No, la sedicente necessaria potatura di un siepe (che schermava e faceva da quinta scenica, oltre a definire spazi ed assicurare una eccellente acustica ‘naturale’) proprio non si può tollerare.
E’ insopportabile che in un’area degradata del centro storico (che negli ultimi 8 mesi ha rappresentato, grazie ad una suggestiva idea progettuale del versatile e creativo Carmine Tranchese, un luogo di aggregazione e di cultura, una location di eventi artistici e musicali, dove singoli, gruppi, forum, intellettuali, cineasti, artigiani e poeti hanno potuto esprimere al meglio il bisogno di socialità, di una città stanca ed asfittica come sta diventando o è già diventata Atripalda) nessuno avverta il bisogno di coinvolgere chi a quei luoghi ha restituito dignità urbana e ne ha fatto uno spazio vivo e noto in ambito regionale.
Neppure il Prezioso effervescente assessore, che si fa vedere ogni tanto e rivendica meriti e primogeniture per interposta persona, sa dire nulla di più che l’intervento era… programmato da tempo.
Intanto che la natura sani le ferite degli uomini, sarà documentata, ancora una volta con una evidenza inoppugnabile, la superficialità e la rozzezza intellettuale di chi ha autorizzato la sconcia capitozzatura. Nella Piazzetta degli artisti ci saranno più rumori, più cartacce e si potrà finalmente osservare tutto quello che c’è fuori. E dall’esterno arcigni controllori potranno finalmente esercitarsi nella loro riconosciuta mediocrità. Una pena.
Raffaele La Sala – coordinatore di “Piazza Grande”