
Riaperta l’inchiesta sul disastro del Mottarone: nuove notifiche a cinque indagati - Ilsabato.com
A quasi quattro anni dalla tragedia del Mottarone, che costò la vita a 14 persone, la procura di Verbania ha chiuso nuovamente l’inchiesta sul caso, riaprendo un fascicolo di notevole risonanza mediatica e sociale. A poco più di cinque mesi dalla decisione del gup Rosa Maria Fornelli, che restituì il materiale investigativo alla procuratrice Olimpia Bossi e alla pm Laura Carrera, si è giunti a un secondo avviso di conclusione indagini. Questo nuovo sviluppo ha come destinatari cinque indagati nel caso, aprendo a possibili ulteriori procedure legali e a un approfondimento della situazione.
Dettagli dell’inchiesta: chi sono gli indagati
I cinque soggetti coinvolti nell’avviso di conclusione delle indagini comprendono figure chiave della gestione del servizio funiviario. Si tratta di Luigi Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio, direttore d’esercizio, Gabriele Tadini, caposervizio, Martin Leitner, consigliere delegato di Leitner, e Peter Rabanser, responsabile del Customer Service. Ufficialmente, il caposervizio Tadini, fin da subito, ha ammesso di aver installato dei forchettoni che hanno impedito il corretto funzionamento dei freni di emergenza, un’ammissione che ha avuto un peso significativo sulle indagini.
Il pubblico ministero ha messo in luce il ruolo di ciascun indagato nella dinamica del disastro, analizzando le responsabilità legate al sistema di sicurezza e alle procedure adottate nel servizio. Luigi Nerini e gli altri direttori d’esercizio rischiano di dover affrontare severe sanzioni, qualora emergano elementi sufficienti per dimostrare la loro colpa. Si ipotizzano reati gravi, come attentato alla sicurezza dei trasporti, disastro colposo, omicidio colposo e lesioni con colpa, a carico di alcuni dei principali indagati.
Le richieste della procura: archiviazione e stralci
In un punto delicato dell’indagine, la procura ha presentato richiesta di archiviazione per Anton Seeber, presidente del Consiglio di amministrazione di Leitner. Questa decisione non rappresenta solo un passo verso il chiarimento della vicenda, ma evidenzia anche la mancanza di prove concrete sufficienti a sostenere l’accusa contro di lui. Durante l’udienza preliminare dell’anno scorso, già si era delineata questa possibilità di proscioglimento, ribadita ora nel secondo avviso.
In aggiunta, sono state stralciate le posizioni delle società Ferrovie del Mottarone e Leitner, facendo emergere chiaramente che le responsabilità individuali dei dirigenti sono al centro dell’attenzione. Questo spostamento del focus dagli enti alle persone coinvolte segna un passo cruciale nelle dinamiche legali connesse alla tragedia, poiché si intende affrontare in modo diretto le responsabilità umane e operative di chi gestisce e opera nel settore.
Implicazioni e reazioni sulla sicurezza dei trasporti
Il disastro del Mottarone ha acceso i riflettori sulla sicurezza del sistema funiviario e dei trasporti in generale. L’evento tragico ha scatenato un’ondata di richieste di maggiore vigilanza, trasparenza e responsabilità nel settore. Incidenti di questo genere evidenziano lacune significative nei protocolli di sicurezza e nelle misure preventive. La ripresa delle indagini può sembrare non solo opportuna ma necessaria, per garantire che simili eventi non si ripetano in futuro.
Le autorità locali e le associazioni di categoria stanno monitorando da vicino l’evoluzione di questa inchiesta, consapevoli che la sicurezza dei trasporti deve diventare una priorità ineludibile. Le famiglie delle vittime continuano a cercare giustizia e chiarezza, sottolineando la necessità di risposte definitive e di azioni legali concrete. Una volta dispiegata la nuova inchiesta, potrebbe diventare necessaria una revisione delle politiche di sicurezza, con la spinta di un’opinione pubblica che reclama maggiore apertura e controllo.