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Prezioso: “La differenziata non è un disastro”

L’assessore all’ambiente cerca di spiegare il vistoso calo della percentuale di rifiuti selezionati

Antonio Prezioso

Dopo aver pubblicato i dati sulla raccolta differenziata 2016, scesa al 64,20%, abbiamo chiesto all’assessore all’ambiente Antonio Prezioso di concederci un’intervista. Specifichiamo che Prezioso, per motivi di tempo legati ad impegni personali, ci ha chiesto di inviargli le domande tramite email, alle quali ha risposto sempre via web. Secondo l’Assessore il calo della differenziata non è enorme ed è fisiologico. Noi abbiamo messo in luce come nel 2013, invece, abbia addirittura raggiunto il picco del 78% e che oggi sia giunta al 64%. Che la differenziata ad Atripalda abbia un problema ormai è risaputo e abbiamo cercato di lanciare l’allarme da diversi mesi. 

Assessore, purtroppo la raccolta differenziata 2016 è stata del 64,20%, scendendo addirittura al di sotto del 65% previsto dalla legge. Come si spiega questo calo?

«Quando nel maggio del 2012 ho ricevuto la nomina di Assessore all’ambiente, Atripalda era la pecora nera dell’intera Provincia di Avellino, considerato esempio negativo di come non doveva essere gestito il servizio di raccolta rifiuti. Cito solo alcuni dati ufficiali nel 2011 la percentuale di raccolta differenziata raggiungeva un misero 27%, nel 2012 il 31%. Partendo da questa situazione mi sono subito attivato per predisporre un piano che dalla raccolta con cassonetti stradali passasse al cosiddetto “porta a porta” con i carrellati custoditi a pie’ di portone. Preparato il piano nei numerosi incontri, tenutisi presso Irpiniambiente, constatai che il passaggio al “porta a porta” all’inizio avrebbe comportato un aumento consistente dei costi del servizio. Tale prospettiva ci ha imposto una riflessione in seno alla giunta. Nel frattempo le modifiche legislative nazionali in merito alla cosiddetta provincializzazione dei rifiuti, sembrava aprire uno spiraglio al superamento dell’obbligo di rivolgersi al gestore unico provinciale Irpiniambiente, considerati da quasi tutti gli addetti ai lavori il vero problema. La volontà manifestata pubblicamente dal Sindaco Spagnuolo di voler andare oltre la provincializzazione, ha causato un commissariamento che io definirei “anomalo” , il Prefetto di allora, a fronte di circa 80 comuni irpini che non raggiungevano la percentuale di r.d. predispose il commissariamento solo per il nostro Comune, un mistero a cui ancora non ho saputo dare una spiegazione. Partito il piano che avevo preparato insieme al funzionario dell’ufficio ambiente, da subito si è avuto un aumento della percentuale. Il famoso picco del 78% del giugno 2013 che lei estrapola e prende come riferimento per evidenziare un calo enorme che nei fatti non c’è stato. A fine 2013 la percentuale di r.d. ha raggiunto il dato del 53%. Nel frattempo a giugno era ampiamente finito il commissariamento e la raccolta ha avuto risultati straordinari il 70% nel 2014, il 68% nel 2015. Confrontandomi con altri colleghi assessori, ho avuto modo di constatare che il calo delle percentuale a distanza di 4 o 5 anni dalla sua partenza è assolutamente fisiologico e esso dipende in parte dalla scarsa attenzione dei cittadini e in parte dai pochi controlli effettuati dai vigili urbani».

Come mai, nel corso di questi mesi, l’Amministrazione non ha condotto una campagna di sensibilizzazione sulla differenziata avvisando i cittadini? L’Impressione è che non si sia fatto il possibile per recuperare.

«Durante questi anni sono state intraprese diverse iniziative tese a sensibilizzare la cittadinanza: brochure nelle scuole, manifesti, articoli di giornale, comunicazioni attraverso i social. Lo scorso anno con la collaborazione del Prof. Giovanni De Feo dell’università di Fisciano, abbiamo pensato di cominciare proprio dai più piccoli, con la campagna di sensibilizzazione di Greenopoli nelle scuole elementari e medie. Lo scorso dicembre, ho fatto pubblicare una nuova ordinanza e diffuso con manifesti e volantini distribuiti sotto ogni le informazioni per custodire correttamente i carrellati e porre maggiore attenzione al rispetto della differenziata. Insomma l’attività di sensibilizzazione non è mai mancata. Ma tutto quello che un’amministrazione fa funziona solo se c’è la fattiva collaborazione dei cittadini».

Sulle buone pratiche messe in atto per la differenziata, come le mangialattine, si sono ottenuti buoni risultati? Ci può dare i dati su quante lattine sono state portate dagli atripaldesi all’apparecchio?

«L’iniziativa è stata accolta molto bene dai cittadini, prova ne è che i contenitori si riempiono settimanalmente e siamo impegnati nella raccolta delle stesse lattine con una cadenza fissa e precisa. Non potrei, ad oggi, darle un dato perché il periodo di riferimento è breve. Tra qualche mese potremmo conoscere i numeri precisi dell’iniziativa. Che ripeto, costituisce soltanto un primo passo verso il riciclo incentivante».

Atripalda, grazie al commissario prefettizio, aveva raggiunto addirittura il 78% di differenziata nel giugno 2013. In tre anni abbiamo perso quattordici punti percentuali. Cosa si può fare per recuperare?

«Il passo successivo per ritornare a far salire le percentuali è l’organizzazione del Riciclo incentivante, il primo esperimento lo stiamo facendo con le mangia lattine, accolte con grande entusiasmo dai cittadini, un dato in peso non renderebbe l’idea sulle quantità, ma le posso dire che settimanalmente dobbiamo svuotarle, quindi la risposta c’è. Con il centro raccolta si potrà fornire a tutti i cittadini una card sulla quale saranno riconosciuti dei punti, in base ai rifiuti differenziati, che daranno ai cittadini virtuosi una riduzione della Tari. Quindi chi più differenzia meno paga, una premialità sempre più personalizzata che premi il cittadino civile e fa pagare di più chi non compie il proprio dovere civico. Per poter realizzare il programma che ci siamo dati, però in primis va realizzato il centro raccolta. Per questo abbiamo tutto pronto, destinazione urbanistica dell’area progetto e autorizzazione degli enti preposti, purtroppo le lungaggini burocratiche ci hanno fatto perdere il finanziamento della regione, ma con maggiore volontà politica nel bilancio dello scorso anno si potevano reperire le risorse necessarie alla realizzazione del centro che consentirebbe una maggiore flessibilità nell’organizzazione del servizio e con una riorganizzazione delle raccolte una probabile riduzione dei costi a carico dei cittadini. Un ultimo punto non meno importante, riguarda la società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti. Bisogna infatti assolutamente trovare il modo per i ridurre i costi di gestione, perché è impensabile che per coprire le proprie spese nel 2013 la Provincia di Avellino, proprietaria di Irpiniambiente, abbia deliberato un aumento dei costi di smaltimento della frazione indifferenziata da 93 a 190 euro a tonnellata. Con un solo atto tutti i risparmi che si potevano ottenere, sono stati vanificati. Grazie per l’occasione che mi ha dato per spiegare una materia cosi complicata come la gestione della raccolta rifiuti in una città. La situazione, com’è sotto gli occhi di tutti, non è disastrosa come si vuol far credere. In provincia di Avellino siamo infatti tra i primi comuni al di sopra dei diecimila abitanti».

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