
Polemiche per voli con jet militari sulle Dolomiti: l'Alto Adige chiede spiegazioni - Ilsabato.com
Un’azienda svizzera ha suscitato un acceso dibattito in Alto Adige per la pubblicizzazione di voli “a bassa quota” con jet militari sulle celebri Dolomiti. La questione è emersa grazie a un’interrogazione presentata dal consigliere provinciale Andreas Leiter Reber, eletto con il gruppo Freie Fraktion. Questo progetto di turismo estremo e il suo impatto sull’ambiente locale hanno creato preoccupazioni tra i residenti e i rappresentanti politici.
L’offerta dell’azienda svizzera
L’azienda pubblicizza sul proprio sito web un entusiasmante volo in jet sopra le Dolomiti. Affermano di offrire un’esperienza unica, evidenziando la possibilità di volare a grande velocità, sorvolando cime imponenti e godendo di panorami mozzafiato. I pacchetti proposti includono un volo di 30 minuti al costo di 4.500 euro e uno di 45 minuti a 6.350 euro. Sul sito si sottolinea che durante il volo, i partecipanti potranno vivere manovre acrobatiche avanzate, come looping, roll, e virate in stile Immelmann. Questo tipo di offerta ha sollevato interrogativi non solo sul suo impatto ambientale, ma anche sulla legalità di tali attività nelle aree protette.
Le preoccupazioni ambientali espresse dai politici
Andreas Leiter Reber ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla pratica di permettere voli a bassa quota sul patrimonio naturale delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità Unesco. Secondo lui, mentre le autorità locali incoraggiano la popolazione a ridurre le emissioni di CO2 e adottare misure costose per la sostenibilità, consentono a un’élite di cercare avventura sorvolando una delle zone più belle d’Europa. Questa apparente contraddizione ha destato l’interesse della comunità locale e nazionale, facendo sorgere domande sulla coerenza delle politiche ambientali attuate dalla Giunta provinciale.
Le normative vigenti sui voli a bassa quota
La legge provinciale stabilisce che il sorvolo di parchi naturali e aree montane sopra i 1.600 metri deve avvenire a un’altitudine non inferiore ai 500 metri. Pertanto, le offerte di voli “a bassa quota” e le manovre pubblicizzate dall’azienda svizzera potrebbero non essere conformi alle norme vigenti. Questo ha portato il consigliere Reber a richiedere alla Giunta di esaminare la questione e considerare un divieto totale per i voli di piacere con jet militari nella regione. La salvaguardia di un ambiente unico come quello dolomitico deve necessariamente prevalere sull’interesse di un turismo estremo che rischia di compromettere la bellezza naturale del paesaggio.
Il futuro della proposta di volo in jet
In attesa di una risposta da parte della Giunta provinciale, la questione rimane sul tavolo. La società ha già ricevuto prenotazioni, con clienti entusiasti che lodano l’opportunità di vivere un’esperienza così avventurosa. Tuttavia, il dibattito sollevato dalla questione offre uno spunto di riflessione sull’equilibrio tra turismo e tutela dell’ambiente. Resta da vedere come si evolverà la situazione e quali misure verranno adottate per proteggere il patrimonio naturale dell’Alto Adige.