Politica
Referendum, De Simone e Gargani dicono No
Domenica mattina, in biblioteca comunale, politici ed esperti a confronto sulla riforma costituzionale
Come in tutte le scelte ci sono i pro e i contro, vediamo cosa pensa chi non approva la riforma costituzionale varata dal Governo: dal sito referendumcostituzionale.online del “comitato del no” si legge: ˱˱Superare il bicameralismo rende il tutto più confuso e crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e Senato. I costi del Senato sono ridotti solo di un quinto, se il problema sono i costi perché non dimezzare i deputati della Camera? – e ancora – Non amplia la partecipazione diretta da parte dei cittadini e triplica da 50mila a 150mila le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare. Non si tratta di una riforma legittima perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale. Non garantisce la sovranità popolare perché insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri. – in conclusione – Si tratta di una riforma che conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie, inoltre è scritta in modo da non essere compresa e non si tratta del frutto di volontà autonoma del parlamento, ma è stata stilata sotto dettatura del governo. E’ una legge oltraggio che calpesta la libera voce˒˒.
Ad Atripalda emergono alcune posizioni: è nato il “Comitato per il No” (che si scioglierà dopo la consultazione e che è senza collocazione politica, presidente Lello Nevola) che si presenterà in una conferenza pubblica dal nome “Le ragioni del no” nell’ex sala consiliare della biblioteca comunale “Cassese” alle ore 10.30 domenica 23 ottobre con gli interventi dell’ avvocato e sindaco del comune di San Potito, Francesco Iandoli, l’Onorevole Alberta De Simone (politica italiana del PD, ex presidente della provincia di Avellino e sindaco di Atripalda per nove mesi tra l’88 e l’89), il magistrato Domenico Gallo e l’onorevole Giuseppe Gargani. Altre associazioni cittadine non si sono ancora esposte.