
Protesta a Torino contro la riapertura del Centro per i rimpatri: duecento manifestanti in azione - Ilsabato.com
A Torino, circa duecento persone si sono riunite oggi pomeriggio per protestare contro la riapertura del Centro di permanenza per i rimpatri situato in corso Brunelleschi. Questo centro era stato chiuso nel 2023 a seguito di disordini verificatisi al suo interno. L’iniziativa è stata promossa dal Centro sociale occupato Gabrio, una realtà attiva nella città, con il supporto di gruppi anarchici. La manifestazione ha attirato l’attenzione su un tema controverso e delicato, suscitando reazioni sia tra i partecipanti che tra le autorità.
Corteo e slogan contro i Cpr
Il corteo ha preso il via intorno all’ex caserma che ospita il Cpr. Al suo interno, i manifestanti hanno esposto uno striscione di grandi dimensioni con la scritta “Tutti fuori! Chiudere tutti i Cpr e liberare tutti!”. Questo slogan rappresenta la richiesta principale del movimento, volto a fermare le operazioni dei Centri di permanenza per i rimpatri in tutta Italia. La presenza di fumogeni e torce da segnalazione ha aggiunto un’atmosfera di tensione alla manifestazione, mentre i partecipanti hanno lanciato petardi in direzione delle forze dell’ordine, che si trovavano schierate all’ingresso del Cpr.
Le forze di sicurezza, composte principalmente da agenti dei reparti mobili della polizia, hanno cercato di mantenere l’ordine. Le dinamiche tra manifestanti e polizia si sono scaldato, con alcuni contatti fisici: spintoni e calci sono stati registrati, creando un momento di caos nelle immediate vicinanze dell’ex caserma. La tensione tra le due parti è stata palpabile, e le forze dell’ordine hanno dovuto gestire la situazione con attenzione.
Assemblea pubblica al centro sociale Gabrio
Dopo la manifestazione di oggi, è prevista un’assemblea pubblica presso il centro sociale Gabrio. Questo incontro fornirà uno spazio ai partecipanti per discutere ulteriormente delle problematiche legate ai Cpr e per pianificare future azioni. Le assemblee pubbliche rappresentano un’occasione importante per il movimento, permettendo un confronto diretto sulle strategie da adottare e sugli eventi da organizzare in risposta alla riapertura del centro di rimpatrio.
Il giorno precedente, un altro gruppo di manifestanti si era riunito nei pressi del Cpr, con una partecipazione più limitata di circa cinquanta persone. Anche in questa occasione erano stati bloccati i traffico, segno della volontà di interrompere la normale routine cittadina per attirare l’attenzione sulla loro causa. Durante l’azione, una telecamera di videosorveglianza è stata danneggiata, evidenziando il clima di protesta e la determinazione dei gruppi antagonisti.
La questione dei Centri per i rimpatri in Italia
I Centri di permanenza per i rimpatri rivestono un’importanza cruciale nel dibattito sulle politiche migratorie italiane. Negli ultimi anni, si è assistito a un’evoluzione delle politiche riguardanti l’accoglienza e l’espulsione dei migranti, portando a manifestazioni simili in diverse città. Le preoccupazioni sui diritti umani riguardanti le condizioni di vita all’interno dei Cpr sono spesso al centro di dibattiti accesi.
Tali centri sono stati oggetto di critiche per presunti abusi e condizioni di detenzione inadeguate. Gli attivisti del movimento chiedono la chiusura di tutti i Cpr e un approccio più umano e solidale verso i migranti. Le manifestazioni come quella di oggi riflettono un forte desiderio di mobilitazione e di alterare il paradigma delle politiche migratorie attuali in Italia.
In questo contesto, la presenza continua di gruppi organizzati e la crescita di assemblee pubbliche indicano che il dibattito non si fermerà presto e che la lotta per una riforma sostanziale delle politiche migratorie rimane un tema rilevante per molte comunità.