Nuove rivelazioni sul caso Moro: l’avvocato Biscotti apre una nuova inchiesta a 47 anni dalla strage

Il complesso e intricato caso relativo al sequestro di Aldo Moro potrebbe prendere una piega inaspettata a 47 anni dalla strage di via Fani. Le dichiarazioni di Lauro Azzolini, ex terroristA delle Brigate Rosse, giungono a un momento in cui l’attenzione degli inquirenti si riaccende su eventi e figure storicamente dimenticate. Infatti, l’avvocato Valter Biscotti, rappresentante dei familiari delle vittime della scorta di Moro, ha annunciato l’intenzione di presentare un’istanza alla procura di Roma, nella quale chiederà di ascoltare Azzolini. Le dichiarazioni recenti dell’ex brigatista potrebbero rivelare dettagli mai esplorati prima e si potrebbero delineare nuovi sviluppi in un caso che continua a suscitare domande irrisolte.

Le dichiarazioni di Lauro Azzolini

L’indagine si è riaperta in seguito ad alcune intercettazioni registrate nel 2023, nell’ambito di un’inchiesta che riguarda un episodio legato alle Brigate Rosse verificatosi in Piemonte. In queste conversazioni, Azzolini ha menzionato un’altra persona presente il giorno del rapimento e della strage in via Fani. Questo soggetto è completamente estraneo a tutte le indagini condotte fino ad ora e il suo nome è sconosciuto al grande pubblico e alle forze dell’ordine. Nel corso degli anni, il sequestro di Aldo Moro e la conseguente morte delle cinque persone della scorta sono stati oggetto di numerosi processi e indagini, eppure nuovi elementi potrebbero ora riaccendere speranze di chiarire ulteriormente i fatti.

Azzolini è noto per la sua partecipazione a brutalità passate e, sorprendentemente, ha espresso un certo rammarico per le sue azioni, una posizione che ha suscitato interrogativi tra i familiari delle vittime, i quali ora desiderano approfondire la questione. La posizione dell’avvocato Azzolini, Davide Steccanella, risulta sfuggente e non si è voluto esprimere riguardo le iniziative di Biscotti relative a un caso di cui non si occupa. Tuttavia, l’interesse per quello che Azzolini ha da rivelare rimane alto.

L’inchiesta sulla Cascina Spiotta

Le novità in arrivo non si limitano alle parole di Azzolini, ma sono collegate anche al caso della Cascina Spiotta a Arzello, dove nel giugno del 1975 ci fu un violento scontro tra i brigatisti e le forze di polizia nella tentata liberazione dell’imprenditore Vittorio Vallarino Gancia. L’epilogo di quella sparatoria costò la vita a un appuntato delle forze dell’ordine e a una brigatista, dando vita a un’altra pagina drammatica della storia del terrorismo in Italia. Le indagini su questo episodio, avviate nel 2021 su segnalazione del figlio di uno dei morti, hanno chiuso le indagini preliminari nel febbraio dell’anno scorso.

Tra i documenti del fascicolo, vi sono intercettazioni effettuate dal ROS di Torino, che hanno coinvolto personaggi indagati, incluso Azzolini. Nelle sue comunicazioni telefoniche, l’ex brigatista ha offerto spunti che parlano dell’agguato di via Fani, richiamando alla memoria la figura di un presunto nuovo soggetto che non era mai stato attenzionato dagli inquirenti nel corso delle varie indagini e processi avvenuti. La richiesta di verifiche da parte dell’avvocato Biscotti sottolinea la volontà di illuminare angoli finora in ombra nella storia recente italiana.

L’importanza del ricordo

Il 16 marzo resta una data di grande significato per l’Italia, una giornata in cui il ricordo delle vittime dell’agguato di via Fani riecheggia con forza. Le commemorazioni in questo giorno coinvolgono figure di spicco, dal presidente del Senato Ignazio La Russa al capo della Polizia Vittorio Pisani, tutti uniti nell’honore delle vittime di una delle stragi più drammatiche della storia contemporanea. Ogni anno, infatti, si rinnovano domande e dubbi rimasti irrisolti, contribuendo a una narrazione complessa che continua ad avvolgere la memoria collettiva nazionale.

La richiesta di revisione e ascolto di testimoni potrebbe quindi non solo svolgere un ruolo cruciale nel fornire risposta a molti interrogativi, ma anche servire come un potenziale passo verso una forma di giustizia riabilitativa per le famiglie rimaste colpite da queste tragedie. Le parole di Azzolini e le relative inchieste rappresentano ora una nuova opportunità di esplorare una verità che, da troppo tempo, resta nell’ombra.

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Jessica Lacorte