Ritrovata sulle rive del Don e restituita ai nipoti la piastrina del sergente Venezia morto in guerra


La consegna, che sarebbe dovuta avvenire ai piedi del Monumento ai Caduti lo scorso 4 novembre, è stata celebrata nella sala consiliare a causa del maltempo

Il sindaco Spagnuolo consegna la piastrina del sergente Giuseppe Venezia ai nipoti Antonio e Giuseppe (foto di Antonio Cucciniello)

La tradizionale cerimonia per la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” di lunedì scorso è stata sconvolta dalle forti piogge che hanno interessato l’intera provincia: nonostante “l’inconveniente climatico”, però, la commemorazione di quest’anno verrà ricordata per la consegna alla famiglia Venezia di una piastrina – due piccole piastre metalliche sulle quali vengono riportati, mediante incisione o punzonatura, i dati del soldato che le indossa – appartenuta al sergente Giuseppe Venezia, caduto in battaglia nel dicembre 1942.

La consegna – che sarebbe dovuta avvenire ai piedi del Monumento ai Caduti – è stata celebrata nella sala consiliare dal sindaco Giuseppe Spagnuolo, il quale ha restituito ai nipoti Giuseppe ed Antonio l’importante piastrina. Emozionante quindi la cerimonia, alla quale hanno partecipato i maggiori esponenti delle istituzioni locali: i parroci don Ranieri e don Fabio, i comandanti della stazione locale dei Carabinieri e della Polizia Municipale, rispettivamente Giuseppe Sullutrone e Domenico Giannetta, la sezione cittadina dei Combattenti, presieduta da Gerardo Moschella, e una delegazione degli studenti dell’Istituto Comprensivo, accompagnati dalla dirigente Amalia Carbone.

Il ritrovo della piastrina: E’ un documento inviato al comune a spiegare come sia stata ritrovata la piastrina del sergente Venezia. Il cimelio è stato ritrovato a circa tre chilometri dalle sponde del fiume Don, in Russia, da Gennady Shkurin, ricercatore del Memory War di Mosca, che ha descritto così la scoperta: “Da diversi anni, io e i miei collaboratori scaviamo nei luoghi in cui si trovavano le roccaforti della difesa italiana al fine di individuare i luoghi di sepoltura di soldati ed ufficiali sovietici che morirono durante l’assalto alle difese italiane nel dicembre 1942. Un giorno stavamo esplorando una vecchia strada di campagna, quando il metal detector ha segnalato la presenza di metallo ad una ridotta profondità nel terreno. Recuperato la piastrina, mi sono adoperato per restituirla ai parenti del sergente”. (Sara Luciano)



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