
Papa Francesco torna a casa: il suo messaggio dopo il ricovero al Gemelli - Ilsabato.com
Papa Francesco ha ripreso la sua vita pubblica dopo un lungo ricovero presso l’ospedale Gemelli, in seguito a un intervento chirurgico. Ieri, lunedì 24 marzo 2025, il Pontefice si è affacciato al balcone per salutare i fedeli e condividere la sua gratitudine. Nonostante le difficoltà fisiche, il suo spirito è rimasto incoraggiante e pieno di speranza per tutti i presenti.
Un’apparizione attesa dai fedeli
Il momento tanto atteso è giunto a mezzogiorno, quando la finestra del balconcino al quinto piano dell’ospedale si è aperta. La scelta di questo punto privilegiato è stata dettata dalla necessità di proteggere Papa Francesco dalle correnti d’aria, optando così per una posizione più sicura. Una speciale pedana realizzata dai falegnami vaticani ha reso possibile la vista del Papa alla folla sottostante, mentre l’infermiere Massimiliano Strappetti, che lo ha assistito costantemente durante il ricovero, ha provveduto a fermare la carrozzina. Appena il Papa è apparso, la folla ha reagito con un lungo e fervido applauso, esprimendo affetto e supporto in un’atmosfera carica di emozione.
Durante questo primo contatto con la gente, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, si è offerto di passare un microfono al Pontefice. Francesco, visibilmente affaticato, ha colto l’occasione per esprimere il suo apprezzamento. Si è parlato molto di questo ritorno, un desiderio manifestato in molte occasioni rispetto alla sua guarigione. I medici, dopo aver osservato i progressi, hanno acconsentito al suo ritorno, mettendo però in guardia il Papa riguardo alla necessità di attenersi alle indicazioni mediche per garantire una convalescenza sicura.
I messaggi di affetto e gratitudine
Sul balcone, il Papa ha mostrato segni di affetto alla folla, rispondendo a cori di “Ti vogliamo bene” con un accenno di sorriso. Con una voce stanca, ha indirizzato i suoi ringraziamenti, benedicendo i presenti e individuando una signora in particolare che portava fiori. Dopo un breve saluto, durato meno di un minuto, Francesco è stato riportato all’interno, dove ha avuto modo di esprimere la sua gratitudine al personale medico e ai primari che lo hanno assistito. Dopo il breve incontro, sono state nuovamente applicate le cannule al suo naso per l’ossigeno, prima che la sua macchina, una Cinquecento bianca, imboccasse il ritorno verso la sua residenza.
Il percorso di ritorno ha compreso una sosta a Santa Maria Maggiore, dove il Papa ha voluto inviare un mazzo di fiori gialli al cardinale Mackrikas, destinato all’icona venerata di Salus Populi Romani. Questa immagine è venerata da secoli dai romani, per la sua presunta protezione contro le calamità e le guerre. Purtroppo, le condizioni non hanno permesso a Francesco di scendere dalla vettura e pregare di persona, ma il gesto simbolico ha rappresentato il suo legame con la storia e le tradizioni della città.
Riflessione sull’Angelus e il contesto mondiale
L’Angelus di oggi non è stato proclamato direttamente dal Papa, ma i suoi pensieri sono stati diffusi in forma scritta. La sua riflessione si è centrata sulla pazienza, enfatizzando l’importanza di questa virtù e la fiducia nell’amore divino attraverso le avversità. Ha condiviso con i presenti il suo vissuto di pazienza durante il ricovero e ha fatto notare come tale qualità sia fondamentale per affrontare le fasi difficili della vita. Inoltre, ha toccato temi di attualità, evidenziando con tristezza il rafforzarsi delle tensioni nella regione del Medio Oriente. Il Papa ha chiamato a una pausa del conflitto, auspicando che le trattative per il dialogo potessero riprendere.
Francesco ha anche espresso il suo sostegno per la recente buona notizia di un accordo di pace in via di realizzazione tra Armenia e Azerbaigian, un segnale di speranza per i conflitti in corso. Questa dichiarazione ha suscitato reazioni nella sfera politica italiana, con la premier Meloni e altri membri del governo che hanno accolto con favore il ritorno del Papa, segnalando un sentimento collettivo di gioia e orgoglio. Quando Francesco ha raggiunto Santa Marta, ha trovato ad attenderlo Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, pronto a dargli il benvenuto in un momento di grande significato.