La componente che sosteneva Marco Genovese nella lista “ScegliAmo Atripalda” denuncia comportamenti sleali
La prima fase del progetto nato per ridare ad Atripalda un’agibilità democratica e riaprire la città al confronto politico sereno e costruttivo, negato ai cittadini negli ultimi cinque anni, si è chiusa con l’elezione a sindaco di Giuseppe Spagnuolo. Il progetto ha visto coinvolti quattro dei nostri compagni che, unici da sinistra, hanno promosso e poi sottoscritto un documento pubblico di impegno comune su Atripalda proponendo uno di loro per la competizione elettorale. In questo modo hanno messo in campo tutte le proprie idee a partire da quella di rinnovamento della classe dirigente di Atripalda.
Noi abbiamo rispettato il percorso civico della lista “Scegliamo Atripalda” senza fare alcun intervento politico in campagna elettorale ma lavorando, nello spirito del documento sottoscritto dai nostri compagni, per superare i rigidi steccati di partito e delle coalizioni tradizionali, senza mai rinnegare la nostra appartenenza. Abbiamo provato a ricreare le condizioni per una sinistra che si unisce di fronte ad una causa comune, liberandosi finalmente della zavorra delle questioni personali degli arrivismi e dell’istinto all’esclusione. Abbiamo seriamente provato a smetterla finalmente con le divisioni . Il candidato che abbiamo sostenuto, Marco Genovese, interpretava perfettamente questa nuova idea. Giovane professionista preparato, ragazzo per bene, nuovo all’esperienza amministrativa e con un percorso politico scevro da asti ed animosità. Un’idea che provava anche a parlare al mondo dell’antipolitica.
Abbiamo portato questa nostra proposta oltre che all’esterno dei partiti anche a quella parte di partito democratico che era stata messa fuori gioco perché sparigliata e disorientata dalle manovre dell’ex sindaco, e che abbiamo convintamente contribuito a rimettere in campo.
Ma siamo rimasti presto soli a provare a parlare un linguaggio diverso dal solito. Un’esperienza concepita come aperta, è rimasta invece intrappolata in logiche riconducibili ai soliti recinti di partiti, di coalizioni tradizionali e di elettorati consolidati. E l’esito delle elezioni parla chiaro.
La vittoria è stata soffertissima perché la gente evidentemente ha percepito la lista come sommatoria di tante cordate elettorali e ha temuto che, alla prova dei fatti, tanta disomogeneità ne avrebbe minato la capacità amministrativa.
Per quello che ci riguarda, mentre noi lavoravamo ad unire e ad integrare, il candidato da noi sostenuto è stato isolato quasi fosse un corpo estraneo, soprattutto da coloro che dovevano essere quelli più vicini a noi e con cui si poteva veramente costruire da subito una nuova stagione di dialogo e confronto. Ci riferiamo ad esempio ai fuoriusciti dal partito democratico atripaldese, che, alla prova dei fatti, hanno dimostrato di essere invece ancora pienamente integrati nei ranghi del partito. Il nostro giovane compagno candidato che aveva tutte le qualità per essere considerato una buona proposta per la futura rinnovata classe dirigente, è stato completamente ostracizzato. Mentre noi lavoravamo per includere gli altri, gli altri lavoravano per escludere il nostro candidato.
Questo comportamento sleale ci ha fatto veramente male.
Non siamo comunque pentiti. Dovevamo contribuire a sconfiggere l’amministrazione uscente, perché l’abbiamo combattuta, unici in tutta la sinistra, in cinque anni di denunce, manifesti, dichiarazioni e articoli.
E abbiamo dato il nostro contributo leale.
Ora però l’Amministrazione rispetti i contenuti che i nostri hanno contribuito ad elaborare con impegno e dedizione investendo, per un lungo lasso di tempo, energie e risorse personali. Il nostro gruppo, forte della propria coerenza, vigilerà sul rispetto del documento sottoscritto, ogni giorno dei prossimi cinque anni in maniera zelante, senza fare sconti a nessuno.
Comunicato Stampa