Panorama

Un terzo delle famiglie deve uscire di casa per l’assegno, il paradosso della didattica a distanza

Lettera aperta di cinque genitori del Consiglio d’Istituto: «Abbiamo chiesto alla dirigente l’utilizzo dei libri di testo, ma ci è stato risposto che non è possibile. Siamo mortificati»

Martedì scorso è stata pubblicata questa circolare in risposta alle richieste dei genitori.

Facciamo un passo indietro, il 17 marzo abbiamo mandato per posta elettronica certificata una richiesta alla dirigente, e per conoscenza ai docenti tutti, di sensibilizzazione ad attenersi ad un assegno e spiegazione, fatti dai libri di testo. Abbiamo cercato di riassumere i moltissimi contenuti di chiamate e messaggi che ci avevate mandato, concentrandoci sul massimo comune denominatore delle ordinanze che tutti conosciamo e che non andremo a ricitare per non risultare ridondanti. #restateacasa se non per motivi di comprovata necessità, questo è, come è che non abbiamo ottenuto risposta. Capitolo chiuso.

Lunedì scorso, con l’arrivo del nuovo assegno, è ripartita la giostra delle lamentele. I genitori si sa, sono lamentosi, sono rompiscatole, sono svogliati, non vogliono seguire i figli, non sanno adattarsi, trasformano le soluzioni superefficaci in PROBLEMI (consentiteci l’ironia).

Beh, noi invece vorremmo farvi parlare con la mamma che sabato ha portato il marito in pronto soccorso, dopo un intervento serio che ha comportato a sua volta altri 3 interventi.

Vorremmo farvi parlare con la mamma operata due mesi fa, che non ha ancora ripreso la totale mobilità.

Vorremmo farvi parlare con quelle famiglie che hanno perso il lavoro in questi giorni, che hanno comprato i libri di testo e che devono spendere 10 o anche 1 euro a settimana per garantire l’istruzione ai propri figli.

Vorremmo farvi parlare con quelle persone che hanno paura, non per lamento o atteggiamento pietistico, sfidiamo chiunque a non averne in un’Italia che piange quasi 7.000 MORTI E ORMAI 0 POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI.

Vorremmo ancora, farvi parlare con chi non solo non ha una stampante, ma non ha mai avuto un computer.

Vorremmo farvi parlare con quei genitori “IGNORANTI” CHE NON SANNO COSA è UN’ESTENSIONE RAR O ALTRE DIAVOLERIE.

Vorremmo farvi parlare con quei genitori che vanno ancora a lavoro e a loro ci inchiniamo, come a chiunque continui ad uscire di casa per consentire che, tutto ciò che è essenziale nelle nostre vite, prosegua.

Vorremmo farvi parlare con gli ipertecnologici che hanno finito le cartucce e Amazon gli risponde che la spedizione è a data da destinarsi.

E poi, vorremmo farvi parlare con quei genitori che ricevono l’assegno dai libri e riescono a seguire serenamente le video lezioni dai cellulari che quasi tutti abbiamo, con quei genitori che ci chiamano, perché vogliono (probabilmente a ragion dovuta) che siamo noi ad esporci, a trovare le soluzioni, a metterci la faccia, loro no.

Lunedì scorso ci fu suggerito di fare un sondaggio nelle classi per vedere quanti realmente non avessero le stampanti. Per coscienza abbiamo fatto anche questo. Abbiamo finito di interfacciarci alle 23:30. Su 54 classi della scuola abbiamo ricevuto i dati di 22 classi, contando 203 famiglie senza stampanti. Un dato certamente parziale che, riguardando poco più di un terzo della scuola ci dà per grandi linee i numeri di un disagio comprovato.

Fatta questa lunghissima premessa, vorremmo ricordare a tutti che siamo consapevoli che le decisioni della scuola che riguardano la didattica NON CI PERTENGONO E ANCOR PIÙ NON CI PERTIENE ENTRARE NELL’AUTONOMIA DIDATTICA DEI DOCENTI, dovete interpellare i docenti. Come? Anche questo è un problema che non possiamo risolvere, non per nostra mancanza di volontà.

Abbiamo, tuttavia, provato data l’eccezionalità del momento, a dare un aiuto alle famiglie che ce lo hanno chiesto, proponendo fosse utilizzato un metodo che non contemplasse fotocopie e schede, a costo di copiarle a mano. Pare che neanche ciò non sia possibile!!!

Siamo sempre stati sostenitori delle leggi, delle regole scritte e non scritte, ma dettate dal buonsenso. Lo abbiamo dimostrato nei fatti, ma questa cosa da alcuni non ci è mai stata riconosciuta nonostante tutti i nostri tentativi di dialogo a cuore aperto, soprattutto in questa circostanza tanto provante per tutti.

Non importa, lo subiamo con dignità, ma soprattutto non vogliamo inerpicarci in polemiche, il momento non lo richiede, non vogliamo scadere nello stesso cattivo gusto che abbiamo subìto.

Quello che volevamo evidenziarvi è che le risposte sono tutte doverosamente elencate, argomentate e spiegate nella richiamata circolare.

Le “soluzioni” per continuare a distribuire fotocopie sono qui. Non possiamo fare altro e non ce ne viene data la possibilità. SIAMO MORTIFICATI!!!

Da genitori, infine, vi siamo vicini, avremmo voluto che non si creasse un’emergenza nell’emergenza e ci auguriamo ancora che lo spaccato che riceviamo sia limitato alle persone che si relazionano con noi e che non vi sia una realtà più diffusa e generalizzata di disagi.

Il diritto all’istruzione dei nostri figli è un dovere non solo della scuola, ma anche nostro, quindi il nostro appello è di NON SCORAGGIACI E SOSTENERE I NOSTRI FIGLI NELLA MISURA CHE OGNUNO PUÒ DARE, SENZA SENTIRE LA FRUSTRAZIONE DELL’IMPOSSIBILITÀ.

Restiamo uniti, proviamo a sentirci vicini anche nell’oggettività dell’impedimento, se avete bisogno di aiuto noi ci siamo, ma vi chiediamo la cortesia di non farci entrare oltre in questioni di natura didattica.

FIRMATO… I SOLITI 5

(I Consiglieri d’Istituto: Lia Gialanella, Paolo Berardino, Marianna Della Sala, Luca Giovino, Lidia Vespiano)

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Comunicato Stampa