Denunciati i titolari di due caseifici di Atripalda
Continua la piaga degli sversamenti nei fiumi che attraversano il nostro territorio. Questa volta è successo ad Atripalda dove i Carabinieri della locale Stazione hanno individuato scarichi che immettevano il liquame di scarto direttamente nella fognatura delle acque bianche andando cosi a finire direttamente nel fiume Rio Rigatore.
Ennesima attività condotta dai Carabinieri della Compagnia di Avellino che hanno denunciato due legali rappresentanti di due attività casearie atripaldesi, ritenuti responsabili dell’illecito smaltimento di acque reflue industriali, provenienti dal ciclo di lavorazione dei propri caseifici.
L’operazione è stata eseguita nell’ambito di un controllo ad ampio spettro disposto dal Comando Provinciale Carabinieri di Avellino, finalizzato alla tutela della salute del cittadino e della legalità nella sempre delicata materia ambientale.
Gli scarichi delle predette attività erano stati allacciate abusivamente direttamente alla fognatura delle acque bianche, determinando quindi lo scarico di tali reflui schiumosi di colore biancastro direttamente nel fiume.
Forse superficialità o forse totale disinteresse per l’ambiente e la salute.
Questo è niente. Aprite gli occhi sullo STIR di Pianodardine che vi vogliono fregare, a partire dall’amministrazione provinciale per mano del suo presidente, che come la regione se ne fotte della valle del sabato. Vorrei che il giornale ne parlasse tutti i giorni per sostenere e tutelare i cittadini, ma noto che lo fa poco.
***
NdD – Sul cartaceo de “il Sabato”, ovvero la versione principale della testata, la tematica ambientale relativa alla valle del Sabato è costantemente seguita con articoli e approfondimenti a cadenza settimanale. Ed ecco anche il bilancio che ne abbiamo tracciato sull’ultimo numero a firma di Ester Cucciniello.
Valle del Sabato, una lotta giusta
Ottenuti grandi risultati: indagini della Procura e studi Spes
In questi mesi abbiamo cercato di tenere viva l’attenzione dei cittadini di Atripalda sulle problematiche della Valle del Sabato sposando la causa del comitato ambientalista che per primo ha acceso i riflettori sulla drammatica situazione che vive la nostra terra, schiacciata dal peso del passaggio di responsabilità tra un’istituzione e l’altra per risolvere il problema. Una Valle bellissima in cui, a causa dello sviluppo industriale, si è concentrato un fittissimo nucleo di aziende che hanno incrementato l’inquinamento ambientale. Il comitato Salviamo la Valle del Sabato ha cercato fortemente chiarezza, ha indagato sulla natura delle fabbriche, ha insinuato il sospetto di una correlazione tra lo sviluppo di alcune malattie e l’esposizione ambientale. In un iniziale clima di scetticismo generale, il tempo ha dato ragione al comitato e, grazie alla sua battaglia, sono iniziate le indagini della Procura della Repubblica di Avellino nelle aziende. La Valle del Sabato, poi, è stata inclusa nello studio attuato fino ad ora sulla Terra dei fuochi, per verificare la possibile correlazione tra salute e inquinamento. Franco Mazza è stata la figura di riferimento di questa lotta. Il coordinatore del comitato si è rivelato un leader eccellente cui i cittadini facevano riferimento per segnalare tutte le criticità del territorio. Attraverso il gruppo facebook Salviamo la Valle del Sabato che rappresenta un bollettino quotidiano di aggiornamento e monitoraggio della situazione della Valle, i cittadini hanno postato foto e denunce. In questi mesi abbiamo supportato nel nostro piccolo l’attività del comitato dedicando ogni settimana almeno un articolo per sensibilizzare i cittadini di Atripalda a questa giusta causa portata avanti da persone coraggiose.