
Rivelazioni sul caso Equalize: rapporti tra hacker e servizi segreti israeliani - Ilsabato.com
L’inchiesta su Equalize continua a svelare dettagli inquietanti riguardanti operazioni di presunto cyber-spionaggio. Gli arresti, tra cui quello dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo e dell’hacker Nunzio Samuele Calamucci, hanno riportato alla luce interrogatori rivelatori. Giulio Cornelli, uno degli esperti informatici coinvolti nella vicenda, ha fornito informazioni chiave riguardanti attività sospette condotte dal gruppo di via Pattari.
I lavori per i “cugini israeliani”
Nel corso del suo interrogatorio, Cornelli ha descritto come Calamucci fosse in possesso di fogli annotati con una lista di lavori da svolgere. Tra questi, un progetto chiamato “Per i cugini israeliani“, il quale ha destato particolare interesse tra gli investigatori. Cornelli ha affermato che l’ultimo incarico legato a questo progetto era riferito a un’azienda fornitrice di materiale a Hamas. Tuttavia, l’esperto ha voluto chiarire che la sua partecipazione a tali attività si limitava a ruoli operativi, come l’assemblaggio di report, e che molti legami con i servizi segreti rimanevano poco chiari, definendoli “robe fumose“.
Cornelli ha descritto la natura di questi lavori come fortemente incerta, oscillante tra aspetti investigativi e commerciali. Egli ha menzionato di aver redatto dei report nell’estate del 2022 riguardanti alcuni fornitori e clienti di Eni, così come su Armanna e Amara, i quali sono stati figure chiave nel processo che ha coinvolto il colosso petrolifero Eni in Nigeria.
Archivi e dati nel mirino
Cornelli ha fornito dettagli su una chiavetta contenente file che, secondo le sue affermazioni, rappresentavano documenti archiviati da Carmine Gallo. Su questa chiavetta erano presenti anche file di Pazzali, contenenti dettagli su vari personaggi. I file includevano riferimenti a soggetti noti, come Abu Omar e le Brigate Rosse, dimostrando così la varietà di informazioni che il gruppo stava raccogliendo.
L’esistenza di un aggregatore di dati interno chiamato “Beyond Internal Risk” è stata confermata da Cornelli, il quale ha affermato che questo strumento serviva per gestire le informazioni raccolte. La modalità di raccolta dei dati solleva interrogativi circa la legalità delle operazioni e l’adeguatezza delle misure di sicurezza adottate per proteggere informazioni sensibili.
Implicazioni e prospettive future
Le rivelazioni emerse dalle dichiarazioni di Cornelli pongono interrogativi preoccupanti sulle relazioni tra privati e servizi segreti. Le attività svolte dal gruppo di via Pattari, stando a quanto detto, si estendevano oltre il confine della legalità, suggerendo un delicato equilibrio tra operazioni legittime e pratiche di cyber-spionaggio. Gli accertamenti delle autorità saranno fondamentali per stabilire la verità e valutare eventuali responsabilità.
In un contesto globale sempre più complesso, queste rivelazioni richiamano l’attenzione sulla necessità di monitorare da vicino le interazioni tra il mondo della tecnologia e le istituzioni governative, sottolineando l’importanza della trasparenza e della legalità nel settore della sicurezza informatica.