Procreazione medicalmente assistita: le sfide e i progressi in Italia secondo l'esperto Antonio Pellicer - Ilsabato.com
L’argomento della procreazione medicalmente assistita è sempre più attuale in Italia, un paese dove i dati recenti rivelano un incremento nel numero di trattamenti, ma grandi differenze rispetto ad altre nazioni europee. Antonio Pellicer, professore di Ostetricia e Ginecologia all’Università di Valencia e fondatore dell’IVI, analizza le tecniche disponibili e il contesto attuale della Pma nel nostro paese, offrendo uno sguardo approfondito su questo delicato tema.
Secondo Pellicer, è fondamentale garantire l’accesso alle tecnologie più efficaci per affrontare le problematiche legate alla fertilità. Recenti dati rilasciati nella Relazione 2024 dal Ministero della Salute mostrano che in Italia ci sono stati circa 87 mila trattamenti di Pma nel 2022, un lieve aumento rispetto all’anno precedente. Questo dato è significativo, ma evidenzia anche un aspetto critico: la maggior parte delle donne che si rivolgono a queste tecniche ha un’età media di 37 anni. Pellicer sottolinea che questo dato non è casuale. Si tratta di un riflesso dei cambiamenti sociali in atto, dove le coppie tendono a posticipare la decisione di avere figli a fasi più avanzate della loro vita.
La crescita della Pma in Italia deve quindi accompagnarsi ad una strategia di sensibilizzazione che ponga l’accento sull’importanza della procreazione precoce e sull’accesso a tecnologie all’avanguardia. Questo unito a un’educazione più efficace può influenzare le scelte familiari delle coppie.
Nel suo intervento, Pellicer si sofferma sulle varie tecniche di Pma, sottolineando che i risultati possono variare notevolmente a seconda del metodo utilizzato. Ad esempio, con la fecondazione in vitro utilizzando materiale biologico della coppia, si stimano tassi di successo fino al 93% con tre embrioni sani. Invece, l’uso di ovuli donati può incrementare notevolmente questo valore, arrivando fino al 98% di successo con cinque embrioni. Questi dati evidenziano il vantaggio di accedere a tecniche moderne e come la freschezza dei gameti influisca sui risultati.
L’azione del Ministero della Salute nell’inserire l’infertilità come malattia nei Livelli Essenziali di Assistenza ha permesso di semplificare l’accesso alla Pma, ma Pellicer avverte che non basta. Il supporto economico e l’educazione delle coppie sono essenziali per promuovere l’uso delle tecnologie più efficaci. L’evoluzione delle tecniche di Pma necessità un costante aggiornamento per garantire elevati tassi di riuscita.
Analizzando i dati di utilizzo della Pma nel panorama europeo, Pellicer mette a confronto l’Italia con paesi come Spagna e Danimarca, dove il tasso di utilizzo arriva a toccare il 10-12%. In Italia, il numero scende a solo il 4,2%. Questo divario è preoccupante e mostra che ci sono ancora ostacoli significativi da superare nel nostro paese per rendere le tecniche di Pma più accessibili e accettate.
Un altro aspetto critico è il numero ridotto di procedure effettuate nei centri di Pma sul territorio nazionale. Solo il 32,5% dei centri ha eseguito più di 500 cicli l’anno, a fronte di una media del 50,1% in Europa. Molti centri privati operano nella Pma, contribuendo a differenze regionali nell’accesso e nell’offerta dei trattamenti.
Pellicer chiama all’azione: per colmare queste lacune è cruciale garantire un’informazione adeguata e un sostegno economico alle coppie. L’adozione di politiche pubbliche che facilitino l’accesso ai trattamenti più moderni è determinante per migliorare i risultati complessivi della Pma in Italia e per promuovere una cultura di consapevolezza e fiducia nei confronti di queste tecnologie.