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Reddito di inclusione sociale, ad Atripalda già presentate oltre cento domande

La nuova misura di contrasto alla povertà, illustrata ieri pomeriggio al Comune, è rivolta ad una platea di famiglie molto ampia ed è un diritto di chiunque ne abbia i requisiti

Il banco dei relatori

Il Reddito di inclusione sociale (Re.I.) non è un contributo o un sussidio, ma è come la pensione, cioè un diritto. Un diritto introdotto recentemente dallo Stato a chi ha i requisiti per vederselo riconosciuto, requisiti di natura sostanzialmente familiare, patrimoniale ed economica. E, dunque, tutti coloro i quali si trovano in determinate condizioni non devono far altro che presentare la domanda al Comune per ottenere sia un assegno mensile per 18 mesi da un minimo di 187,50 euro ad un massimo di 534,36 euro (a seconda del reddito Isee e alla composizione del nucleo familiare), sia un un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo. Questi concetti legati alla nuova misura di contrasto alla povertà sono stati spiegati ieri pomeriggio dal direttore del Consorzio dei servizi sociali, Carmine De Blasio e dall’assessore ai Servizi sociali Nancy Palladino, insieme al sindaco, Giuseppe Spagnuolo, e al presidente del Consorzio, Ciro Aniello Tango. Presenti nella sala consiliare una ventina di persone, tutte interessate a capire i meccanismi di erogazione del Re.I..

«Lo Stato – ha spiegato De Blasio – ha finalmente stabilito che sotto una determinata soglia, individuata in 6mila euro di reddito Isee, una famiglia non può vivere dignitosamente e perciò ha introdotto una misura che punta a portare tutte le famiglie italiane a raggiungerla. Naturalmente più si è distanti da quella soglia e più sarà alto l’assegno, fino ad un massimo di 534,36 euro mensili, erogato dall’Inps attraverso una carta postale prepagata e spendibili in beni di prima necessità, medicinali, bollette e così via, ed eventualmente prelevabili in contanti fino ad un massimo del 50% dell’importo concesso. Lo Stato ha stanziato oltre 7 miliardi di euro in tre anni per finanziare il Re.I. e dunque non è un contributo discrezionale o per pochi, i soldi ci sono e bastano per tutti. Dunque, senza fretta perché non c’è una scadenza, ma per usufruirne il prima possibile, invito i cittadini atripaldesi a recarsi preliminarmente ad un Caf (Centro assistenza fiscale) per farsi rilasciare l’Isee e da un commercialista per verificare se esistono i requisiti previsti dalla legge, requisiti sui quali non mi soffermo molto perché sono di natura tecnica, ma che in generale riguardano la condizione familiare, patrimoniale e lavorativa, la presenza nel nucleo familiare di minori, di disabili, di disoccupati o donne in gravidanza. Ad Atripalda finora sono state già presentate 105 domande, ma da quello che risulta a noi dovrebbero essere almeno il doppio. Più in generale, posso aggiungere – ha concluso De Blasio – che i destinatari del Re.I., perdendo l’accesso ad altre misure di sostegno, come il Sia (Sostegno inclusione attiva) o il contributo unatantum, liberano risorse economiche che potrebbero essere utilizzate dal Consorzio e dal Comune per potenziare e allargare altre misure sociali».

Il pubblico in sala

Nel merito del provvedimento è entrata anche Nancy Palladino, assessore comunale alle politiche sociali e componente del CdA del Consorzio servizi sociali: «Il Re.I. è un’ottima misura di contrasto alla povertà – ha esordito la sociologa – perché oltre al sussidio economico aiuta le famiglie, attraverso un progetto personalizzato, a superare le difficoltà contingenti e a reinserirsi nel circuito produttivo. E’ un provvedimento, in altre parole, che supera la logica dell’assistenzialismo per arrivare ad individuare un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Ed è ciò che intendiamo fare anche noi al Comune di Atripalda con la revisione del Regolamento di accesso ai contributi unatantum. E’ possibile inoltrare la domanda presso il Comune di Atripalda negli orari di apertura dell’ufficio protocollo (di mattina dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30 alle ore 12:30, di pomeriggio il lunedì ed il mercoledì dalle 16:30 alle 18:30, ndr) oppure rivolgersi preventivamente all’Ufficio politiche sociali (di mattina il lunedì ed il mercoledì dalle 8:30 alle 12:30 ed il giovedì dalle 8:30 alle 12:30, di pomeriggio il lunedì ed il mercoledì dalle 16:30 alle 18:30, ndr). Il Comune provvederà poi ad inviare telematicamente la domanda all’Inps, chiamato a rispondere entro cinque giorni, e l’assegno verrà erogato a partire dal mese successivo. Ad Atripalda la crisi economica si avverte molto ed il Re.I. è una buona opportunità per tante famiglie. Voglio solo aggiungere di prestare attenzione ad una data, quella di luglio 2018, perché poi cambieranno i requisiti di natura familiare che danno accesso all’assegno. E voglio anche ricordare che il 29 gennaio scade il termine per chiedere il voucher alimentare, un sussidio di circa 300 euro che lo scorso anno è stato erogato a 73 famiglie atripaldesi dal Consorzio dei servizi sociali».

In apertura di lavori hanno sottolineato l’importanza e la valenza del Re.I., da cui si aspettano risposte importanti, sia il sindaco Giuseppe Spagnuolo che il presidente del Consorzio, Tango. «E’ l’inizio di un nuovo corso sul fronte dell’assistenza sociale e sul modo di aiutare le persone con problemi economici – ha esordito il primo – attraverso l’inserimento di un meccanismo più obiettivo e meno discrezionale. Una misura di cui si avvertiva la necessità e da cui ci aspettiamo grandi risultati». «Il Re.I. non è un semplice contributo economico – ha proseguito il secondo – ma con l’introduzione dell’aspetto inclusivo punta a recuperare le condizioni per uscire dall’isolamento in cui finiscono inevitabilmente le persone in difficoltà».

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Redazione