Protagonista di una stagione irripetibile ha un unico rimpianto: nessun erede sportivo
Negli anni ’90 ha vinto tutto quello che poteva vincere, dal “Tricolore” a Montecosaro al Campionato Italiano ACLI di Bocce a Terna insieme ad Antonio Guariniello e Luigi Palumbo: stiamo parlando di una leggenda delle bocce di casa nostra, Enzo Amoroso, che oggi, 12 luglio, compie 80 anni. Un traguardo importante, che rappresenta il giusto pretesto per ricordare a tutti il suo impressionante palmares composto da 37 medaglie d’oro e 27 coppe, oltre alla conquista per ben due volte dei campionati nazionali (secondo e terzo in altre due occasioni).
Enzo fin da piccolo si appassionò alle bocce, grazie soprattutto al Circolo Risorgimento Sociale guidato dal padre, ovvero Salvatore Amoroso, storico presidente che, insieme ad Antonio Amodio, iniziò l’attività agonistica nella vecchia sede alla Salita Palazzo in una proprietà attigua al Comune. Il Circolo in onore di San Sabino da allora iniziò ad organizzare le gare di bocce a coppia a carattere regionale con la partecipazione di decine di squadre e un centinaio di atleti. Ed in questo contesto Enzo iniziò a vincere numerose gare fino a raccogliere l’eredità del padre, scomparso nel 1990. Contemporaneamente Enzo fu protagonista di una buona carriera all’interno di Poste Italiane, dove fu assunto nel 1958 per andare poi in pensione nel ruolo di “direttore” dopo 42 anni di onorato servizio.
Oltre ai meriti sportivi, Enzo è ricordato da molti cittadini per la gentilezza e testardaggine, la stessa che gli permise di riaprire il campo di bocce dopo il terremoto (l’attuale sede de “Il circolo risorgimento sociale” in via Nicola Salvi). Amoroso ha continuato a divertirsi fino al 2015, quando ha deciso di abbandonare ogni tipo di incarico con un unico rammarico nel suo cuore: non aver allevato giovani campioni in grado di sostituire i vecchi e celebrati campioni atripaldesi. Oggi, insieme alla moglie Maria ed i figli Enza, Salvatore e Walter (che gli hanno donato una splendida nipotina) si gode la meritata pensione in splendida forma.
Roberto Renzulli