Notte di tensione al centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca: incendi e tentativi di autolesionismo - Ilsabato.com
Incendi e situazioni critiche hanno segnato la notte tra venerdì e sabato presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca d’Isonzo, creando un’atmosfera di grande preoccupazione. Secondo quanto riportato dai quotidiani del Gruppo Nem, si sono verificati episodi di autolesionismo che hanno acceso un acceso dibattito sui metodi di detenzione. La denuncia arriva dal canale No ai Cpr, che si oppone strenuamente a tali strutture, accusandole di violare diritti e dignità.
Due cittadini stranieri trattenuti all’interno dell’ex caserma Polonio di via Udine avrebbero tentato di avvelenarsi consumando candeggina. Un gesto estremo, che ha sollevato l’allerta e destato la preoccupazione non solo tra i detenuti, ma anche tra le organizzazioni attive nel monitoraggio della situazione nei CPR. Dalla Questura di Gorizia è però giunta una precisazione che ha smontato la gravità dell’accaduto. Le forze dell’ordine hanno chiarito che non vi sarebbe stata reale ingestione della sostanza tossica, ma un tentativo di simulazione, finalizzato a ottenere un ricovero ospedaliero e, da lì, una possibilità di fuga.
La dinamica degli eventi ha suscitato l’attenzione del gruppo che si oppone all’esistenza dei CPR, evidenziando un quadro di malessere e disagio tra i trattenuti. Secondo testimonianze, i due individui sarebbero stati trovati per ore stesi sotto la pioggia all’interno del cortile della loro cella-gabbia, in attesa di ricevere assistenza.
La situazione si è ulteriormente aggravata quando altri detenuti hanno iniziato a dar fuoco ai materassi, esprimendo così il loro malcontento e richiedendo aiuto. I fumi densi del fumo che si alzavano dalla struttura hanno allarmato i residenti e sollecitato un intervento immediato delle autorità per domare le fiamme. L’operato delle forze dell’ordine in questo contesto è stato messo sotto osservazione, poiché la tempestività della risposta è stata giudicata cruciale in tali situazioni di emergenza.
La Questura ha tenuto a rassicurare l’opinione pubblica, affermando che non ci sono stati ritardi nelle operazioni di soccorso. I due uomini coinvolti nel tentativo di autolesionismo sono stati prontamente trasportati in ospedale, dove, dopo un controllo, sono stati dimessi poco dopo.
Il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca d’Isonzo ha accolto, e continua ad accogliere, un numero significativo di cittadini stranieri in attesa di espulsione. La condizione dei detenuti all’interno di queste strutture è spesso oggetto di dibattito, con attivisti e organizzazioni che segnalano come i luoghi di detenzione amministrativa possano generare situazioni di stress e crisi che portano a gesti estremi.
Le cronache di episodi di autolesionismo e di tensione all’interno dei CPR sono sempre più diffuse. Le contestazioni che emergono evidenziano non solo il difficile stato mentale dei detenuti, ma anche l’urgenza di ripensare politiche di accoglienza e di gestione delle persone in transito. Mentre il dibattito prosegue, la questione ha messo in evidenza le divergenze tra le necessità di sicurezza pubblica e i diritti umani fondamentali, ponendo interrogativi sul futuro di queste istituzioni e sul trattamento riservato a chi vi è costretto.