Il vicesindaco è in corsa per il Consiglio regionale con la lista “Fare democratico – Popolari”: «La mia candidatura nasce come espressione del territorio, spero che la città di mi dia una mano»
Nazzaro, cosa l’ha convinta a candidarsi?
«Le molteplici istanze che provengono dalle persone che attendono una risposta. In questi anni mi sono resa conto che il Comune non riesce a trovare le soluzioni che la città si aspetta, perché ci sono poche risorse e molti vincoli, ed è necessario avere riferimenti più alti. Prima di candidarmi, però, ho riflettuto molto, fino a 24 ore prima della scadenza per la presentazione delle liste, perché andrei ad assumerei una grande responsabilità. Poi ho deciso di accettare la proposta dei Popolari, riconoscendomi pienamente nel loro progetto politico, ed eccomi qui, con forza e coraggio».
La sua esperienza di vicesindaco cosa le sta insegnando?
«Atripalda è grande, le criticità sono tante. Amministrativamente abbiamo ereditato una situazione da predissesto, che stiamo cercando di affrontare con molti sacrifici, e ogni giorno dobbiamo “inventarci” qualcosa. Viviamo, inoltre, in un contesto delicato e difficile, reso ancor più tale dalla crisi socioeconomica che stiamo attraversando ed abbiamo bisogno di strumenti nuovi e più efficaci, che solo la politica può metterci a disposizione. La Regione Campania è destinataria di tante risorse, che spesso restano parcheggiate per troppo tempo: non possiamo più aspettare».
Oltreché vicesindaco è anche assessore all’istruzione, un fronte particolarmente caldo a pochi giorni dalla riapertura delle scuole: è preoccupata?
«I problemi ci sono, ma posso assicurare che soprattutto grazie all’impegno del sindaco stiamo affrontando anche tante questioni mai affrontate in passato, soprattutto riguardo la sicurezza e l’ammodernamento degli edifici scolastici. Stiamo attraversando, cioè, una fase di transizione, che porterà grandi risultati nel medio termine, consapevole che è necessario avere solo un po’ di pazienza. L’emergenza ha poi aggravato la situazione e inizialmente non c’è stata molta chiarezza a livello centrale, ma ci siamo attivati ugualmente senza perdere un giorno di tempo, con sopralluoghi, riunioni e valutazioni per provare a creare le migliori condizioni possibili alla riapertura delle scuole ad Atripalda. Insomma, non ci siamo fatti trovare impreparati».
E come state organizzando il rientro a scuola?
«Gli spazi non mancano, il problema è legato al rischio assembramenti. E per questo credo che l’anno scolastico partirà con i doppi turni per ridurre al minimo gli affollamenti. Nello specifico siamo anche noi in attesa di sapere dalla dirigenza l’organizzazione dell’orario scolastico, per predisporre adeguatamente, dove possibile, i servizi di mensa e trasporto».
Molti si chiedono se era possibile utilizzare Centro servizi.
L’ipotesi del Centro servizi è stata vagliata, ma non è perseguibile nell’immediato sia perché la copertura necessiterebbe di una costosa riparazione, sia perché l’immobile è oggetto di una trattativa di vendita, che speriamo si concretizzi in modo tale da riuscire finalmente a risanare il bilancio comunale».
E quali altre criticità sta registrano nel suo ruolo istituzionale?
«Stiamo riscontrando notevoli difficoltà a riqualificare i luoghi di aggregazione, un tema che mi sta particolarmente a cuore e sul quale vorrò impegnarmi molto se sarò eletta al Consiglio regionale. Anzi, posso già assicurare che se davvero andrò in Regione, ma non riuscirò a fare ugualmente nulla di concreto, non esiterei un attimo a farmi da parte perché non vivo di politica e non ne faccio una questione personale: il mio slancio è esclusivamente a favore del bene comune. Nel privato sono riuscita a realizzare ciò che mi ero prefissata, so che nel pubblico è molto più difficile perché la burocrazia rappresenta un grosso freno, ma posso promettere il massimo impegno visto che mi trovo in una fase della mia vita che mi consentirebbe di offrire il mio contributo alla collettività almeno per i prossimi dieci anni».
Dopo le regionali ci sono le comunali…
«Non guardo oltre e non mi sto misurando, non sono in competizione con nessuno e non entro nelle scelte di altri: la pandemia ci ha insegnato che le nostre vite possono essere stravolte da un giorno all’altro e quindi è meglio pensare al “qui e ora”. In questo momento sono il candidato locale alle regionali e spero che gli atripaldesi mi diano una mano ad arrivare in Regione facendo quadrato intorno ad una persona del proprio territorio».