“The Residence”: la nuova serie di Shonda Rhimes tra mistero e femminismo nella Casa Bianca

La celebre produttrice Shonda Rhimes fa il suo ritorno su Netflix con “The Residence”, un’opera che si distacca dai soliti schemi per offrirci una storia di mistero incapsulata nell’atmosfera politicamente carica della Casa Bianca. Basata sul romanzo di Kate Andersen Brower, la serie promette di svelare i segreti di un ambiente tanto noto quanto affascinante, mentre si svolge un delitto avvolto in una caccia all’assassino in stile moderno, rivisitando i classici gialli di Agatha Christie e Conan Doyle. Scopriamo insieme i dettagli di questa produzione.

Un’ambientazione iconica: la Casa Bianca

Un elemento centrale di “The Residence” è la Casa Bianca stessa, ricreata con un’attenzione sorprendente per i dettagli. Nella serie, ogni angolo dell’edificio viene esplorato, portandoci attraverso le stanze storiche e i famosi corridoi, che sembrano prendere vita. La scenografia si distingue per un realismo quasi maniacale, rivelando non solo gli spazi pubblici, ma anche i retroscena, i passaggi segreti e le varie leggende legate al personale di servizio.

L’ambientazione non è solo uno sfondo, ma diventa un personaggio a sé stante, contribuendo all’atmosfera di tensione e mistero della narrazione. Gli spettatori vengono immersi in un contesto ricco di storia e cultura, dove ogni stanza porta con sé un pezzo della narrativa americana. La Casa Bianca, già simbolo di potere e prestigio, si trasforma in un labirinto inquietante, offrendo un palcoscenico drammatico per gli eventi che si succedono.

La trama e i personaggi: un giallo da scoprire

La trama si sviluppa attorno a un omicidio avvenuto nella residenza del presidente, dove diversi personaggi sospettati si alternano nel corso degli episodi. Protagonista della storia è Cordelia Cupp, un detective bizzarro che incarna l’intelligenza e il carisma, esemplificando la direzione femminista che la serie desidera intraprendere. Con le sue eccentricità, Cordelia si pone in linea con i grandi detective della letteratura, rendendo omaggio a figure come Sherlock Holmes e Hercule Poirot.

Tuttavia, la narrazione non si limita a seguire un semplice filone investigativo, ma si ramifica in una serie di flashback e colpi di scena che rivestono ogni personaggio coinvolto di potenziali colpe. Le 132 stanze della Casa diventano il teatro di una vera e propria partita a Cluedo, in cui il pubblico è invitato a indovinare l’assassino. Il mix di elementi tradizionali del giallo con una sensibilità moderna crea un’esperienza coinvolgente, sebbene a tratti confusa.

Critiche e apprezzamenti: un equilibrio precario

Nonostante le promesse e l’hype iniziale, “The Residence” ha sollevato opinioni contrastanti tra critica e pubblico. La velocità della narrazione, caratterizzata da un susseguirsi frenetico di eventi e una quantità di personaggi che fatica a essere gestita, ha portato a una superficialità che penalizza lo sviluppo emotivo della storia. Molti spettatori si trovano coinvolti nel mistero dell’assassinio, ma mancano le connessioni sentite con i personaggi.

La componente femminista, esemplificata dalla protagonista Cordelia, appare in alcune situazioni come sforzata, introducendo un messaggio che talvolta affiora in modo ridondante. L’intento di dare un forte giro di vite alla narrazione, attraverso un approccio fresco e moderno, sembra a volte sacrificare la profondità e l’intimità che un racconto di questo genere richiederebbe.

Nel complesso, nonostante il potenziale e alcuni elementi intriganti, “The Residence” potrebbe deludere coloro che cercano una narrazione più profonda e personaggi a cui affezionarsi. Un vero e proprio giallo che si promette di catturare, ma che rischia di sfuggire di mano.

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Matteo Rota