
Torino, manifestazione contro il cantiere della Città dell'aerospazio - Ilsabato.com
Un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione durante una manifestazione di protesta all’esterno del cantiere della Città dell’Aerospazio, situato in Corso Marche a Torino. Qui, sono iniziati i lavori di demolizione di una palazzina appartenente all’ex Alenia-Aermacchi. L’evento ha messo in evidenza l’opposizione di alcuni cittadini verso il crescente militarismo e il potere dell’industria bellica.
Il blitz dei manifestanti
La manifestazione si è svolta con elementi teatrali che hanno catturato l’attenzione dei passanti. I manifestanti hanno utilizzato un manichino insanguinato, fumogeni e cartelli con frasi incisive per sottolineare la loro protesta. Le scritte esibite facevano riferimento alle “vite rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre”, una chiara condanna della violenza e delle conseguenze devastanti delle guerre.
Il piccolo gruppo ha messo in scena un’azione simbolica per illustrare il loro messaggio contro la militarizzazione crescente e l’industria delle armi, che, a loro avviso, sottovaluta i danni inflitti a comunità e ambiente. Questo tipo di attivismo si inserisce in una tradizione di contestazione dell’industria bellica, specialmente in un contesto europeo in cui si stanno intensificando le spese per la difesa.
Le dichiarazioni dell’Assemblea Antimilitarista
L’Assemblea Antimilitarista di Torino ha giocato un ruolo centrale nella mobilitazione dei manifestanti, descrivendo le guerre come conflitti tra potenze globali in competizione per risorse e potere. Secondo i loro rappresentanti, si ignorano le città distrutte e l’impatto ambientale delle operazioni militari, trattando le conseguenze come occasioni di profitto per un capitalismo che, a loro dire, non ha scrupoli.
I manifestanti criticano non solo l’industria bellica, ma anche quelli che la sostengono, puntando il dito contro un sistema che considera le macerie prodotti di buoni affari. Le loro osservazioni pongono l’accento sulla necessità di opporsi a questa tendenza, cercando di bloccare l’avanzata della militarizzazione attraverso azioni collettive e resistenza attiva.
L’appello alla disobbedienza e alla solidarietà
In chiusura della manifestazione, i partecipanti hanno inviato un forte messaggio di solidarietà ai disertori e a chi si oppone alle guerre. “Non contino sulla nostra rassegnazione! Noi siamo al fianco di chi diserta. Noi siamo disertori di tutte le guerre. Questo conflitto è a due passi da casa nostra: fermiamolo!” hanno affermato, richiamando l’attenzione sulla rilevanza della disobbedienza civile.
Il messaggio centrale è chiaro: è urgente impegnarsi attivamente contro l’industria bellica e il militarismo, specialmente in un momento storico in cui le tensioni internazionali sono elevate e l’armamento sembra essere in aumento. Queste manifestazioni rappresentano un fronte di opposizione e una richiesta di cambiamento nella percezione collettiva della guerra e della pace.
Questi eventi sono parte di un movimento più ampio, che si batte per un futuro in cui la priorità non sia il profitto delle armi, ma la salvaguardia delle vite umane e del pianeta.