L’assessore ai servizi sociali spiega in cosa consiste il progetto destinato all’accoglienza e sul progetto “Aurora” e sui sussidi respinge le accuse di ritardi
L’Amministrazione comunale, con l’approvazione nel corso dell’ultima seduta di Consiglio comunale del protocollo d’intesa, ha avviato l’iter per l’insediamento in città di uno Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo). I prossimi passaggi saranno la pubblicazione di un avviso per manifestazioni d’interesse, cioè la ricerca di partner per la progettazione, e la richiesta del relativo finanziamento al Ministero degli Interni attraverso i fondi Fami (fondi asilo, migrazione e integrazione). Maggiori dettagli sono stati illustrati dall’assessore ai servizi sociali, Nancy Palladino.
Assessore, intanto cos’è lo Sprar?
«E’ un progetto ministeriale che ha l’obiettivo di superare l’attuale sistema di accoglienza straordinaria degli immigrati consentendo ai comuni di compiere scelte programmatiche per il proprio territorio. In sostanza è un sistema che, con l’ausilio del cosiddetto terzo settore, garantisce migliori condizioni di vita ai richiedenti asilo ed ai rifugiati».
Quindi lo Sprar andrà a sostituire i due Centri di Accoglienza Straordinaria che già esistono sul nostro territorio e che ospitano una quarantina di immigrati?
«Non necessariamente. Cioè non è escluso che le strutture che attualmente ospitano i rifugiati non possano diventare in futuro sedi di Sprar. La differenza sta nella gestione, nel numero e nelle attività che saranno praticate. La gestione, infatti, sarà seguita direttamente dal Comune che, evidentemente, in convezione con soggetti esterni, garantirà ad un massimo di 35 immigrati, un numero inferiore a quello attuale, vitto, alloggio e tutto ciò di cui hanno bisogno per integrarsi completamente anche dal punto di vista lavorativo oltreché sociale».
E quali saranno i vantaggi per la città?
«Così come è già avvenuto in altre realtà che hanno avviato gli Sprar prima di noi, ci aspettiamo che l’integrazione avvenga in maniera più sicura e controllata e che si registrino ricadute positive sul nostro territorio attraverso l’indotto».
A che punto sono gli altri progetti sociali? Perché, per esempio, “Aurora” dopo quattro mesi perché è ancora fermo?
«Il progetto non è partito in nessun comune dove è stato finanziato perché l’Inps ancora non ha completato la verifica dei pre-requisiti degli aventi diritto e, di conseguenza, i Comuni non possono procedere con le assunzioni, seppure a tempo determinato. Chi, anche dai banchi dell’opposizione consiliare, solleva la questione lo fa strumentalmente perché, invece, sa bene come stanno le cose. Nel frattempo, invece, abbiamo riattivato un altro servizio sospeso dalla passata amministrazione e cioè il Caf presso il Comune ogni giovedì mattina, che resterà aperto almeno fino alla scadenza della convezione e cioè a giugno».
E a che punto è anche la regolamentazione dell’accesso alle prestazioni assistenziali?
«Su questo argomento siamo al paradosso che la commissione consiliare che dovrebbe scrivere il nuovo regolamento ancora non si è insediata perché la minoranza, dopo più di due mesi, ancora non ha designato i propri componenti. Per quanto ci riguarda siamo stati chiari sin dall’inizio: stop a contributi a pioggia. E fino a quando non sarà approvato un nuovo regolamento, che disciplinerà anche i criteri di erogazione, non vi sarà più alcun sussidio unatantum. Ci dispiace per chi, evidentemente, era abituato diversamente ed oggi ha trovato i rubinetti chiusi».