Partite Iva, la guerra (persa) dei mille: il tessuto socioeconomico risente della crisi commerciale


Gli appelli degli esercenti si fanno sempre più disperati: “Molti di noi non riapriranno più, altro che andrà tutto bene”

La diffusione del Covid-19 ha innescato anche una grave emergenza economica: sono tante le realtà imprenditoriali che quotidianamente denunciano le pesanti difficoltà che stanno incontrando e, soprattutto, manifestano una forte preoccupazione per quello che sarà il futuro (non ritenendo adeguate le misure economiche attuate fino ad ora dal Governo). Non fa eccezione la città di Atripalda, tra l’altro storicamente definita “la città dei mercanti”: sulle sponde del Sabato, giusto per citare un dato, provano a sopravvivere oltre 1.000 Partite Iva. Il “numero” appena indicato, inoltre, va integrato con una considerazione, e cioè che la categoria dei commercianti, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, è stata probabilmente la più danneggiata.

Prima di riportare le singole iniziative realizzate dagli esercenti, è opportuno provare a capire quali strumenti potrebbe mettere in campo l’Amministrazione comunale, la prima interlocutrice della categoria in questa delicata fase. Già due settimane fa il sindaco Giuseppe Spagnuolo rassicurò gli esercenti sul pagamento dei tributi locali: “A tal proposito, infatti, non abbiamo emesso alcun ruolo” aggiunse il sindaco. Lo stesso concetto è stato ribadito successivamente dall’assessore con delega proprio ai tributi Massimiliano Del Mauro e dall’assessore con delega al commercio Mirko Musto.

E a proposito dei tributi locali- ovvero Tari, Tosap ed Icp- il Comune sta valutando con Irpiniambiente l’ipotesi di una possibile rimodulazione dei costi di gestione dei rifiuti. Se questa ipotesi si concretizzerà, lo sconto ottenuto verrà riconosciuto agli utenti maggiormente penalizzati.

Il Comune può fare altro? Ad oggi non molto di più. Il Governo, però, sta vagliando nuove misure al fine di “ampliare” il raggio d’azione degli Enti Locali. Il tempo a disposizione, però, stringe e diversi esercenti stanno sull’orlo della disperazione: basti pensare che non sono pochi i titolari di Partite Iva che sono ricorsi ai cosiddetti “buoni spesa”.

Le iniziative dei commercianti per tutelare la categoria: Quella che sta ottenendo maggiore risalto mediatico, e non solo, è denominata “Noi non ce la faremo”, ovvero un appello disperato alla Regione ed al Governo affinché si prevedano misure concrete per salvare le tante attività sull’orlo del fallimento. Il primo passo dell’iniziativa, diventata ben presto virale al punto da richiamare in città diverse testate giornalistiche, è stata la realizzazione di un manifesto con una serie di richieste affisso sulle vetrine di una buona parte degli esercizi cittadini (oltre alla creazione della pagina Facebook “Piccoli imprenditori”).

Diverse le richieste avanzate, a partire da maggiore liquidità per pagare dipendenti e fornitori: dal risarcimento in misura percentuale direttamente ai proprietari dei locali commerciali al blocco delle utenze non domestiche durante l’emergenza fino ad un contributo mensile nella misura del 30% del fatturato annuo da rapportare in dodicesimi o un contributo rapportato alle condizioni economiche del nucleo familiare e i carichi di famiglia secondo i parametri del reddito di cittadinanza.

Le stesse richieste, quindi, sono state ribadite ai media da alcuni fautori della protesta, tra cui: Chiara Di Maio (titolare della catena “Dulcis in Furno”) e Giovanna Trezza (titolare del negozio di abbigliamento per bambini “Deluxe”) all’emittente televisiva “Telenostra”; da Sandro Lauri (titolare del bar “Beviamoci su”) e da Francesca Aquino (titolare del negozio di abbigliamento “68 Frallala Closet”) alla testata giornalistica “Irpinianews”. Giovedì 16, infine, nello spazio antistante proprio al bar di proprietà di Lauri c’è stata una riunione tra diversi esercenti locali, a cui ha partecipato anche l’assessore Massimiliano Del Mauro.

Queste le dichiarazioni di Lauri a margine dell’iniziativa: «La situazione attuale per noi è molto particolare. Viviamo un momento di forte difficoltà, ma le bollette continuano ad arrivare. Stiamo cercando tutti insieme di lanciare un grande grido, per farci ascoltare perché noi abbiamo fatti ogni sacrificio, adesso chiediamo di essere ascoltati. Molti di noi stanno già nello sconforto più totale: da quaranta giorni non vediamo un euro, chiediamo degli aiuti immediati, concreti visto che le misure attuali le vediamo molto lontane, si prospettano tempi troppo lunghi. Noi ce la stiamo mettendo tutta: siamo partiti con la frase “Andrà tutto bene”, ma non sappiamo se ne andrà tutto bene».

L’associazione dei commercianti di via Roma: Dopo la creazione del gruppo Facebook “Partite Iva Atripalda, Avellino e provincia”, l’associazione – che in parte non avrebbe aderito all’iniziativa “Noi non ce la faremo” – ha inviato alla Regione una pec in cui erano elencate tutte le richieste della categoria per fronteggiare questo periodo di grave difficoltà. Successivamente, così come ha spiegato uno dei due presidenti Domenico Caronia (l’altro è Generoso Sole), hanno aderito all’iniziativa “Una gallina domani”, ovvero la possibilità da parte dei cittadini di acquistare voucher spendibili appena riapriranno i negozi: «Sono stati tanti i cittadini che hanno risposto presente. Per noi è stato un segnale importante visto che i tempi che viviamo sono difficili. Non siamo molto fiduciosi, ma la speranza, ovviamente, è che andrà tutto bene».

 

 

 

 

 



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