Nicola Pietrangeli parla della Coppa Davis e del tennis moderno durante il Trophy Tour a Roma - Ilsabato.com
Il grande Nicola Pietrangeli, una delle icone del tennis italiano, ha condiviso la sua esperienza con la Coppa Davis in occasione della prima tappa romana del Trophy Tour, un evento che celebra i trionfi del tennis azzurro. La manifestazione, tenutasi al Circolo Canottieri Roma, ha visto esposte la Coppa Davis e la Billie Jean King Cup, in un contesto di festa e celebrazione per i recenti successi ottenuti dall’Italia nel mondo del tennis. Le valutazioni di Pietrangeli offrono uno spaccato interessante non solo della sua carriera, ma anche di come il tennis sia cambiato nel corso degli anni.
Nicola Pietrangeli ha evidenziato il valore unico della Coppa Davis, considerandola un’esperienza a sé stante rispetto ai normali tornei. “Io e la Coppa Davis ci conosciamo da molto tempo e molto intimamente,” ha dichiarato. Questa competizione, secondo Pietrangeli, porta con sé un’atmosfera particolare che non può essere replicata da un mental coach, suggerendo che le emozioni e le pressioni del torneo siano difficili da trasferire. Molti tennisti di talento, pur brillando nei tornei, non riescono ad esprimere il loro potenziale nella squadra nazionale. Pietrangeli ha citato Fabio Fognini come esempio emblematico di un giocatore che ha sempre dato il massimo per il suo Paese, sottolineando che il suo impegno non può essere messo in discussione.
Durante la conversazione, Pietrangeli ha condiviso la sua visione sul tennis moderno, paragonandolo a una corsa di Formula 1, dove competere meglio significa viaggiare a velocità elevate. La sua nostalgia per il passato emerge quando parla dei cambiamenti avvenuti nel mondo del tennis. “Questo tennis di oggi non mi appartiene,” ha affermato, esprimendo la sua difficoltà ad adattarsi alle nuove dinamiche del gioco. Ha confrontato gli ingaggi finanziari attuali con le modeste somme che guadagnava durante la sua carriera, evidenziando un divario incredibile. Oggi, vincere il torneo di Parigi può significare un premio di 2,5 milioni di euro, mentre lui ha vinto solo 150 dollari. Questa riflessione serve a sottolineare quanto il panorama tennistico sia cambiato, spostando l’attenzione da un approccio più “artigianale” e umano a uno sempre più commerciale.
Il presidente del Circolo Canottieri Roma, Paolo Vitale, ha aggiunto una nota di ottimismo riguardo al futuro del tennis in Italia. Ha posto l’accento sul duro lavoro necessario per raggiungere il successo e ha lodato l’impegno della federazione. Vitale ha rimarcato che i trionfi non sono mai casuali, evidenziando l’importanza della dedizione e della pianificazione che accompagnano ogni vittoria. Inoltre, ha reso omaggio ai valori fondamentali che permeano lo sport, come la famiglia e la memoria, sottolineando che, nonostante le nuove sfide, questi principi rimangono forti e rappresentano le radici del successo.
Durante questo evento prestigioso, è emersa una chiara celebrazione non solo dei successi e traguardi del tennis italiano, ma anche una profonda reverenza per la storia e l’evoluzione del gioco, con le sue sfide e le sue conquiste. La presenza e le parole di Pietrangeli e Vitale evidenziano quanto il tennis sia più di uno sport: è una passione che unisce generazioni.