
Omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine: la politica romana si ferma a ricordare il massacro del 1944 - Ilsabato.com
La commemorazione del massacro delle Fosse Ardeatine, avvenuto nel 1944, ha riunito una serie di figure politiche che hanno reso omaggio alle 335 persone, civili e militari, uccisi dai nazisti. Questa cerimonia, svoltasi con una forte presenza simbolica e emotiva, mette in evidenza la necessità di preservare la memoria storica in un contesto politico sempre più polarizzato.
Cerimonia al Campidoglio: un richiamo alla memoria
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha guidato la cerimonia commemorativa, nel corso della quale i nomi delle vittime sono stati letti uno ad uno, creando un’atmosfera solenne. Una corona d’alloro è stata deposta in onore delle vittime, mentre uno striscione che riportava i nomi di ogni singola persona trucidata copriva la scalinata del Campidoglio. La scelta del Campidoglio come luogo simbolico per questo omaggio sottolinea l’importanza della memoria collettiva, ma anche il dovere delle nuove generazioni di non dimenticare le atrocità del passato.
La premier Giorgia Meloni ha rilasciato un messaggio commovente, sottolineando che l’eccidio è una delle “ferite più laceranti” subite dalla città di Roma e dall’intera Italia. Ha ricordato che l’operazione di rappresaglia da parte delle truppe naziste di occupazione è stata una risposta a un attacco partigiano avvenuto in via Rasella. Tuttavia, le sue parole hanno sollevato polemiche. A molte voci dell’opposizione non è sfuggito quanto possa essere insidioso ignorare il coinvolgimento di altri attori storici, come il regime fascista, nella dinamica di quel tragico evento.
Le contestazioni sulla responsabilità storica
Il presidente dell’ ANPI, Gianfranco Pagliarulo, ha evidenziato una mancanza importante nel discorso della premier, denunciando l’assenza di riferimenti alla complicità del regime fascista, in particolare del questore di Roma, Pietro Caruso, che, secondo le testimonianze storiche, fornì ai nazisti informazioni cruciali. Questo ha sollevato interrogativi sulla narrativa ufficiale, alimentando un dibattito sul ruolo attivo del fascismo nell’eccidio e sull’importanza di una visione storica completa.
Questa questione è stata ripresa anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, il quale ha cercato di mantenere l’attenzione sul “massacro nazista”, senza esplicitare le responsabilità italiane. La sua comunicazione, inviata dall’estero durante una missione in Cina, ha destato ulteriori critiche, in special modo da parte dei partigiani, che hanno accusato i politici di voler riscrivere la storia secondo una narrazione che minimizza il ruolo del fascismo.
Differenze di approccio nel dolore politico
Le reazioni politiche si sono divise chiaramente lungo le linee di schieramento, con il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha compreso un riferimento diretto al fascismo, bollando l’evento come “eccidio nazifascista”. La sua affermazione risuona diversamente rispetto a quella della premier e del presidente del Senato, creando un contrasto interessante nell’approccio alla memoria storica all’interno della stessa maggioranza governativa.
Anche il vicepremier Antonio Tajani ha preso una posizione chiara, ricordando le vittime della strage nazifascista, mentre altri membri della coalizione, come Francesco Lollobrigida ed Elisabetta Casellati, hanno condannato la barbarie che ha colpito la popolazione. Tuttavia, fa notare il deputato Federico Fornaro, non era presente una voce chiara dalla Lega, in particolare quella di Matteo Salvini.
La difesa della memoria contro il revisionismo
I leader del centrosinistra hanno risposto a queste frasi senza attaccare direttamente Meloni, ma ponendo l’accento su un pericolo di revisionismo sempre più presente. Elly Schlein ha espresso preoccupazioni circa la necessità di “presidiare la memoria” per contrastare i tentativi di riscrivere la storia, proponendo un’azione diretta per mantenere viva la verità storica. Giuseppe Conte ha ampliato la discussione sulla responsabilità democratica, sottolineando l’importanza di proteggere i valori di libertà e giustizia nel contesto attuale.
Carlo Calenda ha voluto ricordare anche le vittime del Partito d’Azione, sottolineando il sacrificio degli uomini che hanno lottato contro il nazifascismo. Questa ricorrenza non è solo un momento di ricordo, ma rappresenta anche una riflessione importante sulla necessità di un dibattito sano e aperto riguardo alla nostra storia, per impedire che le atrocità del passato possano ripetersi nel futuro. La commemorazione delle Fosse Ardeatine non è solo un tributo a chi ha perso la vita, ma anche un costante invito a riflettere sulle responsabilità collettive.