I titolari dell’indagine, temendo il progressivo mutamento delle condizioni strutturali dei plessi, hanno richiesto al giudice l’incidente probatorio
I sostituti procuratori titolari dell’indagine preliminare sulla sicurezza dei plessi scolastici “Masi” e “Adamo” hanno chiesto una nuova perizia tecnica da assumere come prova (incidente probatorio): è questa la notizia che trapela da ambienti giudiziari e riportata poche ore fa dalla testata giornalistica online thewam.net rispetto agli sviluppi dell’inchiesta della Procura sollecitata da un esposto presentato da alcuni genitori nel novembre del 2017.
La richiesta dei piemme nascerebbe dalla necessità, prima di chiudere definitivamente le indagini preliminari, di dover procedere a nuovi accertamenti per evitare che le condizioni strutturali possano inevitabilmente mutare per progressivo deterioramento o per eventuali interventi edilizi, come ad esempio quello a cui è destinato la “Masi” non appena sarà accreditato il finanziamento da 6,3 milioni di euro previsto (anche se i tempi si stanno allungando considerato che Atripalda non è stata inserita nell’accordo già sottoscritto tra Cassa Depositi e Prestiti e la Regione Campania per il finanziamento del programma di edilizia scolastica)
Se il giudice delle indagini preliminari, letto il fascicolo, accetterà la richiesta dei piemme e nominerà un altro perito, fisserà un’udienza in Camera di Consiglio, in cui saranno invitati a comparire i piemme, il perito ed i legali degli indagati, al termine della quale deciderà se procedere o meno con la perizia tecnica che potrà essere successivamente inserita nelle carte processuali se, dopo la chiusura delle indagini preliminari, verrà chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per gli indagati, ovvero il sindaco Giuseppe Spagnuolo, il consigliere delegato ai Lavori pubblici, Salvatore Antonacci, il responsabile del settore Lavori pubblici del Comune di Atripalda ed il responsabile del settore Manutenzione del Comune di Atripalda, ipotizzando i reati di Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e di Rifiuto di atti d’ufficio e Omissione, in concorso.
E’ probabile, quindi, che le perizie già effettuate lo scorso ottobre da altri due consulenti tecnici, l’ing. Saviano e l’ing. Clemente, non siano state giudicate sufficienti a chiarire il quadro delle conoscenze per verificare l’esistenza di pericoli per le persone. L’iter che sta seguendo la Procura, in ogni caso, è simile a quello già seguito in altre inchieste che hanno riguardato la sicurezza di alcuni plessi scolastici di Avellino, fra cui il Liceo “Mancini” di via De Conciliis, e che dopo due anni di indagini non sono ancora sfociate in richieste di rinvio a giudizio.
Nel frattempo il sindaco Spagnuolo ed il consigliere Antonacci hanno ottenuto dalla giunta comunale la concessione del patrocinio legale da parte del Comune entro il limite di spesa di 5mila euro.
L’indagine, lo ricordiamo, ha preso spunto da un esposto depositato in Procura nel novembre del 2017 da un gruppo di genitori di alunni frequentanti la Primaria “Mazzetti” di via Manfredi basato, in particolare, sulle conclusioni delle verifiche di vulnerabilità sismica effettuate su tre plessi cittadini dal laboratorio di ingegneria dell’Unisannio. Quelle conclusioni, in estrema sintesi, riportavano che per la “Masi” «la capacità della struttura per le azioni sismiche previste dalla normativa vigente appare insufficiente non solo per le carenze di resistenza dei singoli elementi strutturali, ma anche per una concezione e organizzazione strutturale completamente avulsa dai criteri di progettazione sismica», mentre sia la “Adamo” che la “Mazzetti” «presentano un’organizzazione strutturale molto carente in termini di prestazioni sismiche». La “Mazzetti” di via Manfredi è stata chiusa nel settembre del 2018.