Panorama

Nella Valle del Sabato…

Dal convegno in memoria di Biagio Venezia, appunti e riflessioni del giornalista Antonio Zollo

“Cumm’è bella a muntagna stanotte…”, canta il soldatino della Grande Guerra nell’ultimo film di Ermanno Olmi, “Torneranno i prati”. Quella montagna, in verità, brulicava di armi, proiettili, gas  mortali, morti, feriti. Anche la valle del Sabato, vista di notte da una qualsiasi delle alture che le fanno corona, sembra un paesaggio da Presepe. Invece, è diventata una terra da incubo per i livelli di degrado e inquinamento che ha raggiunto. Il convegno che si è tenuto nell’Aula Magna del Liceo scientifico “Vittorio De Caprariis”– dedicato alla memoria di Biagio Venezia – ha fornito dati scientifici, immagini, testimonianze il cui senso può essere così riassunto: decenni di scelte illusorie, sbagliate, comportamenti scellerati, interventi che non si sono fatti o che sono stati fatti in modo nefasto, fughe dalle proprie responsabilità, scaricabarile a non finire hanno determinato una situazione drammatica per la salute dei lavoratori impiegati nelle manifatture che insistono nel bacino del Sabato e in particolare nel Nucleo industriale di Pianodardine; per la salute delle popolazioni che vivono in quel bacino: conseguenze certificate, in particolari dall’incidenza per morti da tumori.

Per non dire della devastazione ambientale, che ha fatto di una possibile risorsa un pericolo che tuttora incombe e contro il quale occorrerebbero, da subito, una strategia complessa e coerente, con soluzioni realistiche, condivise ed efficaci, nel breve, medio e lungo periodo. In effetti, tutti i relatori: il dottor Roberto D’Orsi, geologo; Franco Fiordellisi, segretario della Camera del Lavoro di Avellino; il professor Aldo D’Andrea, chirurgo, autore del libro “Affaire Isochimica”; il dottor Franco Mazza, presidente “Medici per l’ambiente” di Avellino; il dottor Antonio Morfella, presidente di “Medici per l’ambiente” di Napoli; la dottoressa Maria Chiara Pierri, ricercatrice dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici; tutti, dicevamo, hanno ribadito la gravità della situazione – gravità della quale non c’è, forse, piena consapevolezza a tutti i livelli – e l’urgenza di interventi a tutela della salute e di ripristino di una condizione ambientale compatibile. Facendo tesoro anche dei risultati delle ricerche che continuano, come il progetto Spes, illustrato dalla dottoressa Pierri.

Inevitabilmente, al centro degli interventi sono finito lo Stir con il suo carico di ecoballe, e l’Isochimica, l’azienda al centro di un processo in corso a Napoli, sotto accusa per metodi e procedure usati negli anni in cui ha operato per estrarre l’amianto da migliaia di carrozze ferroviarie. Per l’Isochimica il problema è duplice: risanamento dell’area coinvolta, giustizia per chi ha pagato, spesso con la vita, il contatto con l’amianto senza adeguate protezioni. Sullo Stir un chiarimento è venuto dal sindaco, Giuseppe Spagnuolo, che ha seguito i lavori del convegno dall’inizio alla fine: l’obiettivo resta la delocalizzazione del sito trattamento e stoccaggio delle ecoballe; nel frattempo tutto si deve fare perché lo Stir operi in condizioni di sempre maggior tutela per gli operatori e la popolazione.

Il convegno ha avuto un pubblico composto per buona parte da studenti del Liceo, alcuni dei quali hanno ricevuto dalla preside Maria Stella Berardino e dal sindaco gli attestati di partecipazione a un progetto di robotica presso l’Università di Salerno. Anche quest’anno l’evento si è giovato della collaborazione del Centro “Guido Dorso”, per il quale è intervenuto la professoressa Giuliana Freda.

Le letture conclusive del regista Marco La Placa – brani tratti da grandi autori, da Sant’Agostino ad Hemingway – sono state una stimolante sollecitazione ad aver migliore cura dell’ambiente e, in definitiva, di noi stessi. Il convegno – come si diceva all’inizio – è stata l’occasione per ricordare anche quest’anno Biagio Venezia, la competenza e la passione con cui ha svolto il ruolo di sindacalista e amministratore pubblico, esempio di impegno civile anche nella difesa dell’ambiente. Tanto più è stato perciò apprezzato l’intento, ribadito dal sindaco Spagnuolo, di intitolare a Biagio il giardino di largo Genio Alpini Orta che contribuì a realizzare e che rappresenta il suo testamento spirituale.

Antonio Zollo

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Redazione