Italiani chiamati alle urne per modificare o meno una legge elettorale: la riflessione di Concetta Tomasetti
Quindi non esiste la via di un’astensione “tattica” che punti a invalidare la consultazione per una partecipazione insufficiente. Chi è favorevole alla legge deve votare Sì, chi è contrario deve votare No. Prevale l’opzione che raccoglie più consensi. Un motivo in più per non disertare le urne. Peraltro, sono milioni gli italiani che nell’occasione voteranno anche per le loro Regioni e i loro Comuni. La materia del referendum, del resto, è una riforma costituzionale rilevante e la semplicità del quesito non deve trarre in inganno. Quando si tocca la Carta fondamentale è sempre richiesta una riflessione accurata, anche se la modifica è ben circoscritta come in questo caso. La Costituzione è un edificio che è stato costruito in maniera organica, che si è andato evolvendo in relazione ai tempi secondo le procedure espressamente indicate per la sua revisione e che deve mantenere un equilibrio complessivo.
Bisogna quindi considerare le conseguenze di ogni intervento e i bilanciamenti eventualmente necessari, senza i toni apocalittici che talvolta risuonano nel dibattito e, allo stesso tempo, senza indulgere alla retorica dell’antipolitica e dell’antiparlamentarismo, questa sì effettivamente pericolosa. Sia che vincano i Sì, sia che vincano i No, l’Italia ha bisogno di un Parlamento libero, autorevole ed efficiente. Su questo non è consentito dividersi. Un invito agli elettori, perché valutino con coscienza e responsabilità l’oggetto che viene loro sottoposto.
Concetta Tomasetti