Il festival si è svolto a metà a causa di carenze igienico-sanitarie e della pioggia. Gli organizzatori hanno pubblicato un post al veleno mentre un lettore ci ha scritto…
Il festival di musica “Segnali” organizzato dall’associazione ‘a Potea previsto per lo scorso fine settimana nella villa comunale si è svolto, per diverse ragioni, soltanto sabato sera. Dapprima i controlli dell’Asl e dei Carabinieri e poi anche la pioggia hanno minato la manifestazione. Le autorità hanno sospeso la somministrazione di alimenti perché, pare, non fossero pienamente rispettate le norme igienico-sanitarie, al resto ha pensato… Giove pluvio. E gli organizzatori non l’hanno presa proprio bene…
L’associazione ‘a Potea ha annunciato con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook nel primo pomeriggio di domenica l’annullamento della manifestazione.
“Veniamo subito all’amara notizia: siamo costretti ad annunciare l’annullamento della seconda serata prevista per stasera di #Segnali2016. Volevamo solo fare un festival, ma ci è riuscito per metà. Il meteo ha deciso di accanirsi contro di noi anche questa volta. Chi è passato ieri nella villa comunale si è goduto l’esibizione dei Mamavegas, ma purtroppo abbiamo dovuto rinunciare allo spettacolo tanto atteso di Dardust e Howtobeanastronaut. Le previsioni odierne ci hanno scoraggiato dal voler riproporre la possibilità di un altro spettacolo monco (Iacampo, Giovanni Truppi e Buddha Superoverdrive). Per evitare l’ennesima delusione per tutti voi che ci avete seguito, sostenuto e aspettato. Per il nostro lavoro. Per la disponibilità e la cortesia degli artisti, persone eccezionali che abbiamo avuto il piacere di conoscere.
Oltre al meteo, la giornata di ieri purtroppo ha avuto anche un altro protagonista negativo: la macchina burocratico-repressiva che da qualche anno violenta minacciosamente – prima nell’animo e poi nei fatti – lo spirito d’iniziativa creativa di chi ha l’ardore di voler proporre manifestazioni pubbliche ad Atripalda.
Su questo punto torneremo sicuramente meglio fra qualche giorno, il lungo travaglio del Festival di quest’anno e i sentimenti tormentati di queste ore ci toglierebbero la giusta lucidità nel giudicare il passato, il presente e il futuro del nostro agire sociale vissuto sui palchi di queste otto edizioni di Segnali.
Nonostante la stanchezza e l’amarezza, diciamo grazie a tutti voi. I vostri sorrisi umidi di pioggia ci lasciano il piacere di pensare che anche questa volta – nonostante tutto – ne sia valsa la pena. A presto”.
E sempre nel pomeriggio di domenica è giunta in redazione anche una lettera piuttosto critica firmata da Antonello Alviggi. Ecco il testo (cancellato in alcune parti ritenute eccessive ai fini della pubblicazione)
“Buongiorno nella villa comunale di Atripalda si sta svolgendo la manifestazione Segnali dei ragazzi A’Potea.
Quello che si è perpetrato ieri da parte delle autorità competenti (carabinieri e Asl) è da definirsi […], perché enti preposti al controllo e al rispetto delle norme igienico sanitarie vedono con tutti e due gli occhi […], creando problemi anche dove non ci sono o meglio ci sono ma sono talmente insignificanti da poter sorvolare, altre volte dove le norme non vengono rispettate affatto, beh, allora in quel caso […] Ecco che ieri piomba nella manifestazione l’Asl chiamata dal maresciallo Cucciniello […].
Ecco cosa è diventata Atripalda, una cittadina distrutta dove chi prova ad emergere viene affondato senza pensarci, un’economia distrutta, un commercio che prima era il fiore all’occhiello ora annaspa “grazie” a persone senza scrupoli che dovrebbero far rispettare la legge a TUTTI mentre […] i giovani che cercano malgrado le difficoltà burocratiche di organizzare un evento musicale e culturale, persone che si impegnano con forza e determinazione per far emergere una cittadina come Atripalda dall’anonimato. Ora chiedo all’Asl: quello che si fa altrove va bene, dove comunque non vengono rispettate le norme igienico sanitarie contestate a Segnali? Come si fa? Una norma oppure una legge si rispetta ed è uguale per tutti. […] Atripalda deve essere un paese per vecchi fatto di gente che abbassa la testa e chiude gli occhi senza combattere le ingiustizie”.