Riapertura del Centro di Permanenza per Rimpatrio a Torino: Un Sopralluogo Critico - Ilsabato.com
Questa mattina, Marco Grimaldi e Sara Diena hanno visitato il centro di permanenza per il rimpatrio di Corso Brunelleschi a Torino, che riaprirà dopo la chiusura avvenuta nel 2023. Le condizioni della struttura e le polemiche che l’hanno circondata hanno destato l’attenzione degli esponenti politici, che esprimono preoccupazione per le condizioni di vita dei migranti. Il sopralluogo mette in luce le problematiche di un sistema che, secondo le affermazioni, non ha subito cambiamenti significativi, nonostante la ristrutturazione avvenuta.
Durante la visita al Cpr, Grimaldi e Diena hanno sottolineato come la struttura sia tornata operativa in un giorno che riflette le nuvole di pessimismo che circondano la sua riapertura. Attualmente il centro dispone di tre aree da trenta posti ciascuna, frutto di lavori di ristrutturazione che hanno portato a una riduzione dei posti letto da sette a sei per dormitorio. Questo cambiamento, tuttavia, non è sembrato apportare miglioramenti tangibili alle condizioni quotidiane per i residenti, anzi, la sostituzione dei vetri oscurati con vetri trasparenti ha ridotto ulteriormente la privacy degli individui ospitati.
In aggiunta alle modifiche strutturali, Grimaldi e Diena hanno messo in evidenza la rimozione delle linee telefoniche fisse e l’installazione di un campo sportivo, attrezzato per attività come basket e calcio. Tuttavia, queste innovazioni appaiono come interventi superficiali rispetto a problematiche più sostanziali, come il benessere dei migranti e la necessità di un’assistenza adeguata.
La scelta di affidare la gestione del Cpr alla cooperativa sociale Sanitalia ha suscitato polemiche nella comunità. L’appalto, del valore di oltre otto milioni di euro, si basa su promesse ambiziose riguardo ai servizi offerti, come la fornitura di materiale scolastico e mediazione linguistica per oltre cento lingue e dialetti tribali. Tuttavia, gli esponenti politici evidenziano che molti di questi servizi, come quelli per minori, non sono applicabili all’interno di una struttura riservata esclusivamente agli uomini.
Grimaldi e Diena hanno espresso dubbi anche riguardo alla possibilità di implementare attività educative e ricreative. Quanto dichiarato nel bando di gara non sembra, al momento, conciliarsi con la realtà della struttura. Le promesse fatte dalla cooperativa, in caso non rispettate, potrebbero portare a una gestione inefficace e insoddisfacente.
Sia Grimaldi sia Diena hanno annunciato che continueranno a monitorare attentamente le attività del nuovo ente gestore. Hanno promesso di mantenere alta l’attenzione sulla situazione del Cpr e di presentare interrogazioni a vari livelli istituzionali. La loro posizione è chiara: la riapertura di questa struttura non dovrebbe rappresentare un passo avanti, ma piuttosto il segnale di una mancanza di iniziative più significative verso la chiusura definitiva.
Il dibattito sulla gestione dei centri di permanenza per rimpatrio in Italia rimane acceso, con molte voci contrarie che richiedono una revisione radicale del sistema. La questione dei diritti umani e delle condizioni di vita all’interno di queste strutture continua a suscitare preoccupazione e mobilitazione sociale.