché oggi l’estensione del mercato è notevolmente inferiore rispetto a quella di qualche anno fa grazie alla scrupolosa attività di verifica sui pagamenti della tassa di occupazione del suolo pubblico e sulle effettive presenze, all’esito della quale sono state revocate molte licenze, avviata cinque anni fa dall’ex assessore Antonio Iannaccone e ripresa dalla nostra amministrazione dopo un periodo di rilassamento. Gli attuali 105 ambulanti sono tutti in regola con i pagamenti, con un incasso Tosap di circa 40mila euro annuale, a cui si aggiungono altri circa 13mila euro dei cosiddetti spuntisti, cioè degli ambulanti occasionali.

E l’accorpamento invece?

Anche l’accorpamento possiamo considerarlo tecnicamente fatto. Ormai è davvero una questione di settimane, al massimo entro la fine di marzo le bancarelle spariranno da via San Lorenzo dove, invece, saranno ospitati i parcheggi, consentendoci anche un bel risparmio sui costi di pulizia straordinaria e liberando le traverse di via Appia, intasate dalle auto il giovedì mattina.

Anche sei mesi fa disse più o meno le stesse cose…

Non siamo riusciti a rispettare i tempi perché dopo la decisione di chiudere la “Mazzetti” è stata data priorità alla riorganizzazione degli istituti scolastici. Poi ci siamo concentrati sulle iniziative natalizie e, quando sembrava essere arrivato il momento di riprendere il discorso, c’è stata una piccola emergenza neve che ha comunque impegnato gli uffici comunali, già piuttosto sguarniti. Oggi, comunque, la priorità è il mercato, anche perché fra qualche mese partiranno i lavori di ampliamento del ponte delle Filande, con l’inevitabile chiusura al traffico di quel tratto di via Pianodardine, e non possiamo immaginare di tenere chiuse il giovedì entrambe le strade perché si creerebbero seri problemi alla circolazione veicolare.

Ma cosa manca?

Qualche piccolo intervento ai varchi di accesso, ai servizi igienici e ad alcuni cordoli per creare maggiori condizioni di sicurezza. Anche perché gli ambulanti troveranno posto esclusivamente nel parco e nella strada antistante, senza impegnare i marciapiedi come accade oggi. E poi vorremmo incontrare gli ambulanti, i sindacalisti e i residenti per confrontarci con loro. Ripeto, ancora qualche settimana di pazienza e avvieremo lo spostamento. Anche perché abbiamo intenzione di restituire al quartiere ed alle famiglie un bel parco rimesso a nuovo. E dal giorno dopo già cominceremo a progettare il rientro di tutto il mercato al centro città.

E per il commercio a posto fisso che pensate di fare?

Il discorso è un po’ più complesso. Per questo settore stiamo agendo su più fronti, anche se ci aspettiamo molto anche dagli stessi commercianti. Per quanto ci riguarda, quando è necessario accompagnare o stimolare il commercio in occasioni particolari punteremo sempre di più su eventi come le cosiddette “notti bianche” e Giullarte, cercando anche di avere altri finanziamenti sull’esempio delle “luci d’artista” di Salerno, mentre per favorire la mobilità sia veicolare che pedonale abbiamo allo studio alcuni interventi sul traffico e sulla sosta. E’ chiaro che ciò non basta se l’offerta non è qualitativamente attraente, perciò confidiamo anche nella capacità dei nostri commercianti di saper raccogliere la sfida dopo un periodo in cui molti hanno preferito cedere le proprie licenze di vicinato in cambio di un posto fisso più tranquillo nei centri commerciali. Ed è anche per questo che oggi ci ritroviamo con molti megastore, il cui bacino di utenza supera necessariamente i confini comunali, con inevitabili ricadute sul traffico e sullo smog.

Un tasto dolente…

Intanto mi preme sottolineare e riconoscere che se abbiamo registrato il positivo risultato ottenuto con la modifica dei tempi di accensione del semaforo sulla Puntarola è stato anche grazie all’input arrivato dal suo giornale. Ho raccolto personalmente quell’invito ad agire ed oggi sono davvero contento di aver affrontato quella sfida perché il risultato è sotto gli occhi di tutti. E anche per questo mi sento pronto a spingermi oltre, cercando di intervenire con decisione anche su via Appia bassa, cioè sul tratto fra la Maddalena e la ferrovia, introducendo la sosta a pagamento. D’altra parte i positivi riscontri ottenuti prima in via Aldo Moro e poi in via De Caprariis ci incoraggiano ad andare avanti senza esitazioni.

Cioè pensate a nuove aree blu?

Ci siamo definitivamente convinti che sia arrivato il momento di estendere la sosta a pagamento anche in quel tratto di via Appia dopo aver parlato con i commercianti e riscontrato che molti dipendenti dei negozi o dei centri commerciali della zona lasciano le auto in sosta per tutto il giorno proprio lungo la strada togliendo la possibilità agli avventori di trovare facilmente parcheggio. Sicuramente qualcuno protesterà, ma così come è accaduto in altre zone i benefici saranno evidenti. Anche perché la maggior parte dei residenti in quella zona ha il box privato e non avrebbe necessità di parcheggiare l’auto in strada, al più nelle traverse pubbliche, dove prevediamo di collocare i parcheggi gratuiti.

Ciò significa che dovrete acquistare altri parcometri?

Sì, necessariamente. Abbiamo calcolato che ne occorreranno almeno una mezza dozzina, di nuova generazione, cioè che accettano pagamenti sia con le monete che col cellulare e con le carte di credito, in grado di emettere anche gli abbonamenti semestrali e annuali. In più, attraverso un sistema integrato di fotocamere, sensori e display luminosi, si potrà sia conoscere in quale zona esistono parcheggi liberi senza essere costretti a fare interminabili giri alla ricerca di un posto, sia risalire al numero di targa dei veicoli che non espongono il ticket oppure parcheggiati in sosta gratuita da più dei 15 minuti consentiti. Insomma, un sistema innovativo che nelle città dove viene utilizzato, come ad esempio Foligno, sta dando davvero ottimi risultati. Naturalmente l’intenzione è quella di sostituire completamente o progressivamente anche tutti gli altri 22 parcometri presenti in città per estendere il servizio su tutto il territorio comunale.

Quindi pensate anche di rottamare già gli attuali parcometri?

L’intenzione è quella di dare in permuta i vecchi parcometri alla ditta che otterrà la commessa dei nuovi, ma sapendo bene che se oggi neanche la metà degli utenti paga il parcheggio, dopo sarà molto più difficile farla franca e, quindi, gli incassi copriranno rapidamente i costi iniziali.

E quanto costa un parcometro e quanto incassiamo oggi dalla sosta a pagamento?

Un parcometro costa circa 6mila euro e noi pensiamo di acquistarne una trentina. Per quanto riguarda gli incassi stiamo registrando un trend positivo: nel 2018 i parcometri hanno fruttato 151mila euro, nel 2017 fruttarono 146mila euro e nel 2016 140mila euro, per un totale di circa 437mila euro negli ultimi tre anni. Se da questo importo sottraiamo i circa 140mila euro serviti per acquistare a rate gli attuali parcometri, i circa 140mila euro riconosciuti ai 4 ausiliari addetti al controllo e i circa 108mila euro liquidati alla Cosmopol per il servizio di scassettamento e versamento, pur considerando altri costi gestionali, come software, ram dati e carta, possiamo essere fiduciosi sul fatto che, aggiornando l’attuale sistema di gestione della sosta, avremo da un lato una città più ordinata e dall’altro maggiori entrate.

E per l’attività di controllo della sosta che intenzioni avete? E a che punto è l’assunzione dei 4 nuovi ausiliari del traffico?

Partiamo dal secondo punto. Premettendo che non abbiamo ancora preso una decisione definitiva e che la procedura coinvolge per competenza anche l’assessore al personale oltreché il sindaco ed il segretario comunale, abbiamo registrato circa 250 domande di assunzione per due ore al giorno per quattro mesi restando spiazzati e francamente non sappiamo ancora bene se e come procedere perché organizzare una selezione che preveda una prova scritta ed una prova orale per così tanti candidati non è né semplice, né veloce, né economico. In altre parole non è escluso che potremmo anche decidere di annullare la procedura e andare avanti diversamente. E vengo al primo punto. L’organico della Polizia municipale a luglio perderà un’altra unità (il maresciallo Fausto Di Rito, ndr.) che verrà sostituita dall’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di un nuovo agente attraverso l’istituto della mobilità mentre entro fine anno dovrebbe esserne assunto un altro a tempo pieno oppure altri due part-time. In altre parole non crediamo di poter avere personale dipendente sufficiente a garantire efficacemente il controllo della sosta a pagamento, per cui non è escluso che appena sarà possibile predisporremo un bando pubblico per affidare all’esterno l’intero servizio. Analogamente a quanto pensiamo di fare per la gestione degli spazi pubblicitari.

Cioè?
Abbiamo avviato un’attività di verifica e riordino di tutti gli spazi pubblici destinati alla pubblicità, compresa la segnaletica commerciale, con l’obiettivo di affidare il servizio all’esterno e incrementare le relative entrate.

E per la riattivazione del sistema di videosorveglianza che tempi prevedete?

Siamo quasi pronti, dopo aver completato l’iter burocratico per l’individuazione del responsabile della protezione dei dati personali, l’Ufficio tecnico sta lavorando alla realizzazione della sala monitor all’interno del Comando dei Vigili urbani dopodiché tutte le telecamere di sorveglianza saranno riattivate.

A proposito di sorveglianza, l’ingresso posteriore della scuola “De Amicis” è sempre poco sorvegliato…

Ne sono pienamente consapevole perché ho notato che effettivamente la quantità di automobili che entrano ed escono dal piazzale interno dell’edificio scolastico è esagerata e mette a rischio la sicurezza degli studenti, ma non possiamo destinare un Vigile urbano al controllo di quel varco perché non abbiamo agenti sufficienti. O meglio, potremmo anche pensare di rinforzare il turno antimeridiano, ma sapendo che poi non avremmo più agenti per il turno pomeridiano. Comunque la soluzione definitiva è in arrivo perché abbiamo deciso di riordinare il parcheggio interno e di automatizzare il cancello consegnando i telecomandi solo alle persone autorizzate lasciando aperto il cancello pedonale.

Dulcis in fundo… l’autovelox sulla Variante, croce e delizia dell’Amministrazione comunale. Intanto può darci qualche dato ufficiale sul numero di verbali e sugli incassi?

Senz’altro, ma preferirei partire dall’inizio, altrimenti temo che non si comprenda bene cosa stiamo facendo. Quando siamo stati eletti un anno e mezzo fa abbiamo trovato la seguente situazione: due autovelox parcheggiati in un deposito comunale, una rata mensile di 5mila euro da pagare, una previsione di entrata in bilancio per 4 milioni di euro all’anno da realizzare e la richiesta di attivazione bocciata dalla Prefettura. Avevamo due possibilità: azzerare tutto e denunciare alla Corte dei conti il danno erariale perché si stavano spendendo i soldi dei cittadini per un servizio che non era partito oppure cercare di mettere a posto le carte e riavviare l’iter. Abbiamo deciso di andare avanti perché ci siamo resi conto che l’autovelox avrebbe aumentato la sicurezza in quel tratto di strada ed in particolare di chi si immette sulla Variante verso Avellino Est provenendo da via Manfredi.

Aspetti, ci vuole dire che l’autovelox funziona solo per garantire più sicurezza agli automobilisti?

Per quanto mi riguarda la vedo proprio così. Mi sono convinto a portare avanti il discorso quando ho capito le potenzialità dello strumento in termini di sicurezza e quando mi sono reso conto che attivando la postazione fissa avremmo potuto anche rinunciare a quella mobile guadagnando la disponibilità di due vigili impegnati almeno un giorno a settimana sulla Variante per il controllo della velocità. Oggi quel tratto è più sicuro, il notevole traffico scorre in maniera più ordinata e prudente rispetto al passato. In ogni caso, assumo l’impegno a verificare se l’Anas è favorevole ad innalzare il limite da 70 a 80 km/orari per rispondere a chi sostiene che in quel tratto sia possibile anche sostenere una velocità leggermente maggiore. In ogni caso, la decisione di provare a verificare se almeno uno dei due autovelox acquistati potesse essere attivato un centinaio di metri più avanti rispetto al punto immaginato inizialmente e bocciato dalla Prefettura per ragioni di sicurezza non è stata determinata da aspetti esclusivamente economici. E comunque abbiamo risolto un problema che non abbiamo creato noi.

Ma non può negare che quello economico è l’aspetto più evidente e anche controverso considerando il contenzioso in atto…

Intanto credo che dovremmo essere tutti d’accordo sul fatto che chi supera il limite di velocità vada multato. Detto questo aggiungiamo qualche informazione utile ad inquadrare meglio il fenomeno. L’autovelox è attivo 13 giorni al mese per 12 ore continuative secondo un calendario che stabilisce la Prefettura e da quando l’autovelox è entrato in funzione, cioè a metà giugno scorso, ha scattato circa 18mila foto, elevando una media di circa 250 multe al giorno, per un importo complessivo di 2,2 milioni di euro, di cui circa un milione già incassato. Finora, poi, abbiamo notizia di 450 ricorsi, di cui 40 accolti, 40 respinti e altri da discutere, che rappresentano meno del 3% del totale delle multe elevate, una percentuale alquanto fisiologica e prevedibile nonostante una campagna di stampa che facendo credere che i ricorsi fossero tutti accoglibili ha incentivato il contenzioso.

Ma il fatto che nel testo del verbale mancasse un elemento essenziale, cioè il riferimento al decreto prefettizio che autorizza l’utilizzo dell’autovelox in quel preciso punto e la cui eccezione sollevata dai legali dei ricorrenti è stata accolta dai giudici, è un errore che l’Amministrazione ha sostanzialmente riconosciuto provvedendo a far correggere il testo…

Siamo intervenuti su quell’aspetto correndo ai ripari anche se non siamo del tutto convinti che fosse un elemento determinante per l’accoglimento dei ricorsi, infatti, di concerto con la delegata al contenzioso Giuliana De Vinco, siamo pronti ad impugnare tutti i ricorsi accolti davanti al giudice ordinario. E a quel punto non so se agli automobilisti converrà resistere perché in caso di soccombenza le spese processuali sono molto salate.

E nel frattempo il Comune ha già incassato circa un milione di euro…

Sì, anche se non ci stiamo esaltando più di tanto perché prevediamo un calo delle entrate nei prossimi mesi dovuto al fatto che gli automobilisti saranno sempre più prudenti, il che non ci dispiace affatto. In ogni caso, la prima buona notizia è che per la prima volta dopo tanti anni forse non sarà necessario utilizzare le anticipazioni bancarie per assicurare il funzionamento del Comune, risparmiando circa il 3% di interessi.

Ma come sarà speso l’incasso dell’autovelox?

La metà andrà investita necessariamente in sicurezza e l’altra metà per coprire il disavanzo, obiettivo che di questo passo contiamo di realizzare agevolmente. E’ innegabile comunque che Atripalda con questi soldi è destinata a fare un grande balzo in avanti, grazie anche agli ambiziosi progetti che abbiamo in mente, in grado di cambiare in pochi anni il volto della città e restituire ai cittadini migliori condizioni di vita. E l’Amministrazione guidata da Giuseppe Spagnuolo sarà all’altezza della sfida.



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