Roma celebra 300 anni dell'Antico Ospedale San Gallicano: un pilastro per la salute pubblica - Ilsabato.com
Oggi Roma ha vissuto una giornata significativa, con la celebrazione dei tre secoli dalla fondazione dell’Antico Ospedale San Gallicano. Questa occasione ha dato l’opportunità di riflettere non solo sull’importanza storica dell’ospedale nella cura dei più vulnerabili, ma anche sui valori e le missioni che continuano a guidare la struttura nella sua evoluzione. Ben noto dai romani e dai residenti di Trastevere come “l’ospedalone”, il San Gallicano ha rappresentato e continua a rappresentare un riferimento fondamentale nel campo della dermatologia e venereologia.
La storia del San Gallicano inizia nel 1725, con la posa della prima pietra dell’ospedale, concepito fin dall’origine come un luogo di cura per coloro che soffrivano di malattie della pelle e veneree. Questa iniziativa ha segnato un punto di partenza per l’assistenza sanitaria in un’epoca in cui tali malattie erano stigmatizzate e spesso lasciate senza cura. Riconosciuto nel 1939 come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico , l’ospedale ha saputo rispondere alle sempre più pressanti esigenze di spazi per la ricerca e per l’assistenza specialistica, culminando nel suo trasferimento nel 2000 nella moderna sede dell’Eur.
Nel corso dei secoli, il San Gallicano si è affermato come un modello architettonico d’avanguardia, crescendo in reputazione e capacità nei trattamenti dermatologici. La sua storia si intreccia con il contributo di diverse istituzioni, inclusi gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri , e il lavoro di organizzazioni come la Comunità di Sant’Egidio, tutte unite nell’obiettivo di garantire assistenza ai meno fortunati. La missione dell’ospedale non è mai cambiata: mettere sempre la persona al centro dell’attenzione, indipendentemente dalla sua situazione sociale, economica o sanitaria.
L’ospedale prende il nome da San Gallicano, un console romano del IV secolo, noto per la sua dedizione ai bisognosi. Secondo i testi storici, Flavio Gallicano si consacrò all’assistenza dei pellegrini, poveri e infermi, allontanandosi da una carriera politica per dedicarsi alla carità. La sua fine, avvenuta nel 362 ad Alessandria hands-free, ha segnato la sua memoria come martire. Con il passare del tempo, la sua figura ha ispirato pratiche di assistenza e cura che continuano a guidare la filosofia del San Gallicano fino ai giorni nostri. Ogni anno, la sua figura viene celebrata come simbolo di altruismo e di cura, valori che permangono nel tessuto sociale di Roma.
Oggi il San Gallicano funge da ponte tra tradizione e innovazione, collaborando con istituzioni contemporanee come l’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti e la comunità locale, per affrontare le sfide attuali in sanità. Le sue radici storiche si intrecciano con la missione di assicurare che nessuno venga lasciato indietro.
L’evento di oggi ha visto la partecipazione di diverse figure di rilievo, tra cui il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e Monsignor Vincenzo Paglia. Gli interventi hanno messo in evidenza il significato di questo anniversario non solo come celebrazione del passato ma anche come riflessione sulle sfide future del sistema sanitario.
Il ministro Schillaci ha commentato quanto il San Gallicano rappresenti un modello per la salute pubblica, con una storia che va oltre la semplice assistenza, sottolineando l’eredità durevole di impegno verso un sistema sanitario inclusivo e attento a tutti, specialmente ai più vulnerabili. D’altro canto, il presidente Rocca ha evidenziato l’importanza di continuare a prendersi cura dei deboli e degli emarginati, un’esigenza che persiste nonostante i cambiamenti sociali e economici.
Monsignor Paglia ha dedicato la sua riflessione alla necessità di affrontare la frammentazione del mondo contemporaneo con nuove modalità di inclusione e attenzione verso coloro che si trovano in situazioni di difficoltà. La celebrazione ha quindi assunto toni di rinnovamento, richiamando l’attenzione sull’importanza della solidarietà e dell’accoglienza.
Con il passare degli anni, il San Gallicano ha mantenuto una forte vocazione sociale, continuando a collaborare con organizzazioni come l’Inmp e la Comunità di Sant’Egidio. Queste istituzioni lavorano in sinergia per affrontare le disparità nella salute, offrendo assistenza non solo ai cittadini romani ma anche a chi vive in condizioni di marginalità e vulnerabilità, come migranti e rifugiati.
Durante la celebrazione, diverse figure della comunità medica e sociale hanno condiviso riflessioni sulle sfide attuali, evidenziando il ruolo dell’ospedale come un fondamentale “ospedale da campo”, dove l’unione e l’assistenza reciproca sono alla base dell’operato quotidiano. L’Inmp, sotto la direzione di Cristiano Camponi, ha messo in risalto l’impegno costante nel contrastare le disuguaglianze sanitarie, impegnandosi non solo a livello locale ma anche internazionale.
La giornata ha presentato anche una conferenza con storici e specialisti, approfondendo il ruolo dell’ospedale nella storia e nella società attuale, mostrando come l’Antico Ospedale San Gallicano continui ad essere un faro di speranza e di cura nella città di Roma e oltre.